Alone, in ruins

di Slytherin_Lolita
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Mi appoggiai al tronco di quell'albero in Central Park. L'albero del nostro primo incontro.
Poggiai una mano sulla corteccia, non mi importava di ferirmi con le schegge, perchè il dolore che mi stavi causando tu in quel momento era imparagonabile. 
L'agonia e la tristezza avevano strisciato e si erano insinuate lentamente tra le mie ossa. 
Mi portai una mano al petto e sentii il cuore pulsare con un ritmo troppo frenetico,ansioso.
Mi appoggio meglio al tronco. 
Inclino un po' il capo e ti guardo.
Ti guardo mentre cammini, mentre ti allontani e te ne vai.
Te ne vai da me. 
Perchè mi stai lasciando Jared?
Non trovo una risposta, e la domanda vortica nella mia mente, fino a darmi la nausea. 
La vista mi si appanna e qualcosa di caldo e salato mi solca il viso,fino ad arrivare alle labbra.
Lo sai, lo sai bene.
Sai, che da sola non ci posso stare. No, mi correggo.
Sai che senza di te non ci posso stare. 
Se ci sei tu a tenermi la mano mi sento invincibile, se ci sei tu a dirmi che tutto andrà bene io ci credo, se ci sei tu...
Ma tu ora non ci sei. Sei appena salito su quell'auto, diretto chissà dove. 
Il mio stomaco è stretto in una morsa e quasi non respiro.
Non lasciarmi da sola Jared.
Non lasciarmi. 
Le parole vorticano nella mia testa, facendola pulsare.
Il cielo si scurisce e prende sfumature arancioni e blu,mentre la tua macchina ormai è sparita.
Mi incammino diretta non so nemmeno io dove, seguo solo il marciapiede, mi chiudo nel mio cappotto e penso.
Con le lacrime che mi scorrono giù dagli occhi come cascate, e la gente per la strada che mi fissa guardo la città, con occhi diversi, pieni di malinconia e tristezza, pieni di nostalgia di qualcosa che probabilmente avevo vissuto con il cuore solamente io.
Cominciai a singhiozzare forte, tanto era il dolore.
Volevo farlo uscire tutto, volevo gridare al mondo quanto fosse ingiusto.
Mi appoggiai al muro di un palazzo, le gambe sembravano non reggere e i singhiozzi diventavano sempre più forti, davano quasi le convulsioni al mio petto che si alzava e abbassava freneticamente.
Da sola non dovevo indossare più nessuna maschera, sola potevo concedermi il lusso di pensare che ogni cosa ricordasse lui.
E cadere in rovine.




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