RESHOOT
One shot – Reshoot
Pov: Robert Downey Junior
Londra, sul finire del settembre 2011
“Ma che bel cinesino.”
Ti appoggi allo stipite, mentre io, riflesso nello specchio del trucco, ti lancio un’occhiata assorta, ma emozionata.
“Ma che bei baffi …” – replico, inspirando – “Chiudi la porta Jude.”
Lo fai.
Volo tra le tue braccia e sento che la rabbia degli ultimi mesi, trema ancora al centro del tuo petto.
“Scusami …” – il mio mormorio affoga nel tuo collo.
“Non importa.” – dici cercando ossigeno, poi mi baci.
Sei sempre passionale, anche se le tue dita affusolate, anziché
accarezzarmi i capelli, li tormentano, come a scuotermi dal torpore di
quel dispiacere ed andare avanti.
“Adesso basta Rob … andiamo a casa mia.”
Cerco anch’io un poco di aria, ma continuo a baciarti la pelle profumata
intorno a queste labbra, che sono state al centro dei miei sogni,
durante le settimane di lontananza.
Siamo in taxi, adesso.
Guardi fuori, nascondendo le nostre mani intrecciate sotto al mio soprabito.
“Hai freddo Rob …?” – sussurri senza girarti.
“Non più …” – e sorrido imbarazzato, tirando su dal naso.
Vorrei solo il calore del tuo corpo sul mio e tra poco potrebbe anche accadere, se non dovessimo darci molte spiegazioni.
La tua reazione alla notizia della gravidanza di Susan, il livore delle
telefonate sempre più diradate, poi annullate, come se azzerare i
contatti tra noi potesse servire a qualcosa.
La corbeille di fiori, che ti ho mandato alla prima della tua pièce
teatrale in città, tornata al mittente completamente distrutta e con una
scritta rossa sul cesto – § Bastardo ipocrita § … mi ha fatto così
male.
Te l’avevo scritto in una e-mail, che neppure hai aperto.
Mia moglie era più esperta con il pc del sottoscritto, come in parecchie
altre cose, dove sono un perfetto imbranato, quindi mi ha insegnato a
come verificare se la posta venisse letta o meno: è stato amaro
riscontrare la tua completa indifferenza ai miei continui sproloqui, per
chiederti perdono.
Perdono poi di cosa?
Me lo sono chiesto migliaia di volte, contando i minuti delle
interminabili ore insonni, ovunque fossi, per poi finire sempre per
guardarmi un paio di video privati, solo nostri, masturbandomi al tocco
caldo della tua voce.
Siamo stati osceni in quelle due occasioni, a Parigi e poi a Madrid, ma
siamo dei pazzi ed è così che voglio vivere Judsie, un’esistenza senza
criterio e limite, amandoti … sì … io …
“Io ti amo Jude.”
I gemiti inghiottono le sillabe, le distorcono, la mia gola fa
altrettanto con il tuo sesso, che mi pianti dentro con cattiveria e
spingi, scopandomi prima la bocca e poi … tutto il resto.
Piango.
Ti sei già addormentato ed io uso il cuscino per asciugarmi le guance, che tu hai sporcato un attimo prima.
Alla fine non ci siamo dati alcun chiarimento, solo sesso, come se
servisse a risolvere l’angoscia di questa nostra separazione, che ora
vedo come unico destino per la nostra storia.
La tua prima reazione era stata questa, infatti – “E’ finita Robert … un
figlio, tuo e di Susan: non c’è più posto per me, nemmeno se lo
volessi, nemmeno se me lo chiedessi in ginocchio!”
Mi alzo ed osservo i tetti di Londra.
L’autunno è ormai incombente e tutto sembra ingrigirsi.
Ho un fremito, le tende si sono mosse e mi accorgo che l’anta superiore è
rimasta socchiusa: alzo le braccia, per raggiungere l’asticella e
chiudere, ma sobbalzo ad un’altra percezione, stavolta tiepida e
piacevole.
Mi stai avvolgendo, il tuo capo chino sulla mia scapola destra, il
pianto che scivola, lambendomi di rigagnoli salati – “Fai l’amore con
me, Rob … ti supplico …” – esordisci, come se ti fossi arreso a qualcosa
oppure a qualcuno, come se io potessi negarti la parte di noi, che mi
ha fatto sentire vivo, senza più bisogno di alterare i miei stati
d'animo con droghe oppure alcol, inebriato dal successo, effimero
assassino di ogni buon senso.
Torniamo sul letto.
Mi accogli tra le tue gambe, ma io voglio guardarti ed accarezzarti,
facendo scomparire sul tuo bellissimo volto i segni del rimpianto.
“So di non meritarti Jude, ma sei l’unica persona che non voglio perdere
… sono io a supplicarti … non lasciare che accada … però se questo ti
rendesse infelice allora sono pronto a liberarti di me …”
Parlo, ma intanto deposito baci sulla tua fronte, respiro il tuo
affannoso groviglio di sensazioni, che traspare dalle iridi stellate
d’argento, dagli zigomi imperlati di sudore, che asciugo sulla mia carne
stanca, che guardo dai miei occhi affranti, nel vederci soffrire.
“Ti amo troppo Robert, per lasciarti andare … tu sei mio e di nessun altro.”
Sei convinto e sembri riprenderti l’energia, che hai sempre messo nel difendere la nostra storia.
Ti faccio l’amore, non mi resta altro o almeno è ciò che credo.
I flash dei fotografi ci hanno sorpresi anche questo giro, all’uscita del nostro ristorante preferito.
Sorrido, sembra un dejà vu.
Mi segui, senza allontanarti: ti prendo a me, cingo la tua vita, sei sempre poco vestito, mio adorabile ragazzo inglese.
“Mr Downey che bella sorpresa!” – urla uno dal mucchio.
“Salve gente! Ma voi non avete una famiglia?” – e rido.
Jude si copre con un braccio, ma i media britannici sono abituati alla sua insofferenza.
Una reporter si avvicina, è del Sun, la conosco – “Dunque siamo stati
fortunati ad averla di nuovo qui, per il reshoot del nuovo Holmes …”
“Sì, una possibilità insperata per stare anche con il mio Jude.” – dico deciso.
Sento come degli spilli, conficcarsi nella mia nuca, hai indietreggiato,
lasciandomi il proscenio – “Judsie dove vai? Sto parlando di te …” –
bisbiglio dolce e tu sorridi.
Mi stritoli il polso – “Se non l’avesse fatto, lo avrei rimandato a
Malibu in un barile pieno di chiodi!” – esclami, suscitando l’ilarità
generale.
“Quindi siete pronti per questo nuovo successo?” – incalza lei, facendo
ondeggiare il microfono, in attesa che uno di noi riveli chissà quale
scoop.
E’ un’opportunità irripetibile.
“Personalmente sono pronto a vivere un nuovo giorno.”
Sono serio.
I rumori diventano ovattati, la mia attenzione è unicamente su di te, angelo mio.
Ti do un bacio, lungo, profondo, ricambiato e che non lascia spazio ad alcuna fantasia od equivoco.
Quello che accadrà in seguito, lo scopriremo insieme, da domani.
THE END
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