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Suguro in love
Da un po’ di tempo nel dormitorio maschile degli aspiranti
esorcisti si parlava solo di una cosa, o meglio, solo di una persona. Inizialmente
la cosa era passata inosservata, venendo considerata solo semplice rivalità tra
i due ragazzi.
Okumura qui. Okumuta là. Oh, ma hai visto Okumura! Ah! Quello
scansafatiche di Okumura.
Okumura, Okumura, sempre e solo Okumura Rin.
Gli altri due abitanti del dormitorio proprio non ne
potevano più; nonostante gli iniziali screzi, anche Konekomaru aveva infine
accettato il fatto che nonostante Okumura Rin fosse il figlio di satana, questo
non lo rendeva uguale al padre, anzi, riconosceva l’impegno che il moretto
stava mettendo per farsi accettare da tutti, e per diventare un bravo
esorcista.
Shima trovava divertente tutto l’attaccamento che il suo
amico moro provava per il giovane demone,; ogni volta che veniva fuori qualche
discorso ricollegabile direttamente al demone, subito il suo amico ci si
tuffava a pesce e ricominciava con la solita solfa.
Okumura. Okumura. Okumura!
Sinceramente non riusciva a capire il motivo di tutto quell’astio
verso il giovane demone, a meno che quello fosse solo un modo per nascondere
qualcosa.
L’attrazione ad esempio.
-… è da incoscienti lanciarsi all’attacco senza avere un
piano efficace. Quello stupido di Okumura! –
Ecco, ci risiamo; pensò sconsolato il rosso, guardando
annoiato il suo amico.
- Bon. Posso farti una
domanda? – Chiese.
Tutto! Avrebbe fatto di tutto per interromperlo dal suo
blaterare cose sempre uguali su Okumura Rin; e fu ripagato dal più totale
silenzio, la risposta tanto agognata più del consenso di continuare a parlare
egli stesso. Era scocciato di essere stato interrotto, e si vedeva, non ci
voleva un genio per capirlo.
- Se ti piace tanto
Okumura-Kun perché non glie lo dici e basta?- Riuscì a stento a trattenere le
risate dopo quella frase, la faccia del suo amico era davvero comica! Anche se
sapeva di dover stare attento con la prossima affermazione se non voleva essere
ucciso dalla furia del suo amico.
- È un bravo ragazzo, sono sicuro che non ti prenderà in
giro e non penso ti dirà di no. – Continuò. - E ha una cotta per te. –
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