NOTTE DI NATALE
***
Vigilia di Natale, Malfoy Manor.
- Sev, ti prego, inventa qualcosa! Gli ho scritto che sono
vedova!
- Proprio così, esplicitamente?
- Sì. Ho scritto che sono vedova, mio marito è
morto e mio figlio ed io quasi facciamo la fame. E poi
questo inconveniente! Chi lo poteva sapere che lo
avrebbero fatto uscire proprio prima di Natale!
- Mmh sì, non lo sapeva
nessuno. – disse pensoso il professore, - Ma
Draco lo sa? E’ d’accordo a recitare la parte del povero orfano?
- Ovviamente. Lucius non sa ancora quanto vanno male i
nostri affari. E questo qui… non mi ricordo mai
il cognome, ha dei miliardi.
- Ed è proprio solo al
mondo?
- Sì, ha novantasei anni. Non gli è rimasto
molto da vivere. E se io e Draco riusciamo a
piacergli… insomma, forse lui…
- Narcy, ma non è poi tanto vecchio.
- Capiscimi, Sev, lui è
insomma… è un babbano.
- Babbano? Tu hai un parente babbano?!
- Però non dirlo a Lucius,
lo sai che va fuori di sé se lo viene a sapere.
- Merlino…
- Smettila di ridere! Se la mia bisnonna all’inizio
del secolo ha sposato un babbano avrà avuto le
sue ragioni. Lui è eccezionalmente ricco, e non ha nessun altro oltre a
noi. Ci scriviamo da quasi un anno e stamattina mi è arrivata la
lettera… insomma mi vuole conoscere. Passa con noi la notte di Natale e
la mattina dopo riparte.
- Arzillo il vecchietto.
- Dice che è molto impegnato. Affari…
- Spiega a Lucius tutto quanto, non penso che avrà
obiezioni.
- Gli spiego che già un anno fa mi sono presentata
come vedova? Come pensi che reagirà?
- Quando si tratta di soldi… Anche
se dubito che reagirà bene.
- Sev, in casa non ci devono essere uomini. Io sono una
vedova povera e sola, con un bambino.
- E Draco passerà per
bambino? Ha diciotto anni.
- Per quello non posso farci niente. Ma
tu mi aiuterai?
- Ho forse scelta? Ricordati di nascondere gli elfi. E i quadri. Insomma per oggi hai abbastanza lavoro da fare.
- Farò in tempo. Ha detto che sarà
qui non prima delle 10.
***
Sera di Natale, Covo dei mangiamorte.
- Sev, hai notato che Narcy oggi era stranamente nervosa? -
disse Lucius sottovoce all’orecchio di Piton. – Voglio tornare a
casa.
- Non possiamo andarcene adesso. L’Oscuro Signore ha
appena cominciato il discorso trionfale.
- Allora ne avrà per un ora
minimo. Io vado. Lui non se ne accorgerà
neanche.
- Se ne accorgerà dopo.
- E tu distrailo. Io vedo come sta
Narcy e torno subito.
- Non provarci neanche! – Piton afferrò Lucius
saldamente per la manca. – Lucius, non farlo, ti prego.
- Perché, cosa succede?
- Non mi sembra il caso… Insomma,
è il discorso di Natale dell’Oscuro Signore. Come vuoi che
lo distraggo? Se ne accorgerà, lo
prenderà come una mancanza di rispetto e si arrabbierà…
- Solo per cinque minuti.
Piton non fece in tempo a dire niente,
Lucius era già scomparso. Tornò come aveva promesso in cinque
minuti. Prese Piton per la spalla e lo trascinò
fuori dalla sala, nel corridoio.
- Lucius, cos’hai? – Il
professore chiuse la porta dietro di se e solo allora si accorse
dell’espressione turbata di Lucius. - Cosa è
successo?
- Lei ha un uomo.
- Chi?
- Narcy. Lei sapeva che stasera sarei stato qui e ha
invitato un uomo.
- Lo hai visto?
- No, l’ho sentito. Mi sono
materializzato nell’ingresso… loro erano in salotto,
parlavano.
- Ma può essere chiunque.
- Sev, ma sei idiota? Ha invitato un uomo la notte di
Natale. Mi vuole lasciare.
- No… Come fai a dirlo?
- Probabilmente ha trovato una amante
intanto che io ero in prigione.
- A me non sembrava proprio. Era così preoccupata per
te.
- Una cosa non esclude l’altra.
- Sciocchezze, Lucius!
- Andiamo?
- Andiamo dove?
- A ucciderlo!
- Io non ti consiglierei di agire così in fretta. Ti ripeto, potrebbe essere chiunque.
- E’ il suo amante, ne sono
convinto. Allora, non vieni con me?
- Vengo. Però tu mi dai la
tua bacchetta, e stai zitto. Prima stabiliamo chi è e perché
è venuto. Altrimenti non vengo.
- Sev, perché ci siamo materializzati fuori?
- Perché entriamo come
persone civili.
- Ma così lui fugge!
- Cosa urli? Non sono mica in camera da letto. Sono
semplicemente seduti in salotto.
- Sev, tu non capisci! – Lucius era veramente
sconvolto. – Se li avessi scoperto in camera da
letto, avrei semplicemente capito che lei si era trovata una amante mentre io
ero in prigione. Un anno e mezzo è un sacco di tempo. Sarebbe stato
terribile, ma avrei capito. Forse. Dopo averlo ucciso. Ma
lei ha invitato un uomo la notte di Natale e lo riceve in salotto! Questo vuol
dire che non è semplicemente un amante. Mi vuole lasciare, Sev!
Probabilmente sa che sono rovinato.
- Sì, - confermò tristemente Piton ripensando
alla conversazione di quella mattina. – Lo sa.
- Ecco, vedi! Se ne andrà
con lui!
- Lucius, se lei vuole andare via con lui, lui non
fuggirà da nessuna parte. Lo vedi che ti contraddici da solo? Dai apri.
- Le bacchette le hai tu.
- Ah sì.
Vedendoli entrambi sulla porta del salotto Narcissa smise immediatamente di sorridere e si alzo dal tavolo. Anche il suo ospite si alzò, mostrando di essere un
vecchietto magro e non molto alto. Lucius rimase a fissarlo in preda allo
stupore. Se questo era l’amante bisognava riconoscere che Narcissa aveva gusti alquanto particolari. Gli ospiti inattesi comunque dovevano essere presentati.
- Questo… questo è… - Narcissa
sussurrò pianissimo.
- Permettetemi di presentarmi, io, come potete vedere, sono
il parroco della parrocchia qui vicino. – disse Piton
dopo aver capito cha avrebbe fatto meglio a prendere la situazione nelle
proprie mani. Draco per la sorpresa aveva dimenticato la buona
educazione e non si era neanche alzato dal tavolo.
- Piacere. E chi è il
signore con voi, Padre? – chiese educatamente l’ospite, che
Narcissa non aveva nemmeno presentato.
- E’ un mio parrocchiano. I suoi parenti mi hanno
pregato di occuparmi di lui oggi. Purtroppo non possono
ospitarlo in casa, è malato di mente.
- E’ un pazzo?
- Sì. E inoltre è
sordomuto. Qualche volta passiamo a trovare la povera e virtuosa vedova. Sapete, io ammiro questa donna. Un tale coraggio di fronte
al fato avverso!
- Siamo tutti nelle mani di Dio. – disse con un
sorriso l’anziano e si rimise a sedere. – Si, questa donna
indubbiamente merita la più alta stima. Suppongo il
defunto marito fosse un uomo rispettabile.
- Nel modo più assoluto. – confermò il
curato, schiacciando con forza il piede del parrocchiano sordomuto. –
Rispettabilissimo.
- Sono molto contento di sentirvelo dire. Tanto più
che pensavo di portare il giovanotto con me a Londra.
- Dove?? – esclamò il sordomuto, beccandosi per
questo una gomitata nelle costole dal parroco.
Ma era già tardi.
- Come scusi?
- Volevo dire, davvero? Un ottima
opportunità per il ragazzo! – disse come se niente fosse
Piton, e mise da sotto il tavolo l’incantesimo
‘Silencio’ su Lucius.
Dall’ingresso si sentì il caratteristico rumore
di un apparizione. Narcissa guardò con spavento
la porta.
- Lucius, cos’è questa sfacciataggine? –
tuonò minaccioso l’Oscuro Signore entrando nel salotto. -Perché
diavolo siete andati via? C’è la mia
festa…
- Un altro vostro parrocchiano? – chiese
l’ospite, per niente spaventato dagli occhi rossi e dalla faccia priva di
naso di Voldemort.
- C’è un ospedale psichiatrico qua vicino.
– disse piano il professore, sperando di non farsi sentire dall’Oscuro.
– Durante le feste hanno qualche giorno di libertà.
- Io sono Lord Voldemort. – si presentò
maestosamente il futuro dominatore del mondo.
- Onorato di fare la vostra conoscenza. – disse senza
scomporsi il vecchietto. – Io sono Caio Giulio Cesare.
- Devo aver sentito parlare di voi, -
l’Oscuro Signore pareva concentrato, - ora non ricordo bene…
- Io devo andare. E’ stato un piacere incontrarvi, mia
cara. – L’ospite si alzò e si inchinò
leggermente a Narcissa.
- Aspettate, vi accompagno.
- Vi scriverò, bambina mia, - disse il vecchietto
dirigendosi verso l’uscita. – Prima lascerete questo
posto malsano meglio sarà. Per voi e per il vostro ragazzo.
– La bacio teneramente sulla fronte.
- … e se continuiamo
così non riusciremo a conquistare non solo il mondo ma neanche questo
paese! – dal salotto si sentiva la voce alterata dell’Oscuro
Signore. – I vampiri irlandesi si rifiutano ancora di collaborare e anche
i giganti non vogliono riconoscere la mia sovranità. Per non parlare dei
lupi mannari…
- Ma li fanno davvero uscire solo durante le feste?
- Sì… - disse con voce dolente la ‘povera
vedova’.
- Siete una donna piena di spirito. Vi scriverò
presto.
- Va bene. Arrivederci. - Narcissa abbasso la testa e
sorrise.
“ Ora non ci ripenserà sicuro circa il
testamento, - pensava Narcissa soddisfatta chiudendo la porta. – Chi l’avrebbe mai detto che l’Oscuro Signore,
due mangiamorte e il manicomio della provincia si sarebbero integrati
così efficacemente per la realizzazione del mio piano!”
Fine
Ringrazio Kiti Vain per l’ispirazione
e chiedo scusa per tutti gli errori, imprecisioni e sciocchezze che posso aver
scritto. Commenti e critiche costruttive sono molto apprezzati.