Survive

di Alliee
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Buonasera a tutte!
Lo so, avevo promesso un capitolo piu' lungo invece e' ancora piu' corto del precedente >.<
Vabbe', sara' per il prossimo :D
In questo capitolo emerge una parte piu' triste, malinconica, della vita delle due ragazze. Ma Forks sara' per loro l'occasione di ricominciare una nuova vita.
Beh, non dico altro.
Buona lettura!

Survive

capitolo 2


C’è un’emozione semplice e primordiale nello stare a guardare l’acqua che si infrange con ritmo continuo sulla spiaggia.
 
Potrei trascorrere ore ad ammirarne lo spettacolo meraviglioso e sempre uguale. Vi ritrovo qualcosa di ancestrale in quelle onde lunghe, schiumeggianti e rumorose oppure lineari, piccole e silenziose. Un alternarsi continuo e mutevole, sempre diverso e imprevedibile.
 
Mistero e ovvietà si susseguono nel tentativo di scoprire quale onda per prima e con quale intensità raggiungerà la spiaggia.
 
La spiaggia di La Push era l'unica cosa positiva del nostro trasloco.
Era vicina a Forks, potevo raggiungerla tranquillamente in macchina in meno di mezz'ora.
 
La nostra nuova casa era molto diversa dalla vecchia.
Era piu' piccola, semplice, e meno bella. 
Con un bagno solo, e 2 camere da letto, dovevo condividere la stanza con Alice.
 
<< Dove sei stata? >> chiese curiosa mia sorella quando tornaii a casa.
La guardai pensierosa. Somigliava cosi' tanto a nostra madre...i suoi stessi occhi azzurri, il carattere solare, espansivo, cosi' diverso dal mio...
<< In spiaggia >> risposi disinvolta afferrando una mela dal cestino della frutta che sarebbe stata la mia cena.
 
Ci eravamo trasferite da poco piu' di tre giorni e ne io ne Alice avevamo ancora capito il perche'.
Ma non ci pensavamo minimamente a chiedere spiegazioni a nostro padre. La verita' e' che avevamo paura di lui. Tanta.
Era un unomo violento. 
Da quando nostra madre era morta tornava spesso a casa ubritaco. In quelle occasioni noi dovevamo stargli alla larga per evitare le sue sfuriate o, ancora peggio, di essere picchiate.
E'  capitato un paio di volte che nostro padre ci mise le mani addosso, ed il dolore non era solo quello fisico.
Era l'unica persona che ci era rimasta al mondo, e faceva terribilmente male il modo in cui ci trattava.
Alice lo giustificava, per me invece non esisteva.
 
Ero sdraiata sul letto, immersa nei miei pensieri, quando sentii la sua voce da bambina alle mie spalle: << E' uscito. Andiamo a fare un giro? >> Chiese speranzosa.
<< Non ne ho voglia, sono stanca >> Mi giustificai. La mia non era stanchezza fisica, ero semplicemente stance del mondo, della vita.
Abbasso' lo sguardo offesa << Bella - comincio' - smettila di essere cosi'. Lo so che e' dura, ma devi continuare ad andare avanti. Non distruggerti la vita per colpa sua >>

Aveva ragione, nostro padre aveva reso la mia vita un inferno. 




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