Memorie di Gasz - I bei
vecchi tempi!
Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri. Quando ebbi il mio primo
pokémon... Solo ora mi accorgo degli Iv's perfetti che ha (e
che fortuna sfacciata che ho avuto), ma a quei tempi ero troppo ingenua
per capire queste cose. Certo, avrei tanto voluto un Totodile come
starter, in fondo adoro quei piccoli pokémon che
mordicchiano tutto e si evolvono in coccodrilli meravigliosi, ma
purtroppo i miei dicevano che non ero pronta per l'avventura e non
potevo recarmi dal prof. Elm a prendere il mio primo
pokémon...piů o meno era quello che mi avevano
detto, credo. Ora vi spiego...
Sono nata nella regione di Johto, ad Amarantopoli. Fin da piccola i
miei mi portavano a vedere le Kimono Girl al teatro di danza. Anche mia
madre era stata una di loro, e a dire il vero, tutte le ragazze della
nostra famiglia lo erano state. Ognuna aveva una evoluzione di Eevee, e
di generazione in generazione cambiavano le evoluzioni. A me toccava
avere un Umbreon. Quindi, ogni giorno, mi portavano al teatro, per
farmici abituare, e ogni sera mi affidavano l'Eevee di famiglia per
portarlo a fare una passeggiata. Probabilmente era per far accrescere
l'amicizia tra me e il pokémon. Forse il pokémon
si affezionava a me, ma io non sentivo nessun tipo di attrazione per
lui. La mia passeggiata era sempre la stessa... andare davanti
all'edificio dei saggi ad ascoltarli da fuori nelle loro preghiere
liriche e nell'ascoltare il suono della campana chiara, un suono che mi
piaceva tantissimo... andare nella torre bruciata (disubbidendo ai
miei) per respirare l'aria (adoravo l'odore che si sentiva, un misto
tra antichitŕ e cenere), poi mi dirigevo verso la palestra,
ad ammirare il figlio del capopalestra, Angelo, allenarsi con i suoi
pokémon di tipo spettro... Lo invidiavo molto... lui era
destinato ad essere una figura di grande importanza, e soprattutto
poteva usare i pokémon che piů gli piacevano (lo
so perché me lo aveva detto). Anche a me piacevano i
pokémo di tipo spettro, e avrei di granlunga preferito
portare a spasso un Gastly, che una palla di pelo come Eevee. Quel
pokémon mi seguiva sempre, dicendomi *vee* ogni volta che mi
fermavo in posti che adoravo. L'ultima tappa era sempre davanti al
laghetto, che rispecchiava la luna... l'acqua era fredda, rinfrescante
e potabile, ed Eevee andava sempre a bere lŕ. Odiavo quel
pokémon. Non č colpa sua, certo, questo lo so...
diciamo che č colpa dei miei genitori!
Quando dissi ai miei che non volevo diventare una Kimono Girl, mia
madre svenne, e mio padre mi portň, tirandomi il braccio,
dai saggi, per chiedere a loro di farmi cambiare idea. E
cosě, dagli 8 anni fino a QUEL giorno, mi portavano non solo
al teatro, ma anche dai saggi. Quando ebbi compiuto 10 anni, chiesi,
no, che dico, PREGAI di poter andare dal Prof. Elm per avere uno
starter, ma loro mi dissero che non ero pronta e anzi, che non ne avevo
bisogno, che con me avevo Eevee... ebbene, quel giorno scappai di casa,
arrabbiata e frustata: mi portai delle pokéball rubate da
mio fratello (sě, avevo un fratello allenatore), presi uno
zaino con dei ricambi, e partii all'avventura, senza Eevee, di notte.
Ero decisa a catturare da me il mio primo pokémon.
Stupidamente, andai verso il monte scodella. Avevo intenzione di andare
fino ad Ebanopoli per poi fare la scorciatoia per andare verso Borgo
Foglianova, dal laboratorio del professor Elm, perň mi
mancava una cosa, infatti, dopo tanta fatica, e uscendo dall'altra
parte, dovevo comunque usare un pokémon con surf.... e io
non ne avevo nemmeno uno. Allora fui costretta a fare l'altra strada,
che passava per Violapoli. Rientrai nella grotta, e sperai vivamente di
non incontrare qualche kimono girl, amica di miei parenti, nella
strada. Ero arrivata quasi alla fine quand'ecco che un gruppo di Zubat
e Golbat mi assale. "Assale" per modo di dire, sembravano spaventati, o
disturbati da qualcosa. Non capivo cosa poteva essere successo, poi mi
ricordai che quei pokémon potevano sentire cose che noi
umani non possaimo udire (suona tanto da film...) e senza darmi tanti
problemi, ricontinuai a camminare quando vidi qualcosa di ovale. Era un
uovo pokémon! Ero felice, direi, dato che mai in vita mia
avevo visto un uovo diverso da quello di un Eevee. Ero Curiosa di
sapere che pokémon c'era, ma di certo non potevo romperlo,
ne sarebbe uscita una frittata. Allora decisi di tenerlo in mano per
tutto il viaggio. Andai verso il percorso 37, poi nel percorso 36, e mi
ritrovai a Violapoli. Era ancora notte, e le uniche luci della
cittadina erano quelle di una torre... andando a vedere, lessi che era
la torre sprout. Era una strana torre, oscillava a destra e a sinistra,
e naturalmente catturň il nostro interesse (si, anche quello
dell'uovo, dato che quando ero arrivata lě sentii un rumore
provenire da esso). Arrivata in cima, vidi due allenatori discutere: Un
ragazzo coi capelli rossi e uno con un ciuffo che usciva dal cappello.
Mi nascosi dietro una colonna, e da lontano vidi che l'ultimo aveva con
se un Cyndaquil. Intuii che venivano da Borgofoglianova, e che
probabilmente i due ragazzi non andavano d'accordo. Quando entrambi se
ne andarono, uscii dal mio "nascondiglio" e andai avanti. Un vecchietto
mi fermň: "Come mai sei qui? Anche tu vuoi dimostrare il tuo
legame con i tuoi pokémon?" mi chiese. Mi rattristai,
ripensando al fatto di non aver avuto la possibilitŕ di
avere un pokémon tutto mio. Il vecchietto improvvisamente mi
lasciň andare e mi fece il cennň di lasciare il
posto. Ancora oggi non so se aveva intuito la mia situazione... Alla
fine me ne andai da Violapoli. Fortunatamente per tutta la nottata non
incontrai nessuna kimono girl.
Andando verso la mia destinazione, ripensavo spesso ai due ragazzi
visti nella torre, soprattutto sul suo pokémon. Fantasticavo
su quello che avrei ottenuto, avrei tanto desiderato un Totodile, o un
Cyndaquil... no, un Chikorita no, ma solo perché mi
ricordano gli Eevee. Non lo so come, ma č cosě.
Speravo quindi di trovare un bel Totodile vivace o deciso, li ad
aspettare proprio me, o al massimo un altro esemplare di Cyndaquil. Ero
arrivata ormai a Fiorpescopoli quando il sole stava albeggiando. Entrai
nel centro pokémon e feci una sosta. Mi guardai in torno e
quel giorno capii quanto poteva essere dura fare l'allenatore. Molti
ragazzi erano li per la prima volta, mentre altri sembravano dei veri e
propri esperti di pokémon. Spazzolavano i loro amici, li
curavano, gli davano da mangiare, e tutto di prima mattina. Guardai il
mio uovo, e incominciai ad accarezzarlo. Ogni tanto si muoveva, e
dall'interno si sentivano dei rumori, ma soprattutto emaneva calore. Un
primo momento avevo pensato che si trattasse di un pokémon
di tipo fuoco, come un Houndour, un Larvesta o un Charmender, ma poi
pensai che anche un pokémon ghiaccio poteva avere un suo
calore. Decisi di riprendere il viaggio. Attraversai tutto il percorso
29, e finalmente, da lontano, vidi le prime case del piccolo paese.
Corsi a perdifiato, sempre stando attenta a non far cadere l'ovetto, e
quando arrivai una ventata mi venne incontro il viso. Si respirava
bene, li...non come la torre bruciata, ma anche quell'odore mi piaceva:
fresco, profumato, e con uno "spruzzo" di odore di mare. Respirai a
pieni polmoni, e credo che anche l'uovo lo abbia fatto. Mi guardai
intorno, e notai subito il laboratorio. Corsi verso la porta, la
sfondai con una spallata e andi verso un uomo che stava facendo una
telefonata. Stava parlando di un uovo misterioso, e guardai il mio.Mi
ero affezionata a quell'ovetto, se si trattasse dello stesso? Avrei
dovuto restituirlo? Ma poi sospirai di sollievo, dato che l'uovo in
questione si sarebbe schiuso. So che č maleducato origliare,
ma ero giovane e ingenua (anche adesso a dire il vero)...
Quando l'uomo chiuse il pokégear e si voltň verso
di me, gli venne un colpo. Speravo (e spero tutt'ora) fosse per la
visitŕ improvvisa e non per il mio aspetto.Quando si
riprese, mi chiese il nome e se ero una femmina o un maschio... no
aspettate, questo non credo me lo abbia chiesto...Insomma, dopo avergli
detto il mio bellissimo soprannome (e non nome, mi scocciava
dirglielo), gli chiesi io un cosa: uno starter. Mi portň
verso un banco e mi disse che purtroppo era rimasto un solo chikorita.
Mi morsi le labbra e imprecai dentro di me: Destino, mi odi
cosě tanto? Poi perň, per mia Fortuna, il
professore aggiunse che quel pokémon era per un'altra
ragazza. Chiesi quando sarebbero arrivati i prossimi
pokémon, e lui mi rispose non meno di una settimana...
Ero fuori, sulle rive del mare/lago/fiume (ancora adesso non so se
č un mare, un lago o un fiume) di Borgo Foglianova. Avevo
passato tutta la giornata lě, a vedere come lavorava il
professore. Una sua assistente, dai capelli azzurri quasi cristallini,
mi aveva dato delle dritte su come avrei potuto allenare i miei futuri
pokémon. Era molto simpatica, aveva un Meganium e altri
pokémon molto robusti. Bhe, la giornata era passata
cosě, con uno schiocco di dita, e adesso mi ritrovavo in
questa riva a veder il tramonto. Quando il sole sparě del
tutto, sentii un rumore. Un crick crock, un rompersi di qualcosa.
L'uovo si stava rompendo. Mi emozionai di colpo, ero curiosa di vedere
cosa ne sarebbe uscito fuori. Poco per volta, uscě una
piccola testolina , poi due alucce e, infine, cadde con tutto il corpo
sulle mie gambe. Lo presi delicatamente tra le mie mani, lo guardai, e
mi venne tanta tenerezza. Non lo so perché, ma
c'čra qualcosa in lui... qualcosa di speciale... sorrisi
dolcemente, mentre il piccolo pokémon stridě
delicatamente. Annusň prima l'aria, poi la mia mano. La
mordicchiň, e infine si appallottolň su di essa.
Era veramente piccolo, riusciva a stare in una mano. Ormai era notte
fonda, e il piccolo pokémon era sveglio piů che
mai, dopo aver riposato. Andai verso la foresta con lui aggrappato sul
mio braccio. Lo stringeva fortemente, come se non volesse perderemi.
Poi, quando lo alzai, piano piano si staccň, e, come se non
avesse fatto altro, svolazzň qua e la. Mi divertiva molto
quel piccolo musetto, che andava a destra e a manca, cercando di
catturare qualche insettino. Poi, quando probabilmente si
riempě lo stomaco, sfrecciň verso di me, e si
schiantň sulla mia faccia, facendo uscire un versetto dalla
sua bocca dentata. Si arrampicň fin sopra la mia testa, e si
appallottolň li. Sembrava piů un comportamente da
Meowth che da Zubat, ma questo poco importava. Da quel giorno, anzi, da
quella notte, io e il mio piccolo pokémon siamo sempre stati
assieme. Perň vi dico, per me č piů di
un pokémon o di un amico, e lo stesso vale per lui.
...Forse... siamo come madre e figlio... chi lo sa....
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Ok, che dire. Primo, grazie per essere riusciti a leggere tutto. Siete
vivi? Sani e interi? BENE!
Secondo... devo ammettere che volevo classificare questa storia come sentimentale e togliere avventura... ma alla fine ho fatto il contrario!
Avevo proposto un Contest sui nostri starter in un gdr, il vincitore
era chi avrebbe scritto la storia migliore.
A parte questo, č stato il primo racconto che ho mai fatto
in prima persona, e con tanti verbi...
Infatti scommetto che, oltre ad errori di grammatica, ne ho fatti tanti
con i tempi verbali... Sigh sigh!
EH vi aspettavate chissŕ chi/che vero? EH NO! Io mi tengo
alla larga dalle Mary Sue! Infatti Gasz, semmai continuerň
la sua storia, rimarrŕ single a vita! *risata malvagia*
Ma non la continuerň. Non sono brava a raccontare in prima
persona... e si vede!
Infine, dedico questa storiella al mio "starter" fisso, starter che non cambierei per nulla al mondo... Il mio caro figliolo Zubah (o Zubat, come preferite), adesso un bellissimo Crobah (o Crobat, come dite voialtri)... Grazie mille, per tutte le storie che abbiamo vissuto assieme!
Grazie anche a tutti voi! =)
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