Rose e Lillā

di aaarg
(/viewuser.php?uid=136699)

Disclaimer: questo testo č proprietā del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dā diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Salve, sono tornata! Mi č venuto un lampo di ispirazione, spero di riuscire a portare avanti  questa storia in maniera soddisfacente! Intanto spero che vi piaccia il
 
PROLOGO
 
I miei genitori sono speciali. Sono ovviamente un uomo e una donna. Ma mia madre ha uno, anzi due nomi da uomo. E non č l’unica stranezza. Mia madre porta i pantaloni come papā, tira di scherma e va a cavallo come un uomo. Ma non č un uomo. E’ anche comandante delle guardie cittadine e mi dicono sia stata addirittura comandante delle guardie reali, quando c’era la monarchia. E mio padre? Lui č sempre stato al suo fianco, prima come attendente poi come soldato. Pare addirittura che lui fosse suo servo, ma mamma e papā dicono di essere stati fratelli, amici ma mai servo e padrona.
Loro hanno preso la Bastiglia, hanno vissuto la Rivoluzione in prima persona, hanno conosciuto Robespierre quando era uno studentello di giurisprudenza e non il terribile dittatore che poi č diventato, hanno combattuto contro Saint-Just e sono stati gli artefici del matrimonio di zio Bernard e zia Rosalie.
Zio Alain mi racconta che mamma sul lavoro ha un carattere inflessibile e che lui all’inizio la detestava. Ma io non ci credo: lo vedo quando crede di non essere guardato, che le fa gli occhi dolci. E poi non credo che mamma possa essere inflessibile e insopportabile. Lei č l’essere pių dolce del mondo. Certo non č una che ti vizia o che ti fa passare le marachelle, ma basta un suo sguardo e ti mette in riga. Sarā la sua educazione militare, chissā!
Papā invece č dolce come una brioche, fosse per lui io e i miei fratelli saremmo senza regole. Lui sė che ce le farebbe passare tutte! Forse allora č vero che mamma č inflessibile, ma non lo dā a vedere…
Io sono nata lo stesso giorno di mia madre, il 25 dicembre 1791 e mi chiamo Augustine, come mio nonno, il grande generale che protesse l’unione dei miei genitori quando ancora i matrimoni tra nobili e non nobili non erano possibili e creavano scandalo. Grazie a lui e alla defunta Regina Maria Antonietta, il matrimonio tra papā e mamma č stato possibile, quando tutto stava cambiando ma non tutto era ancora cambiato.
Dopo di me, sono nati Josef, in omaggio al Delfino di Francia morto poco prima che scoppiasse la Rivoluzione, Lulų – Dio solo sa che cosa aveva bevuto quel giorno mio padre -, e Amadeus, in onore del grande Mozart. Sė perché mia madre sa anche suonare bene il violino e il piano*.

Io mi chiamo Augustine Grandier-Jarjayes e questa č la storia di come sono venuta al mondo.
 
 
 
*licenza poetica presa in prestito dall’anime di Dezaki, dato che ai tempi di Oscar il Pianoforte non era ancora stato inventato.




Questa storia č archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=814641