La flebile luce che
filtra dalle tende lo sveglia, insieme al freddo.
Allungando una mano,
si accorge che è coperto soltanto dal lenzuolo e sorride. Per
quanto possa sembrare stupido, quel risveglio gli è mancato
terribilmente.
Ci mette un po' a
riconoscere il luogo in cui si trova, forse perché è da
tanto che non ci torna... o forse perché la sera precedente
non ha fatto caso a nulla, se non a verde dei suoi occhi.
Con la massima
attenzione, Toris si mette a sedere e cerca in terra la coperta che
l'altro ha gettato in terra, ricoprendoli entrambi.
Il polacco sembra
profondamente addormentato, rivolto verso di lui, con la schiena
rivolta verso la finestra, quindi il sole non l'ha disturbato.
Una rapida occhiata
all'orologio lo avverte che non dev'essere più tardi dell'alba
e che la luce biancastra che trapela dalle tende dev'essere dovuta
alla neve che è caduta la sera prima.
Torna a fissare
Feliks, sfiorandogli il profilo del viso con la punta delle dita e
causando in lui un movimento come di un animaletto infastidito da
qualcosa sul muso, ma non lo sveglia.
Delicatamente
scivola lungo il suo collo, fino a rintracciare la cicatrice sulla
sua pelle, quel piccolo solco che sembra volerlo dividere dal lato
del collo al fianco opposto. Sa che non è l'unica, ma si
concentra su quella, quasi invisibile a causa del suo pallore, ma che
riesce a sentire molto bene con i polpastrelli.
Feliks non sembra
provare nessuna vergogna per quelle cicatrici. Gliele ha mostrate
senza remore e ci ha anche riso sopra. Per il lituano, invece,
mostrare le proprie è stato meno facile e più doloroso.
Non prova nessun
orgoglio per quei segni sulla schiena. Non ne vogliono sapere di
scomparire, di lasciare posto ad altro. E' un pesante passato con cui
fare i conti ogni volta che si ritrova nudo e non ne va' certamente
fiero.
Feliks ha un numero
di cicatrici decisamente più elevato delle sue. La sua storia
travagliata, anche recente, ne ha lasciate parecchie e, tra tutte,
spiccano quelle della spartizione. E' stato strappato letteralmente
in tre parti eppure... eppure quelle cicatrici sono meno deturpanti
delle proprie, di quei colpi di frusta sopportati per quasi due
secoli.
“Colazione,
tipo.”
Ridacchia piano,
distogliendo lo sguardo dalla propria mano e guardandolo. Lo sta
osservando con occhi assonnati e semi chiusi e si stiracchia un po',
passandosi casualmente una mano sulla testa -in quei movimenti quasi
involontari che si fanno quando ci si sveglia- e scompigliandosi
ancora di più i capelli.
Si affretta a
metterglieli a posto con le dita, rapido come se l'avesse sempre
fatto. Ed è così. Almeno fino a tanto tempo prima.
“E' solo
l'alba, riposati ancora un po'...” sussurra, posandogli un
bacio sulla fronte e rimanendo intrappolato in un abbraccio goffo.
“Tipo anche tu
dormi.” ribatte il biondo, tenendoselo vicino e sorridendo
quando il suo abbraccio è ricambiato. “Niente incubi.”
aggiunge, prima di assopirsi nuovamente.
“No, niente
incubi... Grazie.” sussurra Toris, con un nuovo sorriso.
|