Si, una mia nuova creazione, ma
non del tutto mia. Questo primo capitolo è diciamo una mia
versione
di un capitolo già esistente. Me l'ha mandato Quintessence
(autrice qui su EFP e mia cara amica)
in privato, affinchè io lo leggessi. Ne sono rimasto
stregato, e gli chiesi di continuarla. Ma lei
ha rifiutato, in quanto questa storia per lei rimane una shot, ma
io ero convinto che si meritasse
uno sviluppo. Così nasce questa Long, affidatami da lei
stessa dopo che io le avevo
illustrato le mie idee. Spero mi seguirete anche in questa avventura.
Un saluto e, come sempre, Buona
lettura.
Yammi.
La consapevolezza che lo stava osservando era chiara. Se ne era
accorto solo ora, nonostante sospettasse che ciò accadesse
già da molto
tempo. La vita, in quel futuro tanto atteso, non era come doveva
essere. Una moglie così impegnata ad amare il mondo da loro
governato che l'amore rimasto per lui, suo marito, si era impoverito
sempre di più. Una figlia che gli sembrava sempre
più strana ogni giorno. In quei momenti avrebbe fatto
sicuramente a meno dello sguardo di Pluto così insistente su
di lui, che gli sembrava sbucare in qualsiasi angolo buio in cui
guardasse.
Sapeva che la sua posizione alle Porte del Tempo era solitaria, questo
lo sapeva bene, ma se il destino le aveva dato la
possibilità di guardare qualsiasi cosa da
lontano...perchè fargli sentire il suo sguardo
così affilato ed insistente? Perchè non
nasconderlo?
Un giorno, particolarmente nervoso, si ritrovò a vagare per
un corridoio deserto. Continuava a sentire lo sguardo di Pluto su di
lui. Irritato, deconcentrato, ecco come lo faceva sentire.
La sera prima c'era stato un banchetto, uno di quei banchetti sontuosi
che aveva tanto sognato di fare con la sua amata in quel futuro, ma da
cui adesso avrebbe preferito fuggire all'istante.
Serenity era bellissima, con sguardi d'amore per tutti, tranne che per
lui. Aveva mangiato tutto ciò che c'era sulla tavola, anche
se con molta più raffinatezza di come faceva da giovane.
Small Lady aveva passato la serata sotto il tavolo, non uscendo nemmeno
per il dessert, sporcando e stracciando il vestito nuovo gettandosi sul
pavimento e giocando con dei cani. Gli sembrava quasi impossibile che
quella, sua figlia capitatagli tra capo e collo, potesse essere la
stessa bambina che molti anni prima era venuta dal futuro. Gli sembrava
solo la più strana e scomposta bambina che avesse mai visto.
Mentre questi pensieri si annidavano nel profondo del suo animo
sentì lo sguardo di Pluto farsi più insistente,
tanto che quasi sobbalzò quando una mano gli si pose sulla
spalla destra. Il sangue nelle vene smise quasi di circolare. Ma era
solo un cortigiano di corte che lo informava di alcune piccolezze. Ma
in quel momento aveva capito che era troppo, troppo anche per
lui.
Poche ore dopo, stava aprendo la porta che solo la reale famiglia
poteva aprire, che solo la reale famiglia poteva vedere. Si era
ritrovato così di fronte alla nebbiosa Porta del Tempo. Si
faceva strada in quella nebbia con naturalezza, come se avesse
attraversato quel passaggio molte (troppe) volte.
Serenity ci si perdeva facilmente. Lui invece conosceva quei luoghi
come le sue tasche. Forse meglio.
Trovò Pluto ad attenderlo. Quando lo vide non
mostrò la minima traccia di sorpresa. Anzi, sembrava
piuttosto annoiata.
«Da quando hai
preso l'abitudine di spiarmi? Lo trovo
piuttosto irritante e non voglio passare la vita a guardarmi le spalle
da una donna sola e annoiata dalla sua solitudine che non fa altro che
spiare la gente». Udendo
quelle parole gli erano sembrate più cariche di rabbia di
quanto in realtà non fossero. Cercò di fare un
sorriso, come un cuscinetto per attutire la sfuriata di poco fa. Pluto
lo guardò con uno sguardo neutrale, quasi come se non
sapesse di cosa Endymion stesse parlando.
«Qualcuno deve spiarti»
«Mi spiace deluderti ma ti stai confondendo con
mia figlia. Avrebbe più bisogno lei di me di due occhi
puntati addosso continuamente» Era
convinto di quel che diceva. Sicuramente Small Lady era una bambina di
quelle che si dovevano controllare costantemente, per evitare che
facesse qualche guaio. Forse in quel senso era uguale a Serenity. O
meglio, alla Serenity di tanto tempo fa. Pluto scrollò le
spalle in un gesto naturale. Era una donna altra, molto più
alta di Serenity e di Jupiter Eppure conservava, quasi nascondendola,
una candida femminilità capace di incantare qualsiasi
uomo...E lui?
«Hai bisogno della mia attenzione»
mormorò tranquilla. Sembrò che i suoi
occhi sapessero.
Ma non era vero. Però quegli occhi rossi sembravano fin
troppo sicuri. Endymion si era spesso domandato perchè solo
sua figlia e la guardiana del Tempo avessero gli occhi rossi. Gli occhi
del demonio. Eppure quelli di Pluto erano tutt'altro che demoniaci.
Quegli occhi nascondevano tentazione.
«Tu pensi di conoscermi, ma non
è così. Non sai nulla di me»
ci fu un movimento, rapido. Avanzò di un passo,
smuovendo la nebbia sotto di loro, che tornò ad inghiottirli
quasi subito. O almeno, così sembrava.
«Ma sapevo che saresti venuto, di nuovo»
a queste parole cercò la sua mano. Era fredda. Si
era forse sfilata i guanti o si stava confondendo?
«Per questo mi fai sempre capire che
mi guardi? Volevi che tornassi?» lasciò
la sua mano, così fredda ma tuttavia piena di vita. Era
capace di guardarli tutti senza farsi sentire, lo sapeva. Eppure con
lui si faceva sentire, ed anche tanto.
«Forse»
«Amo mia moglie» quelle
parole suonarono così sottili, tra quelle coltri di nebbia
senza tempo. Quelle parole sembravano più a voler convincere
lui che qualcun altro.
«...Forse» quel
tono di voce non gli piaceva. Era troppo sereno.
«Amo mia moglie, e tu lo sai. Ecco
perchè abbiamo smesso di...»
«Ma tu sei qui» lo
interruppe lei, sempre con quel tono sereno «Questo
non è smettere.»
«Io amo Serenity!» ripetè
ancora. Forse, se lo avesse ripetuto più spesso, avrebbe
potuto crederci di nuovo. Ma la verità era che quel
sentimento non gli sembrava più vivo. Pluto tornò
a cercare la sua mano. Lui, a quel tocco, si sentì gelare.
Quante volte avevano tenuto quella conversazione? Una, due, tre
volte...forse più. Incominciavano tutte così, con
Endymion che insisteva sui suoi sentimenti d'amore per Serenity, su
quanto l'amasse. E finiva sempre nello stesso modo.
«Tu amavi Usagi»
sussurrò la donna, e lo baciò. Quelle
labbra sembravano di fuoco, la differenza con le sue mani fredde era
evidente, ed era il motivo principale per cui Endymion si arrendeva
ogni volta.
Pluto lo conosceva molto
bene, dopo tutto.
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