Postcards from far away

di AmberRei
(/viewuser.php?uid=129167)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Caro Giotto,
ho fatto ritorno a casa. In questo luogo irreale, lontano da ogni altro, e sconosciuto agli esseri umani, i prati sono verdi come distese di smeraldi, la terra è calda e feconda, il cielo risplende di un blu doloroso, e questo mare contiene le mie tentazioni, così come una culla, con le sue sponde, impedirebbe ad un infante di cadere nel maldestro tentativo di raggiungere la madre.
Ho spaccato la chiglia della nave con le mie stesse mani, questa mattina.
Non c'è più niente che possa riportarmi da te.
I bambini crescono meravigliosamente. Sono loro la mia speranza.
Le mie fiamme si riversano di continuo dal cuore alla gemma. Essa custodirà l'anima che mi serba vivo in quest'era, e la terrà intatta finchè il fato non deciderà di ricongiungerci. Io ho fede in te, e nella nostra discendenza.

Ti abbraccio, addio.











Amico mio carissimo,
come avrai intuito dai timbri, dai francobolli, dal profumo e dalla foggia della carta che uso di volta in volta, sempre diversi, non sono mai nello stesso luogo. Vago nervoso, da un continente all'altro. Ho riparato rabbioso e in malo modo la mia nave, e da solo sono salpato. La nave non ha retto, ancora una volta-figurarsi! Naufragai con la mia famiglia su quell'isola quando la nave era ancora perfettamente sana-e mi sono ritrovato in terra straniera.
Da allora, vago senza meta.
Perlopiù solo, nascondo la mia identità al volgo con un mantello e una benda sugli occhi, a celare le mie iridi. Ogni giorno scopro nuove meraviglie, ma nulla ha senso,
senza te per mano.
Ma, un giorno, so che ti stringerò ancora.

Ti bacio, arrivederci.













Mio infinito amore,
sono in un paese sconosciuto, dove sono stato condotto da prigioniero-ma il mio nome non è stato rivelato ai miei aguzzini, e lo condurrò con me nella tomba. Non temere... sei al sicuro, mio amato cielo.
Fisso i dadi che ho in mano, e la posta in palio... chi regge il gioco mi invoglia a continuare, con un sorriso beffardo.
L'anello è al sicuro, la mia anima è già altrove. Non temo la morte.
Un sospiro e uno sguardo ironico a quel bastardo lassù in alto, e

tiro.

Ti amo,
a tra poco.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=823658