Perdonami...
e grazie per tutto...
Sembri molto
più adulto adesso.
Dopo due anni sei cambiato, molto, troppo forse.
Abbiamo passato troppo tempo insieme per non notarlo. Tu tenti di
nasconderlo, ti ostini a mostrarti come sempre, come un bambino, dolce
ed ingenuo, sempre pronto a sorridere a chiunque, ma non è
così. Non più almeno.
Quando ti ho conosciuto eri un ragazzino tutto solo, in cerca di amici,
di compagni, di qualcuno che si fidasse di te, mettevi tutto te stesso
nel trovarli, e alla fine ce l’hai fatta. Per qualche strano
motivo sei riuscito a farti dire di sì da tutti, anche da
me, una persona solitaria e tutto sommato intelligente. E ci tengo a
sottolineare la parte riguardo l’intelligente,
perché nessuna persona sana di mente si metterebbe a seguire
un pazzo come te.
Quando hai cominciato a radunare i membri della ciurma eri solo un
ragazzino esagitato che gridava al mondo il suo sogno,
com’è possibile che qualcuno sano, furbo e forte
abbia deciso di seguirti? Ah già, forse è
perché sei tu. È impossibile dirti di no,
perché una volta visto il tuo sorriso non si riesce
più a pensare ad altro.
Così hai iniziato a cambiare, sempre di più,
sempre in meglio, cambiando anche chi ti stava attorno. Senza di te
molto probabilmente molte delle persone che conosco non sarebbero come
sono ora, o addirittura non ci sarebbero più. Tu sei in
grado di salvare tutti, come un eroe. Hai risollevato dalla fossa in
cui erano cadute molte persone che nemmeno conoscevi, solo
perché era nel tuo istinto.
In cambio, tutti loro, e anch’io credo, ti hanno permesso di
crescere, di maturare. Ora sei più sicuro di te,
più forte, più coraggioso, e la tua forza di
volontà è immensa. Grazie ad essa sei riuscito a
diventare un pirata, a mettere insieme una ciurma e a scoprire mondi
nuovi.
La tua fama è cresciuta sempre più, ed ora sei
uno dei pirati più temuti al mondo. Sei partito senza un
nome, senza una nave degna di tale definizione, una bandiera, una
ciurma! Solo con i tuoi sogni e la tua grande passione e la tua gioia!
Immagino che tu non abbia mai pensato neanche lontanamente alla
possibilità di non trovare nessuno disposto a stare al tuo
fianco, anzi, sicuramente hai pensato direttamente a te che trovi One
Piece insieme ad un enorme ciurma di pirati su un enorme veliero! E la
cosa più divertente è che ci sei quasi! Sei
riuscito a mettere insieme una ciurma di grandi pirati, su una
magnifica nave, e il nome di “Rufy Cappello di
Paglia” ora riecheggia in tutti i mari, portando timore e nei
cuori dei marine, ed è una cosa che mi diverte molto! In
più provo un orgoglio immenso, come tutti coloro che ti
conoscono immagino, per fama che sei riuscito ad ottenere.
All’inizio, quando eri appena diventato un pirata, eri
conosciuto come “il fratello del grande pirata Ace Pugno di
Fuoco”, o come “il nipote del vice-ammiraglio
Garp”. Al massimo venivi chiamato “il pirata di
gomma” o più semplicemente “cappello di
paglia”, tutti appellativi giusti credo, ma che non dicono
niente su di te. Ora invece tutti ti conoscono come il
temutissimo Rufy Cappello di Paglia, capitano di una ciurma
composta dai nove membri più pazzi di tutti i mari, membro
delle undici supernove, sulla cui testa pendono 300.000.000 milioni di
berry.
Di sicuro sei molto fiero della tua taglia. Ti è sempre
piaciuto vedere di quanto aumentava, perché era il modo
migliore che conoscevi per capire a che livello eri rispetto a tutti
gli altri grandi pirati. Sicuramente sei fiero di essere
così in alto avendo mantenuto il tuo animo pulito,
perché tu sei tenuto sì, ma non come molti pirati
che si fanno strada per la loro sete di sangue e potere, ma come pirata
potente, talmente potente da avere il coraggio di attaccare
un’isola della marina ed uscirne indenne insieme hai tuoi
compagni. Tutte le tue grandi imprese che hai compiuto le hai portate a
termine senza uccidere nessuno, senza perdere nessuno. Tutte le volte,
tranne una, forse l’unica volta in cui davvero avevi bisogno
di avere un lieto fine.
Forse, come dicevo prima, l’orgoglio per tua taglia e la
gioia di essere di nuovo con i tuoi compagni dopo due anni sono le
uniche vere emozioni che hai mostrato finora, e tutto ciò fa
male, sia a te, che a me, che a tutti gli altri. Perché
tutti hanno capito che menti loro ogni giorno, che è tutta
una finzione, è inutile nascondermelo e nasconderglielo.
Perché non sono più l’unica persona a
capirti davvero, anche loro ti capiscono, e comprendono la tua
tristezza, perché una cosa che lega la ciurma di Cappello di
Paglia è l’aver perso qualcuno di importante, e
forse proprio per questo anche loro fingono. Sanno cosa si prova, e non
vogliono farti soffrire ancora di più.
Sapevano bene cosa aspettarsi, anche se trovarsi davanti la
verità è sempre dura. Ma cos’altro ci
si poteva aspettare? Era ovvio no? Il capitano, che si era sempre
mostrato così forte e positivo, ora era distrutto dal dolore
per la perdita del suo migliore amico, del suo punto di riferimento, il
suo idolo, il suo fratellone Ace. Non poteva accadergli cosa peggiore
probabilmente. Lui, il ragazzo/capitano più infantile ed
ingenuo del mondo aveva perso ciò che gli era di
più caro. Ed ora la sua ingenuità era sparita.
Tutta. Non era rimasto più niente del vecchio e sciocco
capitano. Che potessero dire quello che volevano, ormai era
cresciuto e di ingenuo non aveva più niente. La sua
caratteristica ingenuità e il suo essere infantile, la sua
spontaneità, tutto era morto insieme a suo fratello.
Gli era morto tra le braccia, solo per proteggerlo, e questo non se lo
sarebbe mai perdonato, quando aveva capito che quella volta nessuno
avrebbe salvato la situazione, qualcosa nel suo cuore era cambiato.
Mentre pronunciava le sue ultime parole Rufy piangeva come un bambino e
lo implorava di non lasciarlo, di mantenere la promessa. Ma era troppo
tardi. Aveva fatto tanta strada per salvarlo per vederlo morire per
proteggerlo, quando per una volta doveva essere il contrario…
Perdonami Rufy, perdonami… È colpa mia se ora
soffri così… È stato egoista da parte
mia molto probabilmente, ma devi capire che ho reagito
d’istinto, perché sei il mio fratellino, e non
potevo lasciarti morire davanti hai miei occhi… Non pensare
a me come un freddo cadavere, ma come uno spirito finalmente libero,
come ho sempre desiderato… Ora anche tu devi liberarti
fratellino, liberarti da me… So che sarà
difficile, ma devi farlo, per te stesso e per la tua ciurma…
Hanno bisogno di un capitano forte e coraggioso, in grado di guidarli
sempre e comunque, in qualunque situazione… Piangi se ne hai
bisogno, loro capiranno… Non pensare che sia da deboli
piangere, ho pianto anch’io alla fine no? Non penserai che io
sia debole vero? Sfogati, piangi, strilla, urla, più che
puoi, fino a sgolarti… Loro ti staranno accanto,
perché sono tutti bravi ragazzi…
Ora devo andare… mi scuso ancora per il mio egoismo e per
non aver mantenuto la promessa… Ma proprio per questo dovrai
impegnarti ancora di più nel tuo sogno: diventa Re dei
Piati, anche per me!
Addio, fratellino…
…e grazie per tutto……
«Capitano!
Ehi, capitano! Svegliati! Siamo quasi arrivati all’isola per
fare rifornimenti! Forza, svegliati Rufy, non è questo il
momento di dormire!»
«…Nami?»
«E chi sennò? Forza, in piedi, è ora di
lavorare! Ma cos’hai, sembri strano… stai male per
caso? Hai fatto un brutto sogno?»
Rufy si alzò lentamente a sedere. Si era addormentato sulla
polena, come suo solito, senza nemmeno accorgersene, e Nami era dovuta
salire fin li per svegliarlo.
«Allora? Mi dici che hai o preferisci andare subito ad
esplorare l’isola? Sai che non fa
differenza…»
Rufy alzò lo sguardo su Nami e cominciò a
piangere. Calde lacrime gli scendevano lungo le guance, passando sopra
la cicatrice che si era fatto da bambino come segno di coraggio cadendo
sulla testa del gigantesco leone sul quale era sdraiato.
«E-ehi Rufy, che hai!?» «Che ti prende
capitano?» «Cosa succede Cappello di
Paglia?» «Perché piangi
capitano?» «Hai male da qualche parte? Se vuoi ti
porto subito in infermeria!» «Yoh-oh-oh, vuoi una
tazza di thé? Potrebbe aiutarti a rilassarti.»
«Forza capitano, non c’è bisogno di
piangere davanti alla potenza del grande capit-» «O
è la fame? Non pensavo che potessi avere questa
reazi-» gli ultimi due erano stati bloccati sul nascere da un
colpo inflitto dallo spadaccino della ciurma. Non era il momento per le
idiozie.
«…Ace…» mormorò a
fil di voce Rufy, solo Nami riuscì a sentire, il che la
porto a ripetere più forte il nome appena udito,
per far sentire a tutti cosa faceva soffrire tanto il loro amato
capitano..
«Ho fatto un sogno, dove qualcuno mi parlava.
All’inizio non avevo capito, pensavo che fosse uno di voi,
anche perché non capivo se fosse maschio o femmina. Ma pian
piano la voce si è fatta più nitida e ho capito
che era Ace a parlarmi… M-mi ha detto tantissime cose, ha
detto di essere o-orgoglioso di me, che sono cresciuto, c-che devo
mantenere saldo il mio sogno, che g-gli dispiace per la promessa, che
v-voi mi starete accanto, che devo piangere, piangere e l-lasciarlo
andare! Ma non posso, d-devo essere forte, non devo mostrarmi debole!
Aceeeeeeee! Non dovevi morire, toccava a me, perché
è successo!?! Non devono vedermi piangere, vedermi debole,
altrimenti penseranno che non sono un buon capit-» non
terminò il suo sfogo perché lo schiaffo di Nami
glielo impedì.
«Idiota! Stupido imbecille cretino idiota!» lo
stava prendendo a pugni sul petto, e anche gli altri lo guardavano come
se l’unico desiderio fosse quello di picchiarlo. Alla fine
Nami lo abbracciò e lo strinse forte a sé fino a
fargli male.
«Per cosa credi che esistiamo noi!?! Siamo qui per
sostenerti, per confortarti quando ne hai bisogno, per farti piangere!
Piangi idiota, piangi finalmente, e smettila di fare il finto
insensibile, perché nessuno ti crede, nessuno! Fallo per te,
per noi, per lui!».
Ora tutti erano sulla polena con loro. C’era chi lo
abbracciava, chi gli dava pacche sulle spalle, chi semplicemente gli
stava vicino o che piangeva con lui. Cominciò a piangere il
più forte possibile, come nel momento in cui tutto era
cambiato, ma questa volta i suoi compagni c’erano e lo
sostenevano.
“Che ti avevo detto? Sei proprio uno stupido. Continua a
piangere fratellino, fino a che ne avrai bisogno.”
“Ace…”
“Sono qui solo per dirti questo: sorridi. Sorridi come un
tempo. Torna a sorridere come due anni fa. Ok piangere, ma non far
sparire per sempre il tuo sorriso. A tutti manca il tuo enorme sorriso.
Col tempo riuscirai a farlo senza bisogno che sia io a ricordartelo, ma
per ora, ricordati solo questo: sorridi fino alla fine, come ho fatto
io.”
“Ok Ace, farò come dici! Proverò a
dimenticarmi di quel giorno, ma tu resta al mio fianco, ok?”
“Sempre.” E con un ultimo dolce e fraterno
abbraccio Ace sparì, lasciando solo un segno del suo
passaggio.
Tutti finalmente rividero quel gran sorriso che da sempre aveva
caratterizzato il loro capitano, e capirono che, prima o poi, con il
tempo, tutto sarebbe tornato come un tempo: finalmente i loro sorrisi,
come riflesso del suo, che solo uno poteva toglierglielo e solo uno
poteva ridarglielo, avrebbero solcato la acque che li separavano da One
Piece come un tempo, fino a conquistare il loro grande sogno.
“Cresci e diventa sempre più forte fratellino. So
che ti vendicherai del principale colpevole di tutto ciò, ma
non ti fermerò: voglio vederti mentre spacchi quel brutto
muso di Barbanera al posto mio, fagli vedere che far arrabbiare uno dei
fratelli è stato il più grande errore della sua
vita!”
Nota
d’autrice: Che dire, non so come sia riuscita,
non so se sono stata in grado di esprimere tutto ciò che
volevo (se qualcuno ha voglia di farmi un piccolo complimento, di
consigliarmi qualcosa o di insultarmi, per favore lo faccia in una
piccola recensione, please!). Ho voluto dedicare la mia seconda fan
fiction al nostro adorato Ace, che immagino abbia sconvolto tutti con
la sua morte. Oda ha scelto proprio colui che adoravo di più
come primo morto della sua serie, ma pazienza, immagino che tutti
abbiano sofferto un po’ per lui. Ciò che ho
scritto su Rufy è ciò che penso veramente, non
riesco a credere che possa tornare lo stesso ragazzo di un tempo,
proprio non posso. Per questo ho scritto questa storia, che in fin dei
conti è dedicata a quei due fratelli che tanto adoro. Spero
che qualcuno sia così gentile da lasciarmi un commento, mi
farebbe davvero piacere, grazie mille e alla prossima.
By
ElPsyCongroo
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