Personaggi:Mai, Zuko Incolpevoli
militari assortiti a macedonia (stanno diventando fissi nelle mie
storie) e Azula
e Ty
lee in apparizione fulminea.
Prompt: Vento
bollente
Gentilmente fornito da Kuruccha
XD
Beta: Hem,
me ne vergogno ma non l'ha betata nessuno... Mea culpa.
Parole:1874
Rating: Giallo
Time line: Episodio
15 della terza serie.
Disclaimer:
Tutto di proprietà di nickelodeon e degli autori
Note: Scritta
per OTPmeme su
un prompt di Kuruccha.
E doveva essre una semplice Drabble... io una drabble l'ho anche
scritta, poi invece ho preso in mano questa cosa abominevole che,
oltretutto, è diventata eterna °_°
questa è una sorte che capita un po' troppo spesso alle mie
storie T__T
La
Paura di Perderti
Il vento
sopra boiling rock è caldo, caldissimo e odora di zolfo, un
ulteriore fastidio che, assieme all’isolamento e
all’afa, detenuti e secondini dovevano condividere in quella
struttura d’acciaio.
Quel vento era caldo e asfissiante anche quel giorno, mentre Mai
scendeva dalla teleferica e veniva scortata presso l’ufficio
di suo zio da due guardie. La frangia le si stava appiccicando alla
fronte, aggiungendo il fastidio come ultimo punto di una lista di
sentimenti contrastanti e prevalentemente negativi, che la stavano
accompagnando.
“Il
principe traditore si trova a Boiling rock”
Il messaggio le era arrivato poche ore prima, con un falco messaggero
e, da qual momento, Mai non era più stata capace di dirsi e
fingersi disinteressata e fredda al pensiero dell’abbandono
di Zuko. Da quando aveva letto quelle parole Mai pretendeva risposte da
lui.
Era calda e appiccicosa anche l’aria presente nella cella in
cui Mai aspettava che qualche guardia, o forse suo zio in persona, le
portasse il traditore della nazione, quello che l’aveva
lasciata con solo una lettera come spiegazione.
Mai ha poca memoria degli istanti che seguono l’arrivo di
Zuko nella cella. Ricorda che il ragazzo è stato quasi
lanciato oltre la porta e un suo fuggevole pensiero su quanto fosse
strano Zuko con indosso i vestiti dimessi dei carcerati. Ricorda lo
sguardo di lui e il suo sgomento nel vederla lì, ma poi
tutto è confuso.
Lei non era mai stata una persona emotiva, ma di quel momento ha pochi
ricordi, sublimati in troppe emozioni, troppe e troppo contrastanti;
Zuko era vivo e sembrava stare bene, constatarlo con i suoi occhi la
sollevava di un peso di cui lei stessa non aveva avuto piena coscienza,
ma era lo stesso ragazzo che l’aveva abbandonata a se stessa,
nella nazione del fuoco, senza averle dato alcuna spiegazione
plausibile.
Zuko era lì davanti a lei e Mai ha ricordi confusi di cosa
lei gli abbia detto o di come lui abbia risposto.
Ricorda di avergli dato del idiota, di essere stata
arrabbiata, come non era mai stata in vita sua e che
ogni frase pronunciata da Zuko non faceva che fomentare
quella rabbia per lei così inusuale.
Sì, lui meritava di essere chiamato idiota.
Ricorda che Zuko, dopo che lei aveva smesso di parlare, si era mosso
per la cella attento a non incrociare il suo sguardo, senza cercare di
spiegarsi ulteriormente.
in quei momenti, fra quelle quattro mura, l’aria era
diventata irrespirabile, ma era solo il caldo, non è vero Mai?
Dopo quella conversazione e quell’attesa i suoi
ricordi però si fanno un po’ più nitidi.
L’allarme che suonava; le persone che stavano correndo
frenetiche nel corridoio oltre la cella, Zuko che fissava
quello che accadeva fuori e l’irritazione per il suo riuscire
a interessarsene. A suo parere invece sarebbe potuta affondare tutta
Boiling Rock in quell’istante e ci sarebbe comunque stato
solo lui in quella stanza. Lui che non le aveva ancora dato una ragione
sufficiente per averla abbandonata.
L’allarme continuava a suonare e la guardia appena arrivata
le diceva assurdità sul doverla proteggere, ma la gente in
quella prigione sapeva chi lei fosse e che cosa era in grado di fare?
Zuko che invece rideva delle intenzioni del militare, lui invece ne era
e ne era perfettamente consapevole, lui sa benissimo chi sei e quali
siano le tue capacità.
E Mai rammenta sorprendentemente bene gli istanti successivi alle
parole della guardia, Zuko che rideva alle parole del soldato e che
sfruttava la sua presenza inutile per scappare chiudendola in quella
cella e impedendole di seguirlo.
Se lei fosse stata capace di uccidere con lo sguardo la storia del
principe traditore sarebbe finita in quel momento, mentre il rumore
della porta che sbatteva le rimbombava ancora nelle orecchie.
Ricorda anche di aver minacciato l’uomo chiuso in cella con
lei. Doveva farti uscire dalla cella quell’idiota, ma la
porta era bloccata dall’esterno ed era stato inutile battere
i pugni sul metallo e urlare oltre le sbarre della feritoia, la
confusione all’esterno copriva ogni suono, innervosirsi e
urlare era servito solo ad aumentare il caldo che sentiva.
Da quel
momento i suoi ricordi sono di nuovo confusi ovattati tra irritazione e
impotenza.
Minuti, secondi, forse ore, Mai anche oggi non saprebbe dirlo, in cui
l’impossibilità all’azione le opprimeva
i pensieri.
Zuko era scappato, lasciandola di nuovo, di nuovo senza spiegarsi, di
nuovo alla ricerca di qualcosa per cui lei non bastava o per realizzare
se stesso lontano da lei.
E di quei momenti Mai riesce solo a ricordare un turbinio continuo di
immagini frenetiche nella sua testa e suoni confusi oltre la porta,
mentre lei era costretta all’inerzia e il caldo umido copriva
ogni cosa mozzandole anche il respiro.
Non lo ammetterai mai con
nessuno, ma la vera emozione che ti annichiliva e ti impediva ogni
azione e ragionamento, quel giorno, in quella cella rovente, non era
odio o rancore verso Zuko che stava scappando di nuovo, ma la paura
disarmante che morisse in quel tentativo di fuga o in un qualunque
altro luogo sconosciuto nell’intento di fare qualche altra
cosa impossibile.
E quello che
ti ha riscosso da quello stato di intorpidimento non era stato lo
scattare della porta che si apriva, né la guardia che
aprendola farfugliava ordini sulla tua protezione al commilitone, ma la
voce di un soldato, nel corridoio oltre la porta, che urlava ordini
sovrastando il caos, superando anche il suono della tua confusione e
della tua rabbia.
“La
principessa Azula sta fermando i fuggitivi! Correte tutti al piazzale
della teleferica!”
Da quel momento, ogni ricordo, ogni emozione e pensiero, ogni immagine
o sprazzo di colore e inciso a fuoco nella tua memoria.
Sei scattata fuori dalla porta, la guardia dietro di te ha urlato
qualcosa sul fermarti e su qualche pericolo alla tua schiena
ormai lontana. Zuko stava fuggendo e tu non puoi che inseguirlo.
Qualcuno, una ragazza con l’elmo e la voce fin troppo acuta,
ti ha urlato di fermarti e ti ha sbarrato il passaggio, bloccarla al
muro con i tuoi coltelli è stata questione di un istante.
Il tragitto da quelle celle, nella zona interna in cui eri stata
bloccata, al piazzale superiore è lungo.
Superi corridoi, file di porte aperte e stanze vuote correndo
attraverso la folla, il vento ustionante di Boiling rock ti sferza il
viso, o forse non è vento, non è il caldo
immobile di prima a essere cambiato ma sei tu che ora stai correndo
attraverso quell’aria bollente.
Non dimenticherai mai quella corsa, nessun passo di essa, la paura
lancinante di essere in ritardo.
In quella cella il tempo era stato immobile e infinito, minuti,
secondi, ore, non avevi idea di quanti passi avanti a te fosse Zuko e
di quanto vicino a lui fosse Azula.
E, sebbene la ferita che lui ti ha inferto scappando bruci forte sul
tuo orgoglio, lo scegli mettendolo davanti a tutto.
Durante quella corsa sfrenata Zuko diventa più importante
rispetto a ogni altra cosa, alla tua famiglia, al legame con le tue
amiche, al tuo stesso futuro. Perché, senza
l’idiota che ti ha appena lasciata di nuovo sola, il futuro
ti sembra opaco e inutile.
E corri perché sai che se ancora non conosci a fondo Zuko e
le immense idiozie a cui può aspirare, tu Azula la conosci
bene, fin troppo e no, non vuoi pensare di arrivare troppo tardi per
fermarla.
Non dimenticherai nemmeno uno dei pensieri che ti hanno affollato la
mente mentre, correndo, cercavi di non pensare a quanto, più
che salvarlo in quel momento, avresti strozzato Zuko per la sua assurda
stupidità.
Zuko maledetto idiota,
perché sei venuto fin qui? Per quale stupida
ragione? Se dovevi tradire, se dovevi abbandonarmi, almeno
non dovevi farti catturare cretino.
Adesso hai pure Azula
alle costole, speravo non desse peso alla mia assenza, che non mi
seguisse mentre venivo fin qui, ma Azula è perfetta. Dovevo
immaginare che avrebbe capito.
Ti
ammazzerà lo sai? E ti giuro, so che lo farà.
Forse io non ti
conosco abbastanza Zuko, ma Azula, Tua sorella la conosco bene ed
è troppo forte sia per te che per chiunque altro.
Zuko , idiota, mi
spezzerai di nuovo il cuore per mano di tua sorella lo sai questo?
Quando sei arrivata sullo spiazzo delle teleferiche per un istante non
hai affatto capito cosa stesse succedendo, i soldati sono agitati e in
fermento, ma né Zuko, né Azula, né
nessun altro sta combattendo in quel piazzale e per un attimo,
nonostante il caldo e l’affanno della corsa, sei percorsa da
un brivido freddo di paura; è troppo tardi, è
già successo tutto.
Poi alzi lo sguardo e, appesi sopra la massa di acqua bollente del
lago, vedi gli sbuffi di fuoco di un combattimento e delle figure
confuse battersi sul tetto di quella cabina.
Ed è questione di una frazione di secondo il comprendere
tutto, o almeno quella parte del tutto che ti fa capire cose devi fare.
Vedi le due guardie che stanno tagliando la fune d’acciaio
che regge la teleferica e oltre quel dettaglio null’altro ti
riguarda, i primi pugnali lasciano le tue mani quasi prima che tu abbia
pensato a come agire e da quel primo attacco non hai più
avuto bisogno di pensare a cosa fare.
Lo scontro è stato una questioni di movimenti automatici
più che di ragionamento. Non importava chi fossero quei
soldati né quali fossero gli ordini che stavano eseguendo.
Importava invece che stavano tagliando i cavi che reggevano la
teleferica e con lei Zuko e un gruppo di persone che né ti
interessavano né ti riguardavano, tutti sospesi nel nulla,
sopra quel lago che trasudava vapore e caldo.
Non ti importava il come o il perché l’idiota che
ami stava facendo qualcosa, l’unico pensiero nella tua testa
era salvarlo.
Poco importava cosa sarebbe successo dopo.
Il vento
caldo e irrespirabile di boiling rock soffia impietosamente sul
piazzale dove la teleferica ha appena riportato indietro Azula e Ty lee.
Un vento bollente che non risparmia nessuno, ma Mai non ne è
più infastidita, il distacco e
l’imperturbabilità sono tornati sui suoi
lineamenti.
Poco importa che stia attendendo la reazione di Azula, la sua punizione
per averla tradita.
Aver salvato Zuko era stata l’unica scelta possibile,
indipendentemente da cosa stia per succedere e dalle risposte che non
ha avuto da lui, era la cosa giusta da fare, l’unica
possibile per lei.
E l’averlo capito ha sciolto un peso che le gravava sul
respiro ormai da troppo.
Mai conosce bene Azula, abbastanza bene da saper prevedere le sue
reazioni e riesce a immaginare con precisione cosa accadrà
da lì a poco.
Azula è spesso imprevedibile, ma metodica e quasi scontata
nel punire chi la delude.
"Lasciateci
sole”
“Non
me lo sarei mai aspettato da te. Il fatto che non capisco
è perché, perché l’hai
fatto? Conoscevi bene le conseguenze”
“Immagino che tu
non conosca davvero le persone come credi. Hai calcolato male azula; il
mio amore per zuko è più forte del timore nei
tuoi confronti”
“No,
tu hai calcolato male ora saprei che cos’è la
paura”
Nell’istante
in cui il corpo di Azula cade sul lastricato della piazza e tutto,
anche il vento impietoso del vulcano, sembra essere immobile, Mai si
chiede con rimorso se, oltre Zuko, conoscesse troppo poco anche Ty lee.
E se in realtà anche il suo giudizio sulla forza
incorruttibile di Azula fosse in realtà tremendamente
sbagliato.
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Mentre
un satellite passa sulla lombardia col rischio di perdere parti di
sè sopra l'ingaro smog milanese
Note
dell'autrice
Che, non avendo troppo da dire infroma solo che:
La storia è, mi pare ovvio XD dedicata a Kuruccha
che ha fornito prompt e indovinato questi due nell'otp meme
(arriveranno anche Haku e Chihiro giuro ç_ç)
Ogni errore, magagna, abominio che trovate segnalatelo senza
pietà così non mi azzardo più a
postare senza betaggio >_<
Ci sono degli sfasamenti mortali di tempi verbali e persona,
sì, lo so che è brutto e scorretto, ma
è fatto apposta, siate comprensivi e soprassedete sulle mie
turbe mentali.
Ringrazio da adesso chiunque commenterà questa storia
Sia maledetto
l'html di questa storia per tutti i secoli a venire...
che mi ha portato via un'ora solo per essere rifatto da capo=__=
pod ... scrive (00:47)
sono in
impasse da titolo
perché non ho già perso un ora solo con l'html=__=
Dantah scrive (00:47)
ç__ç
povera
pod ... scrive
(00:47)
dici che "la paura di perderti"
è eccessivamente mieloso?
Dantah scrive
(00:48)
No, ma diciamo
che esprime la perdita di un'ora di lavoro
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