Tra
prigioni e cantine
I passi echeggiarono ancora per un
paio di minuti diventando
sempre più nitidi fino a che una figura gli si
stagliò di fronte, impedendo
anche a quella già fioca luce di illuminargli la visuale.
Non aveva la forza di alzare il volto
quanto bastasse ad
incontrare quello del nuovo arrivato; il tempo che aveva passato li
dentro lo
aveva intorpidito fino al midollo.
Dopotutto la fatica probabilmente non
avrebbe appagato il
risultato: ritrovarsi a fissare la guardia di ronda, subire i suoi
scherni e
ricominciare a ciondolare il capo verso il basso con il collo
più dolente di
prima. Ma qualcosa lo tratteneva, e non si riferiva alle catene,
qualcosa che
lo stimolava in quel gesto, qualcosa che andava ben oltre
l’intuito….fu la
voce.
“Guardami.” Era
un ordine. Aveva piegato il suo corpo alla
sua volontà, lentamente, con continue e dolorose torture che
pian piano lo
avevano reso più innocuo di un piccolo agnello.
Aveva segni ovunque.
Cicatrici.
Ferite ancora sanguinanti, ferite
incrostate visibili o meno
che percorrevano per intero quel corpo perfetto quale era quello del
mostro
acquatico.
I capelli argentati che
incorniciavano il viso apparivano
sempre più sporchi e trasandati…solo una cosa era
rimasta sua.
Blue alzò lo sguardo verso
il suo interlocutore.
Pece. Neri come la pece erano gli
occhi di chi gli stava
davanti.
Occhi che ora lo stavano squadrando
dalla testa ai piedi
come fosse una banale merce di pessima qualità. Ma Blue non
abbassò lo sguardo.
Non avrebbe piegato anche la sua volontà oltre al corpo.
“Sei silenzioso
Suiki…non vorrai dirmi che sono riuscito già
a torcere a mio piacimento uno della tua razza! Sarebbe stata una vera
passeggiata. Pensare che non ho ancora cominciato a fare sul
serio.”
Gli occhi colore del ghiaccio non si
spostavano da quelli
neri quasi ad indicare che la loro sfida era ancora aperta, che lui non
aveva
ancora vinto.
Lui doveva farcela.
Passarono minuti interminabili,
simili a ore per Blue, fino
a quando il suo aguzzino non decise di lasciarlo di nuovo nel suo
silenzio da
solo.
“Puoi continuare a tacere
ma ricorda. Non sei l’unico da cui
posso ricevere le informazioni di cui ho bisogno. Il tuo compagno
è una preda
altrettanto fruttuosa.” Disse in tono pacato, lasciando il
mostro acquatico
solo, nei suoi pensieri.
Due ore.
In quel angolo di prigione
dimenticata da qualsiasi dio, se
ne fosse mai esistito uno, Blue dovette ritrovarsi di nuovo a
fronteggiare quel
odioso silenzio che da mesi riempiva le sue giornate.
Giornate piene di ansia, tristezza,
rabbia.
Ansia.
Rinchiuso in quel buco di segreta.
L’odore di marcio e muffa
che avevano da subito raggiunto le sue narici nauseandolo. I pasti
miseri che
gli venivano concessi. Le sbarre che chiudevano la sua prigione, con un
semplice tocco sarebbero potute cadere quando male erano ancorate al
suolo ma a
nessuno importava. Lui era completamente avvinghiato a catene. Collo,
braccia,
gambe.
Senza sapere niente.
I suoi compagni. Il suo party.
Nessuna notizia. Erano
rinchiusi in zone diverso di quel posto…non aveva idea di
cosa fosse poi, quel
posto!
Tristezza.
Per quello che li attendeva. Il non
vedere più i loro visi
che ormai erano così familiari.
A Blue mancavano i combattimenti con
quel idiota del suo
compagno, i pranzi di Ravi e le sue sfuriate per i loro litigi, le
battute di
Mippy.
Rabbia.
Per non essere riuscito a salvare
nessuno di loro.
E il silenzio continuò.
Fino a quando tutto quello che
riempì la mente di Blue fu un grido.
“BAKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”
“Baka…baka……baka?
Chi
diavolo si mette ad urlare baka in un posto del genere!”
E poi arrivò…un
dolore allucinante alla base del cranio.
Perché a Blue parve
così familiare? ..inconsciamente sapeva
che tutto stava per diventare nero.
E allora come mai tutto stava
assumendo luce e colore?
Strabuzzò gli occhi per
abituarsi alla luce intensa che
rischiava di accecarlo. Un unico punto di luce che si
rivelò…una torcia?
Fu così che Blue si
ritrovo naso contro naso con
un’arrabbiatissima Ravi intenta a sbraitare e a puntargli
addosso quella
dannatissima torcia che teneva in mano.
“M-A-T-I-S-E-M-B-R-A-I-L-M-O-D-O-??”
esclamò la giovane,
rossa in volto dalla rabbia. “Io e Keel ti abbiamo cercato
per ore. ORE! E tu
eri beatamente spaparanzato sulle scale della cantina?”
“Eh?”
“Non
‘Eh?’ a me signorino! Che diavolo ti è
saltato in mente
di addormentarti nel bel mezzo della missione!”
“Missione….ma la
prigione…le torture…”
Ravi inarcò il
sopracciglio. Prigione? Torture? Ma di che
stava parlando Blue?
“Ehi idiota non
è che venendo giù ti sei scolato qualcuna di
quelle bottiglie di alcolici? No perché sembra proprio che
tu le stia sparando
grosse. E grosse è dir poco! Ah ah ah!” Keel scese
le scale della cantina
ridendosela di gusto fino a raggiungere i compagni.
“Ma che cazz…era
tutto un sogno? E’ vero la missione a
Sunset city…Ma era così vero..” disse
il mostro acquatico più a se stesso che
agli altri.
“Deve essere stato davvero
bello allora!” ghignò il dragon
ape.
“Tutt’altro.”
La monster user spostò lo
sguardo da un adventurer
all’altro. Ok qualcosa non quadrava ma decisamente non aveva
intenzione di
perderci tempo adesso. Dovevano completare la missione, seppur noiosa:
e tre
piani sopra l’intera soffitta li aspettava pronta per essere
catalogata.
Al diavolo anche quel vecchietto e la
sua mania di
collezionismo.
Una voce li raggiunse
dall’ingresso della cantina. “Trovato
Blue-puo?” chiese il devil pig.
“Si tranquillo Mippy,
quella testa piena d’alghe era qui giù
a farsi una dormita!!”
“Dormita un corno! Ti pare
sia il tipo, mostro squama?!”
“Mostro squama? E questa da
dove salta fuori! Fatti sotto
scemo!”
“Senza pensarci due volte
idiota!”
Ravi non ne poté
più. “Adesso basta!”
“TU! Torna in soffitta e
riordina gli scatoloni che ci sono
sulle mensole arancio!” ringhiò rivolta a Keel.
“E posa quella cosa! Sono ore
che giri con quella dannata fionda alla cintura! E’ di mr.
Rodgar di sicuro
quindi rimettila dove l’hai trovata!”
“MENTRE TU finisci di
sistemare qui in cantina le bottiglie.
Mippy, con me.”
“Sì
signora!” esclamarono i due in coro.
Detto questo si diresse a passo
spedito verso una sala al
piano superiore con un devil pig alquanto basito che le svolazzava al
seguito.
Keel e Blue si diedero un breve
occhiataccia per poi
riprendere i singoli lavori. Quando il dragon ape era a metà
della rampa sentì
il Suiki borbottare qualcosa sulla linea del ~ non stavo dormendo ~ per
riuscire solo a stento a trattenere un moto di risa.
“FUNKY!”
Estrasse dalla cintura
l’oggetto che aveva sottratto alla
collezione presente in soffitta.
Di certo quella fionda crea-sogni
funzionava alla
perfezione!
E chissà quante altre
cosucce interessanti avrebbe ancora
trovato in quella miniera d’oro di cianfrusaglie! Oh si, con
quel baka di Blue
come cavia sarebbe stato un vero spasso!
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