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IL LAVORO PER ME ζ
Prendo il libro di Trasfigurazione
sotto braccio e mi dirigo verso il luogo dell'appuntamento, arrivando
in perfetto orario alla porta della biblioteca. Come sospettavo il
mio alunno si fa attendere. Cominciamo già con il piede sbagliato.
Corrugo la fronte facendo comparire una
ruga di nervosismo, incrocio le braccia intorno al libro e batto il
piede a terra. A intervalli regolari guardo alternativamente a destra
e sinistra nel corridoio, poi l'orologio. Cinque minuti. Nessuno. Se
non arriva entro i prossimi cinque può scordarsi il mio aiuto. Dieci
minuti. L'ho promesso al professor Silente, ma anch'io ho dei compiti
da portare avanti.
Sono nell'anno dei GUFO in fondo. Devo
anche compilare il questionario sulle materie che vorrei seguire
l'anno prossimo, ma non so ancora quale potrebbe essere la mia
carriera fuori di qui. Finora ho pensato solo a sfruttare
l'opportunità offerta dalla scuola per studiare e allargare il più
possibile le mie conoscenze magiche. Sbuffo. Gli concedo altri cinque
minuti ma solo perchè non voglio che il professore pensi che mi sono
tirata indietro.
Finalmente, con un quarto d'ora di
ritardo, il massiccio ragazzo fa capolino nel corridoio con i capelli
scomposti (più del solito) e la faccia rossa dalla corsa, gli
stivali sporchi e le mani a coppa come se volessero trattenere
qualcosa.
La voglia di fargli la ramanzina se ne
va mentre lo guardo avvicinarsi sussurrando alla cosa tra le sue
mani. Evidentemente lui si è accorto che sto fissando le mani e
smette di parlare, imbarazzato.
“Mi dispiace del ritardo” mormora
“ma mi sono imbattuto in questa” e schiude i palmi mostrandomi
una salamandra nera.
Io indietreggio d'istinto, i rettili
non sono proprio la mia passione. Precisando che, per me, i gatti non
sono inclusi nella categoria animali, se posso evito contatti con
qualunque rappresentante di quel regno. Non mi piace ammetterlo, ma
Cura delle Creature magiche è la materia che mi entusiasma di meno.
Hagrid, notato il mio improvviso
irrigidimento, si affretta ad aggiungere: “Alcuni ragazzini la
stavano prendendo a sassate, giù, vicino alla foresta. Poverina!
Probabilmente è scappata dall'allevamento del professore di Pozioni
dove diventerebbe materiale da laboratorio. Ma ti giuro che adesso la
metto via, aspetta” e da non so che tasca della giacca estrae una
piccola gabbia dove mette l'animaletto.
Mi rilasso, poi riprendo il
cipiglio severo e lo ammonisco: “Va bene, sei scusato, ma la
prossima volta non ti aspetterò!” e mi incammino verso quello che
ho ribattezzato il ''mio'' tavolo.
Hagrid si sistema di fronte a me
guardandomi mentre estraggo dalla borsa libro, piuma e un quaderno.
Mi schiarisco la voce e comincio:
“Bene, partiremo dalla base. Tira fuori il libro di
Trasfigurazione, volume uno, a pagina diciannove e leggimi le
eccezioni della Legge di Gamp sulla Trasfigurazione degli Elementi”
Vedo che il ragazzo continua a fissarmi
stupito, infine mi dice: “Veramente non ho portato il libro”
Massaggio un attimo le tempie per
non perdere il controllo di me stessa e chiedo: “Per quale motivo
non hai portato il libro?”
“Pensavo che usavamo solamente la
bacchetta”
“Dunque saresti in grado di citarmi
le eccezioni a memoria? E anche la Legge di Lavoisier sulla
conservazione della massa? E dirmi cosa succede quando cerco di
trasfigurare un uomo in un animale?” concludo con tono un po'
troppo saccente.
Hagrid si gratta i capelli crespi, mi
guarda, infine abbassa gli occhi e farfuglia quella che dovrebbe
essere la prima delle cinque eccezioni.
“No, Hagrid, non ci siamo. Ecco,
leggi da qui”
Il ragazzo prende il libro con le
manone e senza guardarmi inizia a leggere: “<< Tutto può
essere trasformato in tutto. Tuttavia esistono cinque principali
esagerazioni... >>”
“Eccezioni” lo correggo.
“<<...eccezioni a questa legge,
che sono: il cibo,
questo non può essere infatti creato e nessun altro corpo può
essere trasformato in esso; l'oro:
assieme ai metalli gre...grezzi, è impossibile da creare o da
ottenere tramite una Trasfigurazione>>”
“Grezzi? Preziosi. Tutti i metalli
preziosi.” lo correggo di nuovo. C'è qualcosa che non va. Mi
posiziono dietro di lui e lo osservo mentre legge. Mette l'indice per
tenere il segno ma vedo che a volte si blocca e aggrotta la fronte
come per capire che parola forma quell'unione di lettere.
E' dislessico. Gli metto una mano sulla
spalla e lo fermo.
“Basta così Hagrid. Cambiamo metodo,
io leggo e tu ripeti, d'accordo?”
Egli rilassa le spalle, sollevato di
non doversi più umiliare nel tentativo, e accenna di sì con la
testa.
Il tempo passa velocemente e sono già
le sette.
Ho la crocchia spettinata e mi sono
alzata le maniche della camicia per l'impeto messo nelle spiegazioni,
ma mi sembra di non aver ottenuto risultati. Gli ho ripetuto almeno
dieci volte le eccezioni di Gamp e dieci volte me le ha ridette
sbagliate. Abbiamo anche provato magie semplici: trasfigurare un
fiammifero in un ago, una gomma in un sasso, evanescere una piuma, ma
niente. Se riuscivano era per metà.
“Per oggi ci fermiamo qui” dico con
un tono un po' deluso.
“No, aspetta, sono sicuro che
stavolta ce la farò”
“Non sforzarti Hagrid, ritentiamo
domani”
Mi fissa con determinazione e mi
ripete: “Un'ultima volta, perfavore” e puntando la bacchetta
contro la matita davanti a sé esclama “Evanesco!”
Non riesco ancora a crederci ma questo
tentativo va a segno. Lo guardo orgogliosa: “Ce l'hai fatta!”
“Ce l'ho fatta!”
Gli brillano gli occhi per la felicità
e istintivamente si alza, mi prende per la vita e comincia a girare
su sé stesso.
“Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!”
continua a intonare.
“Hagrid mettimi giù! Mi gira la
testa!” gli urlo mentre arrossisco per il contatto ravvicinato.
Le poche teste rimaste sono voltate
verso di noi e Madame Noisette, la bibliotecaria, ci intima di fare
meno rumore se non vogliamo essere sbattuti fuori.
Hagrid mi lascia andare e si scusa con
lei e con me, ma non smette di sorridere. Anch'io mio malgrado sto
sorridendo.
Continua a ringraziarmi mentre
raccoglie le sue cose e se ne va verso la sala grande per la cena.
Mentre lo guardo andarsene penso che la sua soddisfazione è anche la
mia. Estraggo dalla borsa il foglio che dovrei consegnare, intingo la
piuma nel calamaio e scrivo sul tratteggio accanto alla frase
''Carriera scelta:'' Insegnante
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Spazio Autrice
Ci ho messo un bel po' ma questo è esattamente ciò che volevo
scrivere. Questo è un seguito del seguito. Spero che piaccia sia a
chi ha letto le altre due sia a chi non l'ha fatto :)
Grazie :)
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Patty ~
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