La sirena.

di Beliar
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I personaggi e la storia mi appartengono, dal primo all'ultimo carattere.
Prompt: 44.Tramonto



La sirena.





Camminava ad occhi chiusi, inspirando forte e sentendo la salsedine su per le narici, incastrata fra i capelli, fra le molecole della pelle. L’acqua era trasparente, attorno alle sue caviglie, e non sapeva dire s’era tramonto o alba. Il cielo era ovunque, scuro e l’orizzonte era rosso di un rosso da far commuovere.
C’erano gli scogli, accanto a lei, e vi poggiò una mano per sentirne tutte le crepe. Eccola un’altra cosa spezzata, pensò, gli scogli che si fanno abbracciare dal mare, come lei.
Diceva sempre: “Non vi pare strano? Che l’acqua, il mare, sempre calmo, con quelle onde piccole che ti accarezzano, quello che ti accoglie sempre con una canzone da lontano, il mare, frantuma le rocce? Le rocce che non si piegano a niente si fanno portare via, si fanno smussare. Le rocce si innamorano del mare, ecco cosa, e si fanno vincere.”
Il mare mi ha vinta, così credeva, mi ha vinta perché gli appartengo. Aprì gli occhi; un po’ le dispiaceva del suo vestito bianco bagnato ormai fino ai fianchi.
Continuava a camminare, la sabbia bagnata che la salutava. Che la invitava a rimanere.
Sarebbe rimasta.
Quella volta, sarebbe rimasta.




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