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-Lo so. Lo so cosa vorresti dirmi, ma
ti prego. Lasciami parlare. E’ così tanto tempo che non
torno qui…mi sei mancato da morire. E non ridere! Sei sempre
stato tu quello che non sapeva esprimere i propri sentimenti. Quindi
chiudi la bocca e ascoltami. Ho bisogno di dirti alcune cose, devi
capire. Devi capire perché non sono più tornata dopo quel
giorno. Io ti ho sempre amato, e lo sai. Ho amato te, la nostra casa,
con le assi di legno scricchiolanti e le camere sempre illuminate dal
sole. Ho amato il portico e so che l’hai amato anche tu.
Dopotutto Arianna è stata concepita lì, no? Oh, la nostra
piccola…ogni volta che la guardo negli occhi è come se mi
tuffassi nei tuoi. Mi guarda, e sa. Come sapevi tu. Forse non riuscivo
più a sopportare quello sguardo, per questo sono tornata. E poi
anche Phil ha spinto perché io venissi qui. E’ un signore
distinto, sai? Mi piace svegliarmi accanto a lui la mattina. Mi fa
sentire meno sola. Ha un buon profumo. Non mi abbraccia come facevi tu,
ma abbiamo anche una certa età, e…ci capiamo. Sa che le
sue braccia non sono come le tue, lo percepisce. Ma non soffre,
perché le mie labbra non sono come quelle della sua adorata.
E’…forse un reciproco patto di consolazione. Ci facciamo
compagnia ed evitiamo che la stampa si faccia strane idee e ci
perseguiti con inutili gossip. So quanto odiavi tutta questa storia, ma
trovavamo sempre un modo per capirci, no? Eri un marito magnifico. Solo
che, beh…per quanto io cercassi di oppormi, la nostra vita ha
preso questa piega e non c’è stato niente che io potessi
fare per impedirlo. E’ solo che…avrei voluto avere una
seconda possibilità con te. Tutto qui. E non riuscivo a tornare,
sapendo che tu eri qui, inconsapevole o meno di tutto quello che stavo
vivendo, che anche solo il tuo ricordo mi faceva vivere. Mi ci sono
voluto 20 anni e tutto il coraggio che sono riuscita a racimolare. So
solo che ora che sono qui, non ti libererai di me, non facilmente.
Credo proprio che ci rivedremo presto, e non potrai farci niente.-
Rachel accarezzò la pietra dura e subito dopo si rimise in
piedi, attraversando lo spiazzo erboso con espressione pensierosa.
Risalì il leggero declivio che la portava alla sua vecchia casa,
vi entrò e si sedette tranquillamente al tavolo della cucina,
come se ancora appartenesse a quel posto.
Si addormentò nel loro vecchio letto col sorriso sulle labbra ed
un cuscino stretto al petto. Sapeva che a breve avrebbe raggiunto il
marito, il suo posto era sempre stato accanto a lui.
La figlia Arianna la trovò il giorno dopo, e scuotendo la testa,
si disse che dai suoi genitori non poteva aspettarsi altro. Predispose
che la cerimonia funebre avvenisse il giorno successivo, così da
dare a Phil il tempo di raggiungerla.
Quando finì finalmente di ringraziare i parenti e gli amici dei
genitori, prese una tazza di caffè forte e si piazzò sul
portico, dove poteva ammirare la vista del mare e due tombe sotto un
salice piangente.
Era tutto così perfetto che risultava quasi finto, ma era quel
che la madre aveva pianificato e i piani di Rachel Barbra Puckerman non
si discutono.
Dopo 20 anni, erano di nuovo insieme.
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Ok. Lo so che mi odiate perché non aggiorno le long.
Semplicemente sto aspettando di avere un buon momento per non scrivere
delle ciofeche. Intanto ci sono ancora altre 5 o 6 one shot che ho
già scritto e sto copiando sul pc mentre aspetto
l’illuminazione. Volevo mettervene una fluff, Puckleberry, invece
ho optato per questa. Eh. Sempre co ste cose tristi, direte…e
non è manco l’unica che ho scritto così!
Però prometto che appena sarà passato il giusto ammontare
di tempo, metterò anche quella.
Non possiedo niente di Glee, manco il cestino dove buttano i vuoti del caffè. Uff.
Mi scuso per eventuali orrori di battitura e grammatica.
BascioCascio
Vevve
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