Nightmares

di rolly too
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Kankuro aveva iniziato a sognare la morte di Gaara dal giorno in cui aveva visto il fratello sdraiato su quel prato, pallido e rigido. La vecchia Chiyo l'aveva riportato in vita, ma quell'immagine tremenda era rimasta impressa nella mente di Kankuro con una forza che lui non riusciva a sconfiggere.
Nei suoi sogni, il cadavere di Gaara non riapriva gli occhi. Rimaneva lì, nel prato, e tutti se ne andavano. Solo lui e Temari restavano, perché Gaara era loro fratello e loro tre dovevano rimanere insieme, ora che si erano trovati. Ma, nell'incubo, quando tornavano a casa lui e Temari erano solamente in due. Anche in passato era stato così. Ma adesso non era più la stessa cosa. Adesso rinunciare a Gaara era troppo difficile, anche nei sogni.
Kankuro si svegliava di scatto e il cuore gli batteva nel petto con tanta forza da fargli male. Allora si alzava. Per prima cosa andava in cucina, a bere un bicchiere d'acqua. I suoi fratelli, a quelle ore indecenti della notte, non c'erano mai. E prima di tornare nella sua stanza, Kankuro andava nella camera di Gaara. Lo guardava in silenzio, fermo sulla porta. Rimaneva a scrutarlo per molto tempo, almeno fino a che il fratello non faceva un movimento o un rumore, e allora se ne andava richiudendo piano la porta, perché era sicuro che era ancora vivo. Allora si voltava, e apriva, piano, la porta di Temari. Così, solo per precauzione. Solo perché i suoi sogni mostravano Gaara non voleva dire che non si preoccupasse per Temari. A volte lei era ancora sveglia, e allora, dolcemente, lo rispediva a letto. Se dormiva, invece, Kankuro le si avvicinava quel tanto che bastava per vedere il suo petto che si alzava e si abbassava.
Allora, e solo allora, tornava nella propria camera. Si sdraiava sotto alle coperte tirate su fino al naso e tirava un sospiro di sollievo. E riusciva a riaddormentarsi.




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