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Black Star *****
RAGGIO
DI SOLE
Cap. 1
COME LA PIOGGIA
Nuvole, tante nuvole grigie cariche di pioggia coprono il cielo
rendendo la città di Heatherfield molto più triste. Triste e fredda proprio come la
vecchia libreria Ye Olde
Book Shop, sono trascorsi diversi giorni da quando Matt è stato inglobato dal libro degli elementi e da
allora Orube ha continuato a tenere d’occhio Cedric in attesa che il libro gli parli nuovamente.
- Sei proprio decisa a continuare a stare sveglia per potermi
tenere d’occhio? Se continui a non dormire ne
risentirà la tua salute! -
- E tu
sei un vero esperto dico bene Cedric?! Mi sembra che anche tu non stai dormendo molto in questo
periodo o mi sbaglio? –
-
Guarda che lo dico solo per il tuo bene, tu continui a non fidarti di me, ma io
non ho alcun motivo per ingannarti… -
-
Sarà, ma io ho i miei dubbi… come posso fidarmi ancora di te dopo
che mi hai usata, ti sei servito di me per avere
informazioni su Johnathan Ludmoore
e così hai potuto procurarti il libro che ha inglobato Matt! –
- D’accordo, sei libera di non credermi… ma
permettimi almeno di offrirti qualcosa! –
- Ti
ringrazio, ma non mi serve niente, ho abbastanza energia per
stare in piedi e per tua sfortuna anche per sorvegliarti! –
- Va
bene ho capito, se non vuoi niente non importa vorrà dire
che ordinerò qualcosa per me, non ti dispiace vero?! –
- Fai
pure! –
-
Allora vado a ordinare una pizza, torno subito!
–
Orube, rimasta sola nel retro della libreria, non
era per niente stanca, anzi, da vera guerriera si sentiva pronta a passare
un’altra notte in bianco, attenta a ogni minimo
rumore come una cacciatrice sorveglia la propria
preda. Seduta sul pavimento freddo con la schiena appoggiata alla parete su cui
il libro degli elementi si era incastrato si chiedeva come aveva potuto farsi
ingannare così da Cedric, come aveva potuto
lui usarla in quel modo. E dire che lei aveva sperato
in un suo cambiamento, ora però si rendeva perfettamente conto di quanto
tutti quei suoi atteggiamenti carini e gentili fossero falsi. La cosa la
infastidiva molto e le faceva montare su una gran rabbia.
- Eccomi
qua, scusa se ci ho messo tanto, ma è caduta più volte la linea
telefonica e non riuscivo a chiamare la pizzeria.
Sembra che inizierà a piovere da un momento all’altro, ogni tanto
fa bene un bel temporale! - il suono della voce di
Cedric aveva distolto Orube
dai suoi pensieri, i suoi occhi color ambra ora erano fissi su di lui.
- Da
quel sorriso mi pare di capire che a te piaccia molto la pioggia, dico bene?! -
- Non
sbagli Orube, trovo che il
rumore della pioggia che cade sia molto rilassante… non trovi anche tu?
–
- Si,
forse… sai non vado matta per
l’umidità! –
-
Capisco, a quanto pare abbiamo gusti totalmente
diversi… -
-
Sembrerebbe di si, diciamo che siamo l’opposto!
–
-
Già… l’opposto… - senza accorgersene Cedric aveva iniziato a pensare che comunque gli opposti di
solito si attraggono. Ciò gli provocava una strana sensazione che non
sapeva spiegarsi proprio come non sapeva spiegarsi da
dove gli era venuto in mente un pensiero così assurdo. Possibile che
stesse impazzendo? No, probabilmente era tutta colpa della stanchezza, si,
doveva essere per forza così, in fondo anche lui non
è che dormisse molto ultimamente e la mente cominciava a
giocargli brutti scherzi.
DLIN
DLON
I suoi pensieri erano stati interrotti dall’
improvviso suono del campanello.
- Oh,
deve essere arrivata la pizza, vado a vedere! –
Intanto Orube era rimasta a fissarlo
immobile, seguendo ogni suo movimento con lo sguardo mentre
lui saliva le scale per andare all’ingresso, poco dopo lo aveva visto
ritornare con in mano la pizza. Lentamente l’aveva appoggiata su un
tavolo lì vicino e si era seduto per mangiarla.
Rimasti in silenzio per qualche attimo, Cedric
che tra un boccone e l’altro non perdeva di vista lo sguardo di Orube intento ad osservare con
tentazione la sua pizza e lei che con sforzo immane stava cercando di resistere
ai morsi della fame.
Non intendeva per
nulla al mondo cedere, ma le riusciva difficile, l’odore del pomodoro
fresco le penetrava l’olfatto sempre più in profondità e la
vista di Cedric che mangiava così di gusto
continuando a fissarla quasi con l’intenzione di tentarla non
l’aiutava di certo. Alla fine anche la sua resistenza venne
sopraffatta dalla fame.
Alzatasi da terra, con passo felpato, aveva raggiunto una sedia di
fronte al tavolo, accomodatasi, senza smettere di guardarlo stava per
chiedergli se poteva servirsi anche lei, ma
sorprendentemente la risposta di lui era arrivata immediata.
-
Serviti pure Orube, non fare complimenti! Si vede che
stai letteralmente morendo di fame! -
La ragazza, arrossita lievemente, era riuscita
solo a pronunciare un leggero “ grazie “ prima di mangiare
la sua cosiddetta cena.
Pian piano la notte era calata, qualche
gocciolina di pioggia cominciava a cadere dal cielo bagnando le strade e
le abitazioni di Heatherfield, una notte lunga e buia
per Orube.
Dopo le prime ostilità nei confronti di Cedric,
anche se non lo avrebbe mai ammesso, cominciava ad abituarsi alla sua compagnia
e vederlo ora addormentato sul divano li vicino le
faceva quasi tenerezza. Alla fine era crollato dalla stanchezza e lei aveva
vinto la sua prova di resistenza anche quella notte, ma non le importava
più. Nel silenzio circostante si sentiva sola, molto sola, senza nessuno con cui parlare e nessun passatempo da fare. Decise
quindi di salire le scale e andare a vedere attraverso la finestra che tempo
faceva.
La pioggia cadeva sempre più fitta e in lontananza si
potevano intravedere dei lampi, a Orube
vennero dei leggeri brividi lungo la schiena, odiava i temporali. Rimase per
qualche secondo a pensare sino a quando dei rumori
soffocati attirarono la sua attenzione, provenivano dal retro della libreria,
possibile che fosse il libro degli elementi? Scese le scale di corsa e non appena si
guardò intorno si accorse che non si trattava del libro, ma di Cedric.
Con cautela si era avvicinata al divano, nonostante il buio lei lo
riusciva a vedere benissimo e quello che aveva visto
non l’avrebbe mai creduto possibile. Lui stava piangendo nel sonno.
Singhiozzi soffocati ma pieni di sentimento che non si sarebbe mai aspettata
dall’ex servitore di Phobos.
Lacrime, tante lacrime fredde COME LA PIOGGIA.
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