Lo squarcio (Mad Men)

di Ebby Beckett
(/viewuser.php?uid=27451)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


I personaggi mi hanno ispirato, non so se poteva essere fattibile un finale del genere ma questa storia voleva essere scritta ed io ho eseguito.
Spero che vi piaccia :D
 
Mad Men e i suoi personaggi non appartengono a me ma alla AMC e ai suoi bravissimi autori e sceneggiatori e produttori.
Spero un giorno di potervi chiamare colleghi :D









"Shelly? Shelly?" "..." ...
La ragazza aveva riagganciato il telefono.
Don alzò gli occhi e si sentì pervadere da un’infinita tristezza. Una nebbia, un grigio peso, un velato strato di solitudine cosparso come lo zucchero a velo sulle torte.
Iniziò a piangere, come un bambino appena caduto dalla bicicletta.
I suoi pensieri cominciano a confondersi, ad aprire la loro confezione sigillata e a far entrare dell’aria nuova.
I ricordi affollano la sua mente. Si mettono in fila nella sua coscienza, giusto per fare un saluto. Pian piano lui comincia ad aprire gli occhi, dopo anni di buio, aprendo al mondo il suo animo, chiuso a chiave, stipato un po’ a casaccio nella piatta oscurità del suo cuore.
All’improvviso sente Lei, la sua voce, la sua mano, la sua presenza.
 
L’ebrezza della sera prima era (ormai?) svanita, portandosi via tutti i cattivi pensieri e le sensazioni che l’effetto dell’alcool aveva aiutato a risvegliare.
Era bastato sentirle dire una frase però, per cambiare il suo atteggiamento. “I’m here.”
Sono qui. Per te. Con te. No matter what.
Non aveva mai provato una tristezza così profonda, un bisogno così forte di sentirsi protetto.
Quelle parole, la sua semplice presenza avevano aperto uno squarcio nella sua solida corazza toracica.
Tutto esce, si libera.
La abbraccia, dolcemente.
Vuole dimostrare di ricambiare tutte le attenzioni che lei gli da, sempre.
Tutta la gentilezza, tutta la sincerità, tutto il rispetto.
 
Lei lo sente. Apprezza.
Si è spesso sentita trascurata, ignorata. Ogni tanto anche da lui.
Quando però si dimostra riconoscente delle sue cure, oh, lei si sente molto più e meno che soddisfatta. Come ben poche volte si è sentita davvero. Si sente bene.
La sua nausea costante verso il mondo svanisce, le sue difese di abbassano. Rimane solo il controllo esterno delle sue azioni.
Eccetto per una cosa, il suo vizio più taciuto: i capelli.
Non riesce a resistergli. Li guarda, li tocca, li desidera.
Non può fare a meno di passare le proprie dita per una piccola ciocca dei suoi spaventati e desolati capelli. L’indice balla una piccola e nascosta danza attorno ai ciuffi ben puliti, morbidi e profumati. Di cui solo l’indice e i piccoli ciuffetti sono a conoscenza.
Non riesce a respingersi, a ricacciare tutto dentro. Sente di dovergli fare compagnia. Ne ha bisogno.
 
All’improvviso sente una leggera scossa passargli attraverso tutto il corpo. Ma non svanisce nel giro di poco, come all’inizio sperava. Non smette, anzi, è costante, sempre più profonda, piacevole. Desiderata, cercata.
E capisce. E’ lei, gli sta toccando i capelli. Incredibile cosa gli stia facendo questo semplice gesto. E’ come se stesse giocando con i suoi capelli, ma perché lo fa? Cosa la spinge ad avere una condotta così frivola e infantile? Ma soprattutto, perché lui si sente così, bene?
 
“Che cosa?”
Lo squarcio si è allargato.
Lo sente. Ha preso una forma.
Lei.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=802759