Contest a cui partecipa
Contest a cui partecipa:
It's a Looney, Looney, Looney Contest!
Fandom:
Looney Tunes
Rating:
Arancione
Personaggi/Pairing:
Tweety&Sylvester, Bugs&Duffy, Wile&Road, Taz.
Tipologia:
One-Shot
Lunghezza:
2826 parole, 8 pagine.
Avvertimenti:
AU (Gijinka), Slash, Lime.
Genere:
Generale, Commedia, Erotico, Malinconico, Song-Fic
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della
Warner Bros. Entertainment che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è
stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non
esistenti in essa, appartengono solo a me.
Credits:
La canzone “Seasons of Love” appartiene al musical/film Rent
Pacchetto:
Coppia:
Sylvester&Tweety
Genere:
Song-Fic
Kinky Warning:
Lime/Lemon
Pillola:
Basta che Funzioni, finale.
MEASURE A YEAR, MEASURE A LIFE
“Di
grazia, dov'è che saresti?”
Queste
le mie parole mentre finalmente quel disgraziato si decide a rispondermi al
cellulare: alla buon'ora, dopo quattro tentativi e una decina di messaggi...
“Sono
appena arrivato a San Francisco.” sento un gran casino dall'altra parte, oltre
che il suo sputacchiare dappertutto: “Scusami, mi sono addormentato e sono
partito in ritardo da casa...”, sembra veramente dispiaciuto, ma non è lui ad
aspettare qui fuori al freddo...
“Sbrigati, che qui si gela.” gli intimo, chiudendo lo sportello del telefono con
uno scatto che risuona assordante nel cortile della facoltà deserto: se ne sono
già andati tutti...
Beh,
hanno anche ragione...
Sono
l'unico cretino qui, il giorno di fine anno, ad aspettare un altrettanto demente
che doveva passarmi a prendere in orario!
Ma cosa
mi è saltato in testa di accettare la richiesta del professor Warner di aiutarlo
con quel processore e quell'OS?! Potevo tranquillamente ignorarlo e adesso sarei
da qualche parte al calduccio.
Con quel
pasticcio vivente di Sylvester...
Dannato
cervello, sempre precisazioni inutili di cui nessuno sentiva la mancanza, vero?
Sbuffo,
tirandomi meglio sotto il porticato della Soba Hall per proteggermi dal freddo e
intanto poggio sulle gambe la borsa del mio fido portatile: almeno vediamo di
mettere a frutto quest'attesa snervante...
Con un
leggero BIP, finalmente il mio notebook si accende, mostrando il desktop: sento
il cuore balzarmi in gola ogni volta che lo vedo ma una cosa è certa:
quell'imbranato del mio ragazzo viene bene in fotografia.
Scuoto
la testa nel tentativo di scacciare il pensiero, sono ancora arrabbiato con lui;
apro tutta una serie di programmi, perlopiù documenti coi dati del progetto a
cui stiamo lavorando, e mi immergo nella lettura, accompagnato dalla musica del
mio iPod, meno male che stamattina, prima di uscire dal campus, l'ho preso.
E tra
tutta una serie di comandi in Java e per DOS, passa il tempo, anche piuttosto
rapidamente, fino al momento in cui sento distintamente lo strombazzare di un
clacson: oh, oh, mi è sembrato di vedere un gatto al volante di quella macchina.
Ma non ho intenzione di alzarmi da questo gradino: voglio prendermi una giusta
vendetta per il suo ritardo.
Così
fingo di non averlo sentito: se mi vuole, deve venirmi a prendere.
Solo
quando sento il suo respiro sul mio collo chino e ne vedo l'ombra allungarsi sul
selciato, insieme alla sua voce che mi chiama, decido che lo scherzo è durato a
sufficienza.
Con un
sospiro, mi levo le cuffiette e poggio il portatile sul gradino accanto a me,
alzando infine lo sguardo verso di lui: “Finalmente.” gli dico, mentre lui,
sopra di me, ha un'espressione abbastanza colpevole, “Mi dispiace, mi sono
addormentato…” borbotta mentre sento le mie labbra incurvarsi in un sorriso, non
posso stare tanto arrabbiato con lui e poi è anche per questa ragione che mi
ostino a dargli del gatto troppo cresciuto, se potesse, dormirebbe più del
letto.
Gli
getto le braccia al collo, baciandolo appassionatamente sulle labbra, incurante
del fatto che potrebbe vederci qualche mio compagno di corso o, peggio, qualche
mio professore: ehi, questo è il mio fidanzato.
Quando
ci stacchiamo, rimango un attimo concentrato sul suo viso, a poca distanza dal
mio: i capelli neri perennemente arruffati, il lieve rossore sulle guance,
dovuto probabilmente al freddo e, forse, anche all'imbarazzo e la sua
espressione, con quegli occhi grandi e scuri.
Giocherello con la sua onnipresente giacca bicolore bianca e nera, disegnando
cerchi e figure sulla sua schiena mentre mi abbraccia, devo dire che un calore
del genere dopo la botta di freddo che ho ricevuto non mi dispiace per nulla.
“A che
ora è la festa?” gli chiedo poi, allontanandomi per rimettere a posto il
portatile; lui prende il mio zaino e mi scorta fino alla macchina posteggiata
sul ciglio della strada prima di rispondermi: “Più o meno tra venti minuti.
Se tutto va bene, riusciremo ad arrivare in tempo.”.
Salgo in
macchina, godendomi il calduccio dell'abitacolo; sento Sylvester armeggiare nel
bagagliaio con le mie due borse prima di raggiungermi all'interno.
“Allora,
come vanno le cose a Burbank?” chiedo, mentre l'auto si infila nel traffico
pulsante dell'ultima giornata di quest'anno: “Il solito.” mi risponde,
“Stamattina quando sono rientrato ho visto Road che correva nel quartiere come
al solito, mi ha detto che lui e Wile sarebbero partiti nel pomeriggio per
aiutare gli altri con le decorazioni e la cena e che ci avrebbero aspettato.
Adesso che ci penso... Mi aveva anche raccomandato di essere puntuale.”.
Sospiro,
lasciando vagare lo sguardo fuori dal finestrino: quando lo vedrò, dovrò dire al
mio amico che, malgrado le sue raccomandazioni, Sylvester è arrivato lo stesso
in ritardo.
Per far
passare il tempo più rapidamente, mi allungo ad accendere la radio, ma qualunque
stazione io scelga non si sente altro che Auld Lang Syne a ciclo continuo!
Perfino in giapponese e francese!
Spengo
l'apparecchio in meno di tre secondi, io non capisco, seriamente, perché tutto
questo desiderio di festeggiare la fine dell'anno?
Dopotutto, ci si lascia alle spalle tutte le fatiche, tutti i successi ed è come
se si dovesse ricominciare tutto daccapo; e poi, come diceva mia nonna: “è un
passo in più verso la tomba, mi rifiuto di festeggiarlo!”.
Ho il
sospetto che abbia preso questa frase da un qualche film, quella sua mania per
la cinematografia mi ha perseguitato fin dall'infanzia.
Però
aveva ragione.
Benché
ci ostiniamo a non pensarci, a ogni anno che passa, ci avviciniamo sempre di un
ulteriore passetto alla fine e...
Scuoto
la testa con forza, sento lo sguardo di Sylvester su di me, preoccupato:
accidenti, sono stato contagiato da questa malinconia di fine anno, speriamo che
se ne vada presto.
Borbotto
qualche parola di scusa e cerco di sviare il discorso su altri argomenti più
allegri e in breve l'abitacolo si riempie della voce del mio fidanzato mentre
tenta di spiegarmi un incidente accaduto a Taz giusto due giorni prima: “E
quindi, dopo aver coraggiosamente deciso di assaggiare un nuovo esperimento
culinario di Lola, è
stato colto da un improvviso mal di stomaco.” conclude, strappandomi un sorriso
mentre lentamente tutta la mia apparente depressione se ne va, povero Taz, Lola
non sa affatto cucinare.
Bugs lo
aveva avvertito, la conosce molto bene, visto che sono stati assieme parecchio:
e poi, avrebbe dovuto ricordarsi di quando Duffy è finito dritto all'ospedale,
vittima di avvelenamento da cibo.
Anche se
non sono del tutto convinto che sia stato un incidente in quel caso, cioè, Bugs
e Duffy stavano già assieme!
E Lola
non aveva preso molto bene il fatto di essere stata scaricata, per un ragazzo
perdipiù.
Mi
dondolo sul sedile come se fossi su un'altalena, accompagnando il mio movimento
con un fischiettare sommesso e allegro di un motivetto che ho sentito stamattina
provenire dallo stereo del mio coinquilino, poco prima di uscire.
Non ho
fatto in tempo a chiedergli cosa fosse, ero troppo in ritardo per l'appuntamento
con il professore mentre lui poteva prendersela comoda, visto che gli avevo
detto che non sarei tornato prima di un paio di giorni, forse anche di più.
Spero
solo che abbia la decenza di non dimenticare “souvenir femminili” in giro per
casa.
Liscio
distrattamente con la mano la mia ampia felpa giallo canarino mentre finalmente
sento la macchina rallentare fino a fermarsi.
Siamo
arrivati a quanto pare.
Un lieve
bussare sul vetro attira la mia attenzione, ed eccolo!
Abbasso
il vetro mentre una voce saccente e familiare mi accoglie con un classico “Che
succede, amico? Il gatto è arrivato di nuovo in ritardo?” prima di aprire la
portiera per farmi scendere.
Bugs mi
abbraccia con affetto, dannazione, anche se ormai è passato parecchio tempo
dalla nostra adolescenza, sono ancora il più piccolo del gruppo: gli arrivo a
malapena al collo, anche se ho ormai ben ventisei anni.
Poi mi
cinge le spalle col braccio, conducendomi dentro l'atrio del palazzo, urlando
qualcosa a Sylvester come “metti la macchina in garage, le chiavi le hai.” e mi
spinge nell'ascensore, pigiando il tasto che porta all'attico.
“Duffy e
io abbiamo fatto una scommessa, lui era convinto che sareste stati puntuali, io
invece no, e ho vinto.” mi dice con autentico trionfo nella voce; l'orologio
elettronico sulla pulsantiera segna le 20 e 30: mezz'ora di ritardo, di nuovo.
“C'era
traffico.” mi giustifico mentre la porta si apre con un fruscio e veniamo
accolti da un tornado nero e arancio, che si getta sul mio amico con furia,
scaraventandolo quasi per terra: “Ha chiamato di nuovo Lola, vuole farti gli
auguri. Mandala a quel paese una volta per tutte o divento matto.”.
“Auguri
anche a te, Duffy.” lo saluto con tono divertito, solo a quel punto si accorge
della mia presenza: “Ciao, Tweety.” mi saluta lui, ormai da sempre mi chiamano
così, soprattutto loro, i miei amici d'infanzia. Mi strappa la giacca di mano e
mi dà un paio di pantofole, dicendomi di raggiungere gli altri in salotto.
Lui e
Bugs si allontanano verso la cucina, battibeccando come al solito.
Hanno
sempre fatto così, da che io ricordi.
Quando
arrivo in soggiorno, il primo a corrermi incontro è l'altro piccolo del gruppo,
Taz: “Taz ha mal di stomaco!” si lamenta, massaggiandosi la pancia poco sotto lo
sterno: “Effetto della cucina di Lola, mi dispiace.” gli rispondo, andandomi a
sedere sulla poltrona libera accanto al caminetto acceso.
Però
devo ammettere che è bello ogni tanto riunirsi tutti assieme, come quando
eravamo ragazzi.
D'accordo, io, Bugs e Duffy ci vediamo abbastanza spesso, e pure con Sylvester,
ma è raro riuscire a vedersi in un unico posto: noi siamo a San Francisco, gli
altri sono rimasti a Burbank, dove tutti quanti siamo cresciuti
Ok, sono
ufficialmente di buon umore adesso!
Con
entusiasmo, aiuto Road a mettere i piatti in tavola, e a evitare gli agguati di
Wile con in mano un rametto di vischio: ha sempre un'inventiva incredibile! Però
non gliene va mai bene una, all'ultimo Road riesce sempre a evitarlo.
Oh
beh...
È
Capodanno, dopotutto, e un po' di confusione non può che essere adeguata al
momento.
Mentre
loro si inseguono in giro per la stanza, io riprendo a fischiettare mentre,
finalmente Sylvester si decide ad arrivare.
Adesso
ci siamo tutti.
§§§
Dopo
mangiato, in attesa della mezzanotte, ci spargiamo per il salotto.
Il mio
ragazzo e Wile sono spariti sul terrazzo, credo che stiano architettando
qualcosa come al solito, e io sono rimasto a chiacchierare con gli altri: non si
può dire che siano chiacchiere normali, perlopiù vertono sulle stranezze che
Bugs e Duffy vedono tutti i giorni, lavorando come attori, tutti i comportamenti
strambi dei loro colleghi vengono analizzati e minuziosamente smontati pezzo per
pezzo.
“L'altro
giorno, in studio, qualcuno ha proposto di vedere un film mentre aspettavamo che
finissero i provini per le comparse,” comincia a raccontare Bugs: “E quindi io
ho proposto di vedere Rent.” e subito, di conseguenza, Duffy parte con le
critiche, “Un film meno triste non potevi cercarlo?” lo apostrofa.
“È
ispirato alla Bohème di Puccini, è normale che abbia un finale drammatico.”
puntualizza tranquillamente l'altro, senza perdere la sua calma e il suo
sorrisino; si mette più comodo mentre la mia attenzione è totalmente catturata
dal racconto, non conosco questo film.
“Quindi
abbiamo messo su il dvd. A un certo punto, mentre passavano i titoli di coda e,
ovviamente, c'era il cast che cantava, abbiamo sentito una voce, ma proprio
stonata, che faceva l'eco al nastro, ma non riuscivamo a capire da dove venisse.
Poi, all'improvviso, ci siamo resi conto che c'era qualcuno nel corridoio e lì
fuori abbiamo scovato il regista. Imbarazzatissimo, ci ha chiesto scusa e ci ha
detto che è il film preferito di sua figlia e che conosce a memoria le
canzoni.”.
Tutti
scoppiano a ridere, ma io sono curioso.
“Che
canzone era?” chiedo ingenuamente; tutti mi guardano come se fossi un fantasma:
“Beh, non la conosco, non ho mai visto quel film.” ammetto.
“Male,
molto male.” mi rimprovera Duffy, saltando in piedi e andando presso lo stereo
vicino alla porta finestra che dà sul terrazzo: “Ehi, rientrate dentro un
attimo.”.
Un
secondo dopo, tutto arruffato per il vento e con il viso di nuovo arrossato,
Sylvester fa la sua comparsa tra noi, seguito dal suo “assistente”: mi
piacerebbe capire perché hanno addosso questa puzza di polvere da sparo...
“L'uccellino
non conosce Rent, ti va di dargli due ripetizioni?” perché quel sorrisino sulle
labbra di Bugs non mi piace per nulla?
Non
faccio in tempo a muovermi di un passo che i miei polsi vengono stretti dalle
mani del mio fidanzato e una musica comincia a uscire dalle casse: mi ci vuole
qualche istante per riconoscerla ma poi capisco, è la stessa che ascoltava quel
musicofilo del mio coinquilino stamattina.
525,600 minutes, 525,000 moments so dear. 525,600 minutes - how do you measure,
measure a year?
In daylights, in sunsets, in midnights, in cups of coffee. In
inches, in miles, in laughter, in strife. In 525,600 minutes - how do you
measure a year in the life?
“È
difficile riuscire a misurare quest'ultimo anno, non è vero?”
La sua
voce suona stranamente seria mentre mi parla, fissandomi negli occhi; siamo
ancora al centro del salotto dove nessuno fiata, sono tutti muti come pesci, che
attendano una nostra mossa?
Intanto,
le sue parole mi hanno dato da pensare, ed effettivamente, non posso che essere
d'accordo: una cosa del genere non è possibile, troppi avvenimenti, troppo
chilometri macinati a tutta velocità in autostrada per strappare un'ora o mezza
giornata agli impegni di entrambi, notti trascorse sui libri con litri e litri
di caffeina in corpo a studiare e isterismo alle stelle di conseguenza...
È stato
solo un anno, una serie infinita di avvenimenti che, probabilmente, non
ricorderemo neppure più, ma è stato comunque un punto importante nelle nostre vite.
How about love? How about love? How about love?
Measure
in love.
Seasons
of love.
Questa
canzone è incredibile... Mentre balliamo lentamente, continua a ripetermi
ossessivamente nelle orecchie come una litania questa parola, amore, e
sento il cuore balzarmi in gola nel momento in cui, goffamente, Sylvester mi
sfiora le labbra con le sue mentre le mani percorrono tutta la mia schiena, ma
che sta facendo...?
Provo a
chiederglielo, tento debolmente di allontanarlo, ma non ci riesco...
Accidenti, ma proprio davanti a tutti?
525,600 minutes! 525,000 journeys to plan. 525,600 minutes - how can you measure
the life of a woman or man?
Le luci,
fino a poco fa incredibilmente intense si sono affievolite, gettando tutta la
stanza nella semioscurità, non so più dove sono gli altri, sento solo la musica
e il tocco di queste labbra che scendono lungo il mio collo...
Misurare
la vita di un uomo...
Sembra
facile a parole, ma ce ne vorrebbe una intera per farlo, e francamente
preferisco pensare al presente, è molto più facile e spontaneo.
Col
bacino avvolto dai pantaloni della tuta, oppresso come nemmeno un corsetto
sarebbe in grado di fare, sento chiaramente il mio viso andare a fuoco mentre i
nostri corpi si sfiorano, dolorosamente contratti e tesi, pronti a scattare alla
minima provocazione.
Provocazione che, complice la musica, si sfrega ritmicamente contro di me: non
riesco
a
trattenere un gemito.
In truths that she learned, or in times that he cried. In bridges he burned, or
the way that she died.
Tutti
gli avvenimenti, grandi e piccoli che siano stati, anche se ben presenti in me,
in questi pochi minuti, sembrano come scomparsi di fronte all'immediatezza di
questo sentimento, di queste sensazioni che sembrano annullare ogni cosa mentre
le sue mani, presa di nuovo confidenza con la mia pelle, non smettono un attimo
di accarezzarmi i fianchi e le anche, fino a indugiare sull'interno coscia,
sfiorandolo appena e provocandomi tutta una serie di sussulti.
Con la
coda dell'occhio, vedo alcune ombre muoversi alle nostre spalle, e a questo
punto prendo una decisione.
Se
vogliono concludere in bellezza quest'anno, li accontento.
E mentre
le voci alle nostre spalle cantano di ponti bruciati e di innumerevoli pianti,
io ricambio con più foga il bacio di prima, ripetendo quasi specularmente i
movimenti delle sue dita su di me.
Posso
vederlo sorridere nella semioscurità, mentre le sue mani affondano infine nei
miei pantaloni e sento le sue dita, vellutate come quelle di un felino,
accarezzarmi sino a risvegliare del tutto un'eccitazione già di suo pimpante.
E non
contento, continua imperterrito a strusciarsi addosso a me.
It’s time now to sing out, to the story never ends,
let's celebrate remember a year in the life of friends.
Remember the love!
Remember the love!
Remember the love!
Measure in love.
Seasons of love! Seasons of love
Lo
sento, ormai siamo alle ultime battute di questa canzone, che mi scivola fin
nelle ossa, e della mia resistenza: queste voci attutite ci invitano a festeggiare, a cantare e a
ricordare...
Stupidaggini.
L'amore
non va ricordato, l'amore va vissuto.
Va bene
festeggiare ma l'amore è qualcosa di troppo grande per essere ricordato...
Voglio
solo viverlo, come adesso, mentre mi stringo al corpo di Sylvester come se
volessi fondermi con esso, mentre ci baciamo ancora e ancora e io infine
capitolo del tutto.
E
intanto, fuori, i fuochi d'artificio illuminano la notte.
Un altro
anno è passato, ma stavolta non credo sia un passo in avanti verso la morte ma
piuttosto verso la vita.
SECONDA CLASSIFICATA AL "IT'S
A LOONEY, LOONEY, LOONEY CONTEST" INDETTO DA EN-DARK-CIEL
SECONDA CLASSIFICATA: Measure a Year, Measure a Life di Shun di Andromeda
Vincitrice del Premio Speciale Originalità.
Correttezza grammatico-morfo-sintattica & punteggiatura: 15
Trattamento Personaggi: 12
Originalità: 15
Gradimento personale: 14
Punti bonus ( dai pacchetti ): 10
Totale: 66
Recensione:
Non ho mai visto Rent! ma questa storia mi ha fatto proprio venir voglia
di vederlo. Ho ascoltato la canzone per entrare dentro la storia nel migliore
dei modi e percepirne gli umori e... mi sono innamorata. Ha un che forse di
amaro e malinconico quel testo ma è cantata con gioia e speranza, sentimenti
ricorrenti durante le feste, in particolare inquelle natalizie o di fine anno,
quindi devo dire che la tua song-fiction -proposta in maniera originale- si è
sposata benissimo con ambientazione ed atmosfera, che con citazioni varie e
inserendo aneddoti simpatici, hai richiamato in modo eccellente e davvero
adorabile.
Ma andiamo con ordine.
Sylvester ( oh che bello sentire che non hai italianizzato il nome,suona così
figo... ) e Tweety i due protagonisti, una coppia, un po' strana, particolare,
ma che funziona, come a richiamare il titolo del film della citazione in pillola
che ti ho dato, come un po' tutte le coppie dei film di Woody Allen. Curioso che
tu li abbia voluti rendere americani e universitari, ma anche in questo caso la
tua creatività ha funzionato, sei riuscita persino a convincermi che Tweety a
ventisei anni frequenta l'università ( le cose funzionano diversamente negli
States ) e che le università siano aperte a fine anno ( cosa non si fa per
esigenze di trama ); tra l'altro le personalità sono state perfettamente
rispettate, Sylvester è il solito sempliciotto/pasticcione ma che ha un che di
dolce, mentre Tweety è furbo, un po' tormentato essendo sia tenero ma anche
ipercritico in quanto particolarmente maturo (non sono amante dei POV ma il suo
l'ho gradito davvero molto ) e poi... eccoli che si incontrano, si baciano (ok,
mi son detta, stanno insieme) e... sono dolcissimi,
stranamente,inquietantemente, dolci.
Da
una parte mi ha fatto piacere, ho fangirlato mandando al diavolo la mia
obbiettività, ma dall'altra parte quella inquietudine da rapporto OOC non
riuscivo a placarlo, io... sono allergica al Fluff, temo, soprattutto con coppie
che non sono nate per essere Fluff. Avendo letto poi l'avviso di contenuto
erotico e visto che il pacchetto richiedeva tra i Kinky Warning una lemon/lime,
mi sono immaginata che magari a letto ( o su qualsiasi altra superficie piana o
verticale ) le personalità sarebbero emerse diverse, più fedeli magari alle
originali,invece non sono cambiate in quell'aria l'aria di omoerotismo della
pomiciata finale, solo vagamente Lime ma sempre molto fluff.
Non ho voluto toglierti punti come se la caratteristica della Lime fosse assente
ma non si può neanche dire che sia stata centrata,era soltanto accennata, ma...
capisco l'imbarazzo in fondo di dar vita a un rapporto completo e/o più
articolato a simili personaggi. Non so dare un giudizio definitivo alla coppia
principale della tua storia, ripeto, l'ho trovata strana e OOC rispetto all'originale
per via dell'eccessivo romanticismo tra loro, eppure non posso neanche dire che
mi è dispiaciuto, il loro rapporto era... diverso e interessante, forse queste
sono le parole giuste per descrivere quello ho provato.
Togliendo i riflettori puntati dai protagonisti, concentrando le attenzioni
sullo sfondo fatto da personaggi/pairing secondari ( sarò di parte ma ho adorato
Bugs, Daffy -con la A-, Wile, Road e soprattutto Lola! ),
ambientazioni,aneddoti, riferimenti alla serie originale, simpatiche trovate (ho
riso molto leggendo questa fanfiction, sì ) e tutti quei particolari che rendono
viva e articolata la storia e la realtà in cui è ambientata, ecco, tutto ciò
l'ho amato sinceramente, testimonia che ti sei informata bene, che non hai
scritto a cuor leggero, che la tua fantasia è fervida e sai saggiamente creare
un collage di emozioni e azioni in una storia e non è una cosa da niente, visto
che gran parte delle fanfiction risultano sterili su questo piano, non hanno la
visione di insieme, citando Boris di Basta che funzioni,la scena finale
mi sembra sia riuscita ad ispirarti bene.
Che altro dire? C'è tutto in questa ff, caratterizzazioni interessanti,
originalità, un ottimo stile, un ottimo italiano ( a parte un inquietante
perdipiù,che non ho contato nel punteggio perché mi sembrava assurdo
togliere un punto per una parola ) e una narrazione matura e non banale anche se
in POV.
Ma quello che sicuramente mi ha colpita di più, conquistata,è stato il fatto che
questa ff è riuscita ad arricchire un po' il mio bagaglio culturale e a
regalarmi sorrisi e sensazioni positive.
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