Emotion

di Meme06
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Ogni notte, quando le luci di casa mia si spengono e sono sicura che tutti stanno dormendo, mi alzo dal mio letto.

Già… il mio letto, mi basta passarci una mano sopra lievemente per essere riavvolta dai ricordi di quei giorni passati assieme nella mia camera.

E più ci penso più la tristezza mi invade, perché mi rendo conto di essere stata una stupida a non averti creduto, a non averti ascoltato.

Le lacrime premono sui miei occhi, ma io non le lascio mai uscire. So che è inutile piangersi addosso, come so che è inutile crogiolarsi in ricordi lontani, in momenti passati insieme che non avverranno mai più e che per quanto lo desiderassi non torneranno indietro.

Solo la notte ormai mi può consolare. Dal terrazzo della mia camera mentre guardo il cielo notturno mi sento tranquilla, perché il buio, con la sua oscurità può nascondere tutto, può mascherare quello che non si vuole vedere e anche se è solo per poche ore, a me bastano, bastano per potermi nascondere e poter pensarti senza che i miei amici se ne accorgano, senza che nessuno se ne accorga e soprattutto senza che lui se ne accorga. Lo so che sono falsa, che è un modo meschino di comportarsi.

Mi faccio davvero schifo a volte, sono una doppiogiochista. So che lui mi vuole bene e che mi vuole far felice e io lo lascio nell'illusione che ci sta riuscendo, che io mi sento bene accanto a lui. In realtà non è così, mi sento vuota dentro e purtroppo so che è un vuoto che non posso colmare e che probabilmente non colmerò mai.

Dico sempre a me stessa di dirgli la verità un giorno, una volta l'ho perfino giurato, ma non ci riesco, non riesco a non fingere.

Gli unici momenti in cui vivo sono la notte, le sensazioni che provo di notte non le provo in nessun altro luogo e con nessun altro.

Le carezze del vento, che a volte si mutano in schiaffi mi spingono a vivere.

Pensa, vivo solo per questo ormai, solo per la notte, solo per un ricordo, ormai lontano anni, solo per questa pace che mi dona l'oscurità.

Ho pensato molte volte di mettere fine alla mia vita, di salire sul primo ponte e gettarmi di sotto, ma è un pensiero stupido, neanche da prendere in considerazione.

Perciò eccomi qui, viva e vegeta fuori ma morta e putrefatta dentro, a guardare le stelle dal balcone della mia camera.

Guardo l'orologio attraverso il vetro delle porte del terrazzo.

Le due del mattino. Ecco ci siamo, ora come ogni notte dirò il tuo nome in un sussurro, guarderò un ultima volta le stelle e poi me ne tornerò a letto. Questa scenetta la ripeto ogni notte, probabilmente con la speranza che tu mi possa sentire, che sciocca ragazza che sono diventata, se mi vedessi adesso ti metteresti a ridere e a prendermi in giro come facevi sei anni prima, dio come mi mancano le tue prese in giro, come vorrei risentirle ancora una volta, magari proprio adesso una tua battutina, del tipo Hey, sogni ad occhi aperti? Ma non la sentirò mai più.

E va bene, ora basta pensare, alzo le spalle e me ne vado a letto, ignara che due occhi di un viola profondo mi stavano osservando nell'oscurità.





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