Al
profumo di tè ~
prompt: #088, virtual
reality
I vicoli avevano un’aria meno minacciosa, e no, non c’entrava
il fatto che ora fossero illuminati
dalla luce del sole. Anche con il buio, anche senza i familiari rumori del
traffico britannico, l’aria di città avrebbe comunque assunto una
sfumatura nuova da questa parte dello Specchio.
Forse anche solo per quel buon odore di tè.
«È
strano.»
Il
borbottio disegnò un sorriso nuovo sulle labbra di Alice, che si voltò
con aria canzonatoria. A lui non sfuggì la sua occhiata.
«Sì,
strano. Insomma... irreale. Mi sembra
di vivere in una specie di... di sogno a tre dimensioni, che ne so.»
«Io non mi sono mai lamentata del tuo mondo.»
La
guardò senza parlare, con una di quelle espressioni che Alice aveva
imparato a decifrare da sola – una di quelle che le piacevano di
più.
Scoppiò
a ridere. «No, hai ragione. L’ho fatto di continuo.»
«Ah,
ecco.»
Il
braccio che teneva morbidamente avvolto al suo scese piano piano
a circondarle la vita. Alice gli si fece più vicina, inspirando a fondo
il profumo di tè che si era portato dietro, sulla pelle.
Era stata
un’impresa sfuggire alle domande della mamma, cavarsela con un abbraccio
frettoloso e uscire di corsa di lì con quello che lei le aveva
presentato come il gentile David; tornare
in casa ed evitare un secondo interrogatorio sarebbe stato indubbiamente impraticabile.
«Lo
sai, mi sa che dovrò trovarmi un appartamento. Voglio dire, tua madre si
è già presa un numero sufficiente di colpi per oggi – non sarebbe
una mossa saggia se tu piombassi lì stasera con un ‘indovina un po’?
Ho deciso di ospitare il muratore a tempo indeterminato’.»
Alice
continuò a sorridere – Dio, le
aveva letto nel pensiero – premendo il viso sul bavero della sua
giacca. Si erano fermati proprio davanti a quel vecchio palazzo nel quale,
più o meno volontariamente, si erano trovati già per due volte.
«Sarà
strano non poterti più chiamare Cappellaio» disse, fissando il
cantiere, ma ben attenta alla sua mano che le risaliva la schiena.
«Oh,
non è poi così grave. Potrai chiamarmi Cappellaio in
intimità.»
Alice
si ritrasse brusca e lo colpì in pieno petto. ‘David’ quasi
soffocò, e tentò di tenersi a distanza di sicurezza quando lei si
avvicinò ancora, con poca convinzione però.
«Non
cambierai mai» gli sbuffò in viso, già persa nei suoi occhi,
come la prima volta tra i boschi del Paese delle Meraviglie. «Per fortuna non cambierai mai.»
Il
Cappellaio sorrise trionfante.
I suoi
baci non avevano proprio nulla di
irreale.
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Nota: Giusto per non smentirmi, la
vigilia di un esame per me non
è il momento del ripasso, ma quello dell’inaugurazione di un nuovo
fandom. Ma la verità è che vale
assolutamente la pena persino di farsi bocciare pur di passare una notte
intera ad ammirare (e a fangirlare su) lo splendido
Cappellaio impersonato da Andrew Lee Potts in Alice. ♥