Ti
ho visto morire
Ti
ho visto morire, ma ancora non riesco a farmi pervadere
da un’onda di sollievo. Ho visto il tuo corpo a terra, privo
di vita, ho visto
la fine del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi. Eppure,
a distanza di tre
mesi, ho ancora paura: una paura forse immotivata, forse irrazionale,
ma
devastante.
Temo
di vederti tornare.
Ma che ne ho fatto
della mia vita? Persa a dissolvere gli incubi altrui e il mio incubo
è sempre
qui. E’ vivido quando chiudo gli occhi e ricordo i
suoi capelli ondeggiare,
mentre schiva le Maledizioni Senza Perdono dei Mangiamorte;
è palpabile quando
sento l’odore della sua pelle, misto a quel profumo di fiori
che ho amato fin
dalla prima volta che sono stato qui; è tremendo, magnifico quando la osservo da lontano,
temendo di avvicinarla
troppo.
Non
riesco quasi a capacitarmi di questa
attrazione-repulsione nei confronti di Ginny: un tempo
l’avevo allontanata
perché temevo che venisse presa di mira dai Mangiamorte per
arrivare a me, ora
ho il terrore di cosa potrebbe accadere se ci riavvicinassimo, se
tornassimo a
viverci come durante le più belle settimane della mia vita.
Prima
di scoprire di essere stato un Horcrux la prospettiva di
non poter stare con lei alla fine di tutto questo non mi sfiorava
neanche la
mente; è vero, ogni tanto pensavo a lei con un uomo che non ero io e soffrivo in silenzio,
incapace di lasciare tutto
per tornare da lei e fuggire lontano, ma non era un futuro che mi sarei
aspettato sapendo che non ci sarebbero stati altri amori a sbarrarci il
cammino.
Per un momento, mi ha attraversato la testa il ricordo di una piccola
Ginny
nella Camera dei Segreti, una bambina impossessata e costretta ad agire
contro
il proprio volere, ed è stato in quel momento che ho
pensato: e se non fosse
realmente finita? Se Voldemort vivesse ancora dentro di noi, aspettando
solo
una nostra unione?
Strappo
alcuni ciuffi d’erba, reprimendo lo stimolo di
scappare via, lontano dalla Tana, lontano da Ginny.
Ma
perché sono venuto qui? Non sarebbe stato meglio restare
a Grimmauld Place con Kreacher, assaporando il ricco pasto che mi
avrebbe
preparato per il mio compleanno? Magari avrei potuto invitare Ron e
Hermione,
sarebbe stato piacevole; e invece mi sono lasciato convincere, incapace
di dire
di no alla possibilità di rallegrare la vita dei Weasley con
una festa. Stanno
ancora pensando a Fred, lo capisco dai sorrisi amari e appena accennati
di
George, e l’idea di passare una giornata felice, proprio come
un tempo, è per
loro una bella prospettiva. Nonostante questo, ho finito per esiliarmi
in un
piccolo spiazzo tra gli alberi, pur di resistere alla tentazione di
stringere
Ginny tra le mie braccia.
Un
rumore di erba calpestata. Mi volto rapidamente, pronto
ad affrontare la più grande delle mie paure,
perché sono bene che sa essere più
testarda di sua madre.
-
Ciao.
Nel
salutarmi si passa distrattamente una mano tra i
capelli, spostando una ciocca rosso fuoco dietro l’orecchio.
Basta solo questa
vista a farmi tentennare: sapevo che non sarei dovuto venire.
-
Ciao, Ginny! – rispondo con un tono allegro che non
è mio.
Si
siede accanto a me e subito mi lancia uno sguardo deciso.
– Mi stai evitando – afferma senza giri di parole.
-
No – mento, ma lei mi conosce più di quanto io mi
ostini a
credere.
-
Sì, invece. Non mi hai rivolto la parola per tutto il
giorno, hai anche finto di non sentirmi quando ti ho chiesto di
passarmi la
torta di melassa. Ti piace così tanto da volerla tenere solo
per te?
Azzardo
una risata, a disagio.
-
Magari si trattasse solo di oggi, però – sospira
Ginny. –
Sei stato con noi per i funerali di Fred -. Si ferma un secondo, vedo
il suo
petto gonfiarsi, ma poi riprende come se non avesse mai nominato il
fratello. –
Poi sei scomparso. Ron e Hermione dicono di venirti a trovare spesso,
però tu
non ti sei fatto per niente vivo qui. Sai che mamma avrebbe voluto
vederti? Sei
come un figlio per lei e darle il dispiacere di sparire dalla nostra
vita solo
perché non vuoi stare con me non è da te, Harry.
-
Ginny, noi…
-
…non possiamo stare insieme, l’ho già
sentita. Stavolta,
però, non ti chiederò quale sia la tua
“stupida, nobile ragione”, perché non ho
intenzione di saperla -. Si alza, furiosa, e scaccia con rabbia qualche
granello di terra dal suo vestito. – Sii felice con la tua
nuova fiamma, Harry.
In
quel momento, mentre la vedo allontanarsi senza
aggiungere altro, sento il cuore martellarmi nel petto un avvertimento.
-
Aspetta!
Le
afferro il braccio e lei si volta, rossa in volto come se
stesse lottando tra la voglia di piangere e quella di prendermi a pugni.
-
Non è così, io non sono innamorato di
un’altra.
Ginny
tamburella a terra con i piedi. – Ah, no? – cerca
di
dire con indifferenza, ma la sua voce si è incrinata.
-
No. Quella che amo… a distanza di un anno è
sempre la
stessa ragazza, Ginny, e non credo cesserà mai di esserlo.
-
E allora perché non vuoi stare con me, Harry?
Perché mi
eviti da tre mesi?
Non
riesco a trovare le parole: perché l’ho evitata?
In
questo momento, guardando i suoi occhi fissarmi con durezza e con la
speranza
di sentirmi dire qualche parola di rassicurazione, mi chiedo come sia
possibile
aver cercato di vivere senza di lei. Voldemort è stato nelle
anime di entrambi,
ci ha resi vulnerabili e ci ha fatto soffrire, ma unendoci non
finiremmo per crollare
l’uno addosso all’altra. Non siamo deboli.
Faccio
un passo verso di lei e Ginny sembra capire senza che
io le spieghi niente; abbozza un sorriso, poi si lascia baciare,
finalmente felice.
Ti
ho visto morire, Voldemort, e ora l’onda di sollievo
è
arrivata. Solo ora, mentre premo le labbra su quelle della ragazza che
amo, mi
rendo conto che la mia stupida paura era un’altra, ma mi
sembrava troppo
assurda per poterla accettare: temevo con tutto me stesso che non avrei
mai più
sentito quel tocco morbido delle sue mani sui miei capelli, temevo
veramente
che non l’avrei più trovata ad aspettarmi.
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Prima classificata: Ti ho visto morire,di
Medusa Noir.
Grammatica e lessico: 10/10.
Merlino, quante storie grammaticalmente perfette! La tua –
come se ci fosse bisogno di dirlo – non è da meno.
Bravissima!
Stile e forma: 10/10.
Non ho riscontrato parole ripetute più volte, la lettura
è piacevole e
scorrevole come poche. Mi piace da morire il tuo stile, lo sto
adorando.
Caratterizzazione: 10/10.
Harry è Harry, e Ginny è Ginny.
Lui, un po’ redicente nell’avvicinarsi a Ginny.
Lei, che invece non
aspetta altro ma credo che lui abbia un’altra. Ogni singolo,
minuscolo
comportamento è perfettamente IC. Talmente IC da far
spavento, Medusa!
Originalità: 10/10.
Ennesimo punteggio pieno! Ehi, non ti starai stufando?
Seriamente, si può dire che questa storia sia banale? No,
no, no. Ecco, no. Non lo è, punto.
Complimenti, di nuovo.
Gradimento personale: 10/10.
Merlino, Merlino, Merlino, ma io ti adoro! Mi piace da morire il
pairing Harry/Ginny – sebbene non sia tra i miei preferiti
– ma è
difficile leggere belle storie su di loro ultimamente, specialmente
contando che di solito lo accoppiano con Draco, con Severus, con
Hermione - *trauma al pensiero “Harmony”.
La tua storia, però, è qualcosa di bellissimo; mi
ha presa sin dalla prima riga.
Bravissima!
Totale: 50/50.
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