Ogni favola è un gioco-cap.1
Dedicata a tutti coloro che leggono ciò che scrivo
e mi rendono felice con i loro commenti.
Ogni favola è un gioco
1.
Non abbastanza
“Ma devo lasciarti andare”
“E tu devi lasciarmi andare”
(Gossip Girl 4x22)
“Betulle”
ordinò Blair perentoria, prendendo la sua tazza di tè e sorseggiandola con
eleganza.
Il ragazzo,
seduto di fronte a lei, annuì e si appuntò tutte le informazioni sul taccuino
che stringeva tra le mani.
“Dove vuole
le Betulle, esattamente?” le chiese con aria vagamente perplessa e la ragazza
sospirò.
“Gliel’ho
già detto, le metta nell’angolo, al posto delle Ortensie blu” esclamò
seccamente ed il ragazzo arrossì di imbarazzo.
“Mi creda,
qualunque riunione non è più importante di me, per la signorina Waldorf” i toni
troppo alti di una voce imperiosa li raggiunsero e qualche secondo più tardi
fece il suo ingresso in salotto Serena Van Der Woodsen.
“S” esclamò
Blair alzandosi e raggiungendo la sua migliore amica per stringerla in un
abbraccio e l’altra ricambiò la stretta.
“B” sospirò
Serena, “Questa servitù non mi piace” aggiunse e Blair rise.
“Stanno
soltanto rispettando gli ordini” si giustificò stringendosi nelle spalle,
“Scusami se non sono venuta a prenderti, ma abbiamo avuto un problema
dell’ultimo minuto con i fiori” esclamò seccata, rivolgendo uno sguardo di
rimprovero al ragazzo che, per la seconda volta, arrossì violentemente.
“Scherzi? Mi
hai mandato un jet privato ed una limousine, non era necessaria la tua
presenza” esclamò la Van Der Woodsen, buttandosi di peso sul divano in pelle
rosa antico.
“Allora,
come procedono i preparativi per il matrimonio dell’anno?” le chiese Serena e
l’altra si strinse nelle spalle con un sospiro.
“Considerando
che mancano solo tre giorni alle nozze, direi bene” esclamò e Serena la osservò
a lungo prima di sorridere.
“Tutto bene,
B?” le chiese infine e l’altra annuì.
“Si, perché
me lo chiedi?” rispose.
Serena
aggrottò la fronte perplessa e Blair si voltò verso il fioraio per congedarlo,
prima di tornare a dedicare tutte le sue attenzioni alla bionda.
“Mi sembri
strana” dichiarò.
“Ti vedo fin
tropo … tranquilla”.
Blair rise,
poggiando la sua tazza sul tavolinetto in argento.
“Beh sto
cercando di fare del mio meglio” affermò con sicurezza, alzandosi dal divano.
“Ma adesso
vieni, ti accompagno nella tua stanza. I domestici hanno già portato lì tutta
la tua roba, vedrai, ti piacerà” esclamò Blair con un sorriso felice,
afferrandole una mano e trascinandola fuori dalla stanza.
“Miss
Waldorf” non appena furono nell’atrio, la donna le raggiunse di fretta e Blair
si voltò a guardarla piuttosto infastidita.
“Cosa c’è,
Dorota?” le chiese.
Serena
aggrottò la fronte.
“Dorota? Non
dirmi che si chiama così davvero” esclamò e Blair si voltò a guardarla con un
sorriso tirato.
“Certo che
no” esclamò con un cenno della mano.
“La chiamo
così perché non riesco mai a ricordare il suo nome” aggiunse subito dopo con
una scrollata di spalle e Serena la guardò con severità.
“Miss
Waldorf” mormorò di nuovo la domestica e Blair tornò a guardarla.
“C’è stato
un problema con il menù per la festa di domani” esordì, “Dovrebbe seguirmi un
attimo nelle cucine” aggiunse subito dopo con aria grave e Blair sospirò
teatralmente.
“Un
problema?” chiese, prima di sbuffare, visibilmente contrariata e la domestica
parve terrorizzata.
“Tu
accompagna Serena nella sua stanza, mentre io andrò a risolvere il problema”
comandò con severità e la donna annuì.
“Blair”
intervenne a quel punto Serena, ma l’amica la guardò con un sorriso gentile.
“Vai pure,
S. Sistemati e rilassati. Ti ho fatto preparare un bel bagno caldo. Ci vediamo più
tardi” esclamò, prima di allontanarsi nella direzione opposta a grandi passi.
“Mi segua”
mormorò invece la domestica in direzione di Serena che, distogliendo lo sguardo
dall’amica, annuì.
Non aspettò
nemmeno di essere in camera per sfilare il cellulare dalla borsa e comporre un
numero con rapidità.
Al terzo
squillo una voce maschile rispose all’altro capo del telefono.
“Hei, sono
io” esclamò Serena.
“Avevi
ragione, Blair mi sembra strana … c’è qualcosa che non va” dichiarò con tono
preoccupato.
Chuck Bass
chiuse la telefonata e lasciò malamente cadere il telefono sull’ampio divano,
mentre si lasciava andare all’indietro, contro la testiera con un sospiro
stanco.
Si strofinò
gli occhi, prima di piegarsi nuovamente in avanti ed allungare il braccio per
afferrare la bottiglia di scoth e riempirsene un bicchiere.
Fece
schioccare la lingua per assaporare meglio il liquore e attese che bruciasse
nella sua gola.
Nell’ultimo
periodo si concedeva solo due bicchieri di scoth al giorno.
Nei primi
tempi, dopo che tra lui e Blair era tutto finito e la ragazza si era trasferita
in Francia con Louis, Chuck aveva reagito nel suo solito modo, bevendo litri di
alcol e organizzando festini privati nella sua suite al Palace, ma la cosa era
durata poco più di una settimana, prima che si rendesse conto che tutto ciò non
avrebbe alleviato il suo dolore.
Così aveva
riacquistato serietà ed era tornato un perfetto uomo d’affari, iniziando il suo
“periodo d’astinenza”, che Serena
chiamava “via della purificazione”,
dove lo scoth era permesso solo due volte al giorno.
“Chuck”
esordì Nate entrando in quel momento ed il ragazzo si voltò a guardarlo e lo
salutò con un cenno del capo.
“Questo è il
primo o il secondo?” gli chiese accennando al bicchiere ed il ragazzo sospirò alzando
due dita con aria grave, mentre ne beveva l’ultimo sorso.
Nathaniel
arricciò il naso poco convinto e diede uno sguardo al suo costoso orologio da
polso.
“E siamo
solo ad ora di pranzo … non è affatto un buon segno” commentò il ragazzo e
Chuck si limitò a sospirare con aria esausta abbandonandosi di nuovo contro il
divano.
Nate si
voltò a guardarlo con aria seria.
“Verrai al
matrimonio?” gli chiese a bruciapelo e lo sguardo di Chuck corse al tavolino
della sala da pranzo.
Al centro
del tavolo troneggiava l’elegante invito arrivato diciotto giorni prima.
Non aveva
ancora avuto il coraggio di aprirlo, Chuck.
Aveva
riconosciuto l’elegante calligrafia di Blair e aveva immaginato di cosa si
trattasse ancora prima che la sua mano corresse sul sigillo argento in
ceralacca, quindici minuti dopo, Gossip Girl aveva dato il grande annuncio.
Così Chuck
aveva abbandonato quella busta sul tavolo per sottoporsi, volutamente, al
dolore che essa gli procurava ogni qual volta il suo sguardo cadeva
rovinosamente sulla carta color panna finemente stampata, macchiata solo
dall’inchiostro nero con cui Blair aveva inciso il suo nome.
“No, non ci
sarò” esclamò seccamente e allungò di nuovo la mano verso la costosa bottiglia
di scoth.
Nate lo guardò
contrariato e fece per aprire la bocca e protestare, ma cambiò subito idea.
Forse, per
quel giorno, il terzo bicchiere poteva essere accettato.
“Chuck, sai
bene che per lei è importante” affermò il ragazzo biondo e l’altro sospirò,
mentre si portava il bicchiere alla bocca.
“No,
Nathaniel, non abbastanza”.
E la
freddezza di quel commento si perse nel silenzio della stanza.
Subito dopo
Chuck si alzò con un sospiro, abbandonando il bicchiere ormai vuoto sul
tavolinetto di vetro, e afferrò il suo cellulare, scoccando uno sguardo
all’amico.
“Mi spiace,
adesso devo andare, ho una riunione d’affari molto importante. Ci vediamo
stasera?” gli chiese mentre si dirigeva alla porta, afferrando al volo la sua
ventiquattrore.
Nate si
strinse nelle spalle.
“Non lo so,
dipende da che ora torni. Domani, all’alba, ho il volo per Parigi,
probabilmente andrò a dormire presto” esclamò e Chuck annuì appena prima di
sparire oltre la porta.
Serena
sorrise, portando la forchetta alla bocca con aria elegante e assaporò la
pietanza che qualche cuoco dal nome importante aveva preparato per loro quella
sera.
La tavolata
era piuttosto spenta ed i momenti di silenzio risultavano pesanti e le davano
una sensazione di soffocamento.
Pensò che
quel tavolo fosse troppo grande per le persone presenti a cena quella sera e la
stanza fosse esageratamente grande per essere una semplice sala da pranzo.
“Allora, che
ne dite del mio progetto per la serata?” chiese di nuovo la bionda e si voltò a
guardare Louis.
Il ragazzo
si strinse nelle spalle prima di sospirare.
“Mi
dispiace, Serena, ma io non potrò essere dei vostri” esclamò.
“Domani
dovrò alzarmi all’alba per occuparmi di un affare prima della festa” aggiunse
subito dopo e Serena si esibì in un’espressione triste, prima di voltarsi verso
Blair.
“Oh, non lo
so, S” esclamò la Waldorf e Serena sgranò gli occhi.
“Non accetto
un rifiuto da te, Blair!” affermò con risolutezza e la ragazza sospirò.
“Va bene, ma risparmiamoci le follie, domani
dovrò essere sveglia e fresca” concordò Blair e la bionda sorrise vittoriosa,
cambiando subito dopo discorso per evitare che Blair cambiasse idea.
“Dove sono i
tuoi genitori, Louis?” chiese ed il ragazzo smise di sorseggiare il vino che
aveva nel bicchiere.
“Rientreranno
domani in mattinata” rispose con educazione.
Un paio
d’ore più tardi, seduta in un pub francese, Serena rideva sguaiatamente,
cercando di rinfrescare la sua memoria e biascicando un paio di parole in un
francese non molto corretto, mentre il ragazzo carino, seduto accanto a lei, al
bancone, la guardava sorridendo e annuendo felice, più per quella visione che
per lo scempio che era costretto ad udire.
“Serena” il
tono secco e severo di Blair la investì, mentre la ragazza arrivava al suo
cospetto come una furia.
La bionda si
voltò a guardarla allegramente e il suo sorriso si spense quando incontrò lo
sguardo gelido di Blair.
“Blair, ti
ho presentato il mio nuovo amico … ?” Serena si bloccò, guardando con aria
interrogativa il ragazzo, ma prima che quest’ultimo potesse aggiungere
qualcosa, Blair afferrò la mano dell’amica spingendola giù dallo sgabello.
“Per favore,
seguimi” le ordinò, trascinandola via.
Quando si
appartarono vicino ad un tavolinetto, Blair le rivolse un’occhiataccia.
“Basta, S,
torniamo a casa” dichiarò e l’altra alzò gli occhi al cielo annoiata.
“Dai, Blair,
è divertente” protestò, ma la mora scosse la testa.
“Si, era
divertente al primo drink nel primo locale, adesso non lo è più” affermò con
risolutezza e Serena sbuffò di nuovo.
“Cosa c’è,
Blair? Noi lo facciamo sempre, no?” disse sorridendo dolcemente e Blair
sospirò, portandosi una mano alle tempie.
“Si, ed ogni
volta io riporto a casa te ubriaca” sospirò, “Ma sta volta è diverso. Adesso
siamo cresciute, Serena. Dopodomani mi sposo e l’ultima cosa che voglio è una
nostra foto su Gossip Girl che ci ritrae barcollanti ed ubriache” mormorò Blair
e Serena annuì.
“Va bene,
andiamo a casa” acconsentì poco entusiasta.
Spazio autrice: Tadan, ecco a voi il mio nuovo progetto a breve termine.
In verità è un po' che ci lavoro, ma solo ora sono riuscita a rivedere questo primo capitolo per pubblicarlo.
Sarà una long breve, composta da massimo cinque capitoli, se non anche quattro.
Vorrei specificare che questo è solo frutto della mia immaginazione, ovvero non so nulla della prossima stagione.
Inoltre, il titolo dell'opera nasce dal fatto che Blair e Chuck parlano
della loro favola nell'ultima puntata e "Ogni favola è un gioco"
è il titolo di una canzone di Bennato.
Spero che troverete quest'opera interessante.
Grazie dell'attenzione.
_EpicLoVe_
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