Ricatti
Ricatti
Lui è li, davanti ai miei
occhi. È seduto su un muretto davanti a casa sua, lo sguardo attento verso la
via, nell’attesa di veder comparire la persona che sta aspettando da qualche
minuto. È lì ma non mi può vedere né sentire. Non si può rendere conto di quello
che sta succedendo.
Sono seduta in una macchina
che non conosco, con un uomo, un pazzo che gli sta puntando contro una pistola.
Ho cercato di fermarlo, di farlo smettere ma non ha funzionato. Fa un caldo
infernale ma io sto tremando, ho i brividi; non è freddo, è puro terrore. Mi
volto verso di lui e ci riprovo.
“ Ti prego, lascialo stare.
Te lo chiedo per favore, smettila con questa pazzia. “
“ Dolcezza, mi dispiace.
C’è solo un motivo per cui io potrei mettere giù quest’arma e tu lo sai. Basta
un tuo sì e tutto sarà terminato. “ La sua voce è gelida, sembra quasi un
automa, non c’era calore né intonazione, solo cattiveria e determinazione.
“ No, mai! “
“ Benissimo, come vuoi tu.
“
All’improvviso lo vedo
scattare in avanti, prendere la mira e premere il grilletto. È un secondo.
“Oh Dio, no! Cos’hai fatto,
come hai potuto?! “ Grido e piango, e per un attimo non vedo più niente. Poi
apro gli occhi e lo vedo: la sua preda è ancora lì, sempre in attesa di
qualcuno. Guardo l’uomo al mio fianco: è bellissimo, probabilmente non ho mai
visto nessuno più bello di lui; peccato solo che sia un folle e che mi abbia
rovinato la vita.
L’ho conosciuto un mese fa,
per caso, di fronte alla mia scuola: stavo tornando verso casa e ci siamo
scontrati. Gli ho chiesto scusa ma lui, gentilissimo, mi ha detto che non era
attento e che era colpa sua. Per farsi perdonare mi ha invitato a prendere un
caffè in un bar. Devo averlo colpito perché fin dall’inizio ha cominciato a
farmi una corte spietata. Certo, dapprima mi ha fatto piacere, non capita tutti
i giorni di incontrare una persona come lui. Solo che, anche dopo la mia
spiegazione a proposito del fatto che sono già felicemente fidanzata, lui non ha
mollato, anzi. Ho cominciato a trovarmelo dappertutto, all’uscita da scuola,
davanti al locale dove vado abitualmente: ovunque andassi lo trovavo lì a
spiarmi. E sì che impegni deve averne molti visto il lavoro che fa. Gli ho
spiegato mille volte che non mi interessa, gli ho anche detto che cominciava a
spaventarmi ma non si è dato per vinto.
Questa sera me lo sono
trovato davanti a casa. Mi ha minacciato con la pistola e così ho dovuto
seguirlo: mi ha spiegato per filo e per segno cosa vuole da me. Io gli ho
praticamente riso in faccia perchè non ho la minima intenzione di cedere ai suoi
capricci e perchè fino a pochi minuti fa pensavo che non avrebbe avuto il
coraggio di attuare le sue minacce. Poi però, mi ha trascinato qui e ho capito
che fa sul serio.
“ Allora signorina. Quello
che hai visto era un avvertimento. Alla prossima ci sarà un vero proiettile
nella canna di quest'arma. È l’ultima volta che te lo chiedo, poi il destino
avrà finalmente il suo corso: che cosa decidi? “
I miei occhi si riempiono
di lacrime: non ho scelta se voglio che la persona che più amo al mondo resti in
vita. L’uomo che ho a fianco è determinato e non si tirerà certamente indietro,
lo ucciderà davvero.
“ Va bene hai vinto. Verrò
via con te. “
“ Molto bene tesoro, hai
fatto la scelta più saggia. “
Accende il motore e sorride
soddisfatto. Guardo fuori dal finestrino e fisso intensamente il mio ragazzo:
non voglio dimenticare nulla, nessun tratto del suo viso; voglio che resti per
sempre impresso nella mia memoria perché, da domani, non lo vedrò più né potrò
più parlargli. Vorrei solo gridare e spaccare tutto, ma sarebbe inutile. Vorrei
aprire questo maledetto finestrino e urlargli quanto lo amo e quanto mi
mancherà. Invece tutto quello che riesco a fare è coprirmi il viso con le mani e
cominciare a singhiozzare.
Mi lascia davanti a casa
mia.
“ Hai un’ora per preparare
tutte le tue cose. Io ti aspetterò qui fuori. Vedi di non fare la furba perché
se no il ragazzo muore. Hai capito? “
Sono apatica, non gli
rispondo nemmeno. Faccio per aprire la portiera quando uno schiaffo mi colpisce
in pieno viso.
“Allora tesoro, mi hai
capito o no?! “
Muovo la testa come a dire
sì: la guancia mi fa malissimo, brucia, e il suo urlo mi ha spaventato a morte.
“ Brava piccola. E ora vai,
corri. “
Il suo tono è tornato
normale, quasi dolce. Si avvicina e cerca di baciarmi sulle labbra ma io mi
scosto. Aspetto un altro schiaffo per questa mia azione ma lui sta immobile.
Apro la portiera e corro verso casa. Spero che mia madre non si accorga del
rossore e del fatto che sto tremando come una foglia. Senza quasi rendermene
conto sono nel salotto di casa mia; mi sporgo verso la cucina e saluto.
“ Mamma, ciao. Sono
tornata. “
“ Ciao tesoro mio. Tutto
bene? “
“ Sì mamma, sono solo
stanca. Vado subito a dormire, non mi reggo più in piedi “
Mia madre sta lavando i
piatti e per fortuna non mi può vedere: non credo che reggerei a questa farsa,
mi verrebbe subito voglia di raccontarle tutto ma non devo.
“ Buonanotte tesoro.
Ricordati che domani dobbiamo andare insieme a scegliere il vestito per il
ballo. “
Già, domani. Chissà dove
sarò domani? Sto per piangere ma mi trattengo.
“ Buonanotte mamma. Ti
voglio bene. “
Corro a perdifiato verso la
mia camera, non posso resistere un attimo di più. Mi chiudo a chiave e mi lancio
sul letto. Comincio a sbattere i pugni sul cuscino e a piangere come una pazza:
sembro una bambina che fa i capricci, è come se fossi tornata indietro nel
tempo. Ma ora mi dispero per qualcosa di importante: da domani sarò tagliata
fuori dal mio mondo, sarò a fianco di un pazzo che nemmeno conosco: perderò
tutto, le mie amiche, la mia famiglia. E poi lui? Come farò a vivere senza
averlo al mio fianco? Sento che mi manca l’aria, sento che se non mi decido
potrei fare qualcosa di veramente folle.
In macchina verso casa ho
pensato anche all’ipotesi di togliermi la vita, ma sono una codarda e non credo
che ci riuscirei mai. E poi non sopporterei di arrecare tanto dolore. Ho
imparato che devo combattere di fronte alle avversità e non scappare ed è quello
che farò anche questa volta.
Prendo una valigia e
comincio ad infilarci tutto quello che mi potrebbe servire, anche se non so
nemmeno dove sono diretta. Mi sembra di essere un robot, mi muovo a scatti, come
se fossi una macchina e non una ragazza. Mi avvicino alla finestra con la
speranza che lui sia sparito, che si sia reso conto della pazzia che sta
facendo: guardo fuori e il mio cuore si ferma. È ancora lì e mi fissa, poi mi fa
segno che mancano dieci minuti. Raccolgo roba alla rinfusa e sto bene attenta a
prendere degli oggetti che mi siano stati regalati dalle mie amiche e dal mio
fidanzato: voglio che almeno qualcosa me li ricordi quando sarò lontana, quando
non potrò più ridere con loro o lamentarmi della scuola o cercare conforto per
qualche brutto voto. Socchiudo gli occhi e cerco di portare alla mente i loro
visi gioiosi. Sto per mettermi di nuovo a piangere, lo so. Caccio indietro le
lacrime e comincio ad armeggiare con il mio telefonino.
Poco fa ho sentito mia
madre andare verso la sua stanza: ora posso scendere, sperando di riuscire a non
fare rumore, sperando che lei non mi senta. Non posso rischiare di essere
scoperta, la posta in gioco è troppo alta.
Non ho lasciato biglietti
d’addio. Sinceramente non avrei potuto trovare una scusa per il mio improvviso
allontanamento. Domani la mia dolce mamma troverà la stanza devastata dalla mia
foga, il letto ancora fatto e gli armadi vuoti: non credo che esista una
giustificazione per il dolore che proverà quando si renderà conto che io non
tornerò.
Scendo le scale con passo
felpato, sono talmente attenta che sembra che io cammini ad un metro da terra.
Sono davanti alla porta. Abbasso la maniglia e sono fuori: è passata mezzanotte
ma fa molto caldo e so che tra poco comincerò a sudare.
Mi giro verso la mia casa e
un mare di ricordi mi assale: i giochi nel giardino quando ero solo una bimba,
le liti furiose con mio fratello, i barbecue con tutti i miei parenti. Chissà se
avrò la possibilità di rivedere questo luogo un giorno. Se potrò di nuovo
sentirmi bene come fino a poco tempo fa.
Mi vengono in mente tutte
le persone che ho conosciuto negli ultimi anni, quelle amiche e quelle no, cerco
di rivivere in pochi secondi tutte le cose belle che mi sono accadute per
poterle portare via con me. Poi mi volto e vado verso quel pazzo.
Appena metto piede in
macchina me ne rendo conto: non ho avuto il coraggio di suicidarmi ma, in fondo,
non ci sono molto lontana. Adesso che sto per partire, sento che sto morendo
dentro.
Sono in ritardo di cinque
minuti e lui se n’è accorto.
“Non è che per caso hai
fatto la furba e hai chiamato qualcuno? “
“ No, non l’ho fatto. “.
Non posso dirgli che ho
usato cinque minuti per mandare una messaggio al mio ragazzo e che mi ci è
voluto così tanto perché non sapevo cosa scrivergli. Cosa dici all’amore della
tua vita mentre un altro uomo ti sta portando via? Quando hai scelto di perdere
tutto ciò che avevi solo per consentirgli di portare aventi la sua esistenza? Io
ho trovato solo sei parole:
“Ti amerò per sempre
Mamoru. Usagi. “
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