9 September
Quando
ancora viveva a No.6, in quel particolare giorno, già dalle
prime luci del mattino l’odore dolce e invitante della torta
alle ciliegie
danzava nell’aria, fino ad arrivare alla sua camera da letto,
svegliandolo con
piacere. « Auguri Shion! » diceva allora Karan, col
suo solito dolce sorriso,
abbracciando poi suo figlio. Il ragazzino, ancora assonnato, mangiava
con calma la torta di
sua madre ed usciva, per andare a scuola. Come tutti i genietti di
No.6. Come
tutti i bambini prima, e i ragazzi poi.
Così
quel delizioso rituale si era
ripetuto per anni, con una fetta della sua torta preferita, i regali e i biglietti di
auguri, virtuali.
Quel rituale si era interrotto dodici anni dopo la sua nascita, con
l’arrivo
del più bel dono: un tifone, l’urlo del Moon Drop,
ed una figurina infantile
tremante e sanguinante accolta ed aiutata con gentilezza.
Una
figurina che gli aveva fatto gettare
al vento - forse in quello stesso tifone - il suo brillante futuro,
senza
rimpianti né dispiaceri.
Strusciò
ancora una volta la spazzola sul
pelo bagnato dell’ultimo cane, che tutto inzuppato
d’acqua non sembrava molto
contento di essere frizionato dalle setole fastidiose. « Ecco
fatto » gli
sussurrò col solito tono allegro l’albino,
lasciando in pace l’animale, che
trotterellò via. Stiracchiandosi e sbadigliando - Dio se era
faticoso quel
lavoro, stare chinato tutto il giorno a fare il bagno a morbidi e
carinissimi
ammassi di pelo; le spalle quasi non le sentiva più, se non
per qualche
scricchiolio che le ossa emettevano quando le muoveva -
tornò verso casa.
Il
pomello della porta, senza fare
storie, ruotò su se stesso e cigolando lo lasciò
entrare. In quel seminterrato umido,
occupato più da libri che da altri mobili, gli
sembrò di tornare indietro nel
tempo, accompagnato dall’odore dolciastro delle ciliegie e
della pastafrolla.
Spalancò gli occhi - quegli occhi rossi, sanguigni
che non riuscivano a spaventare come avrebbero fatto sul
volto di qualcun altro,
mitigati dalle espressioni serene di Shion - vedendo quella torta
poggiata sul
tavolo e Nezumi che armeggiava, voltato di spalle, con delle stoviglie.
«
Sono a casa » la voce incerta
dell’albino ruppe il silenzio, Nezumi si voltò,
con lo sguardo sorpreso
stampato negli occhi. Non potevi arrivare
fra cinque minuti? A quanto pareva no, e lui non aveva
neanche finito di
mettere le candeline sulla torta.
« Buon compleanno,
Shion! »
Sulle
labbra dell’altro ragazzo apparve
un sorriso caldo, mentre pronunciava quelle parole. « Non
sarà buona come
quella di tua madre, ma- » « Grazie »
l’albino scosse il capo. Andandosi a sedere
sul divano vicino all'altro che ultimava, impacciato - neanche sapeva
cosa fosse, un compleanno lui, ma dai racconti dell'albino gli sembrava
ci fosse affezionato
-, gli ultimi preparativi. « Grazie, Nezumi »
ripeté, lasciandogli un bacio sulla guancia.
In
quello stesso giorno, quattro anni fa,
aveva perso un brillante, finto, futuro a No.6 e ne aveva trovato uno
scintillante, migliore.
E il tifone, si corresse, non
era stato
il miglior regalo di compleanno che avesse mai ricevuto. Quel sorriso
era cento volte meglio.
writer's
notes~
Un'altra stupidaggine scritta
così, tanto perché oggi è il
compleanno di Shion ♥ Non sono sicura di aver reso
bene i personaggi con quelle due battutine e basta che dicono .__.
E non ce la faccio a scrivere
una nota più sensata, sono in agitazione da ieri per
l'episodio 10 >a<
Spero che a qualcuno piaccia anche se ho seri dubbi
eh, boh, buon compleanno Shion ~
La prossima volta, se ce ne
sarà una, scriverò qualcosa con un senso
compiuto, ed una trama, spero ._.
I personaggi di No.6 non mi
appartengono.
Bannie
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