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Finalmente pubblico l'ultimo capitolo! Scusate l'attesa, ma ho avuto un periodo
un po' pieno e non mi ero nemmeno accorta che efp era risorto...
Balthus: Grazie per la recensione, però... come avevo anticipato questo
capitolo è l'ultimo... spero che riesca a uscire dall'incertezza!
Kylie: Ti ringrazio molto di avermi lasciato le tue impressioni, sapere che
qualcuno segue le mie storie mi aiuta molto a scrivere. Riuscirà Silenzio
a sfuggire al destino di morte che la insegue fin dall'infanzia? Spero che
il finale sia all'altezza delle tue aspettative ^_^
Lo amai con tutta la terrorizzata passione di una bambina ferita. Non
riuscii ad arginare in nessun modo i miei sentimenti dopo averli liberati.
Mi affidai a lui totalmente e completamente. Dei tre anni che passai con
lui, non ricordo un solo giorno in cui non sia stato costantemente al centro
dei miei pensieri. Ero terrorizzata all'idea che potesse stancarsi di me
e mi impegnavo allo sfinimento nei compiti che mi affidava, perchè
i miei risultati fossero sempre eccellenti. Marden mi restituiva un amore
intenso e silenzioso. Se in lui non c'era la sete di affetto che mi divorava,
però c'era stata, fino a quel momento, una solitudine, ritrosa e
imbarazzata, che la mia presenza colmava discretamente.
In quel periodo tornarono a farsi vivi i miei incubi, ancora più
insistenti e vividi di prima. Rivedevo nel sonno il volto di mia madre. A
volte era carico di rimprovero perchè mi godevo la felicità
di cui l'avevo privata. Altre mi scherniva perchè ero diventata tal
quale lei, che tanto disprezzavo. Altre ancora mi sussurava all'orecchio
oscuri presagi. Durante il giorno mi scrollavo di dosso quelle notturne agoscie,
sperando di cancellare il passato vivendo nel presente e ricacciavo il ricordo
di mia madre nel profondo della memoria. Ma non riuscivo a cancellare
un'inquietudine che mi impediva di vivere appieno quella felicità
tanto a lungo anelata.
L'interno di una tenda luminosa. Una donna sta riordinando delle carte,
catalogandole con cura. I capelli neri le ricadono in morbide onde sulle
spalle. Ha mani snelle e lunghe e occhi luminosi e intensi. Porta al collo
una lunga catenella di argento con un medaglione di avorio. Uno dei fogli
scivola dal tavolo. La donna si china. Mentre si solleva, la catenella impiglia
in un angolo del tavolo e si spezza. Il pendente di avorio cade in terra.
La donna lo raccoglie e lo osserva pensierosa. Un improvviso timore la assale.
Vorrebbe gettarlo via. Invece lo studia più da vicino. Si accorge
che la caduta ha aperto una sottile fenditura sul fianco del medaglione.
Sembra cavo all'interno. Prende un tagliacarte dal tavolo. Lo inserisce nella
fenditura e fa forza. Il medaglione si apre come una conchiglia a due valve.
Dentro c'è una ciocca di capelli neri avvolta in un nastro di raso
e un ricciolo di pergamena. La donna sente lo stomaco stringersi per il panico.
Desidera con tutta se stessa bruciare entrambi con il fuoco della candela.
Ma non può. Il suo destino è già scritto. Lei lo sa.
Prende i capelli e li osserva alla luce. Cupi riflessi blu danzano sul nero
della ciocca. La donna avvicina i capelli al viso. Un profumo salmastro li
pervade. Srotola il biglietto. Sono solo poche parole scritte con una grafia
maschile. "Alla mia amata". La donna avvicina il biglietto ad una delle carte
che sta riordinando. Confronta i due scritti con meticolosità. La
grafia è molto simile. Sono solo poche parole, non abbastanza perchè
possa essere sicura di riconoscerla. Ma non ha dubbi. Questa è la
punizione per le sue colpe.Per i debiti che attendevano di essere pagati.
Questa è la vendetta di sua madre. La luce nei suoi occhi si
spenge.
Mi procurai il veleno con facilità. Nessuno mi faceva mai domande.
Quella sera lo attesi come ogni altra nella sua tenda. Forse alla luce
si sarebbe accorto della lieve ombra scura sulle mie labbra e sulle mie dita,
ma entrambi preferivamo le tenebre. In quante cose ci assomigliavamo!
L'interno di una grande tenda dalle pesanti cortine. E' buio. Un uomo
e una donna giacciono su morbidi cuscini.
Lui le scosta i lunghi capelli dal volto mentre la bacia. La donna ricambia
con passione. Ma un poco alla volta baci della donna si fanno sempre sempre
più radi, i suoi movimenti più languidi e spossati. La stanchezza
la pervade insieme ad una sensazione di freddo. Non aveva sentito parlare
del freddo. Lentamente ricade sui cuscini. L'uomo si sdraia accanto a lei,
carezzandole il viso. La donna si volta verso di lui, stringendogli la mano.
Anche il respiro di lui è rallentato. La donna si chiede se anche
lui senta tanto freddo. Non vorrebbe. Lacrime le scorrono sulle guancie,
mentre il calore sulla sua pelle si spenge. L'uomo la fissa per un secondo,
mentre un'improvvisa comprensione lo assale. La donna sapeva che avrebbe
capito. Ma sapeva anche che avrebbe capito troppo tardi. L'uomo tenta di
alzarsi, ma il corpo non risponde. Ricade sui cuscini. Prova a parlare,
inutilmente. La donna si domanda che cosa stia provando. Si domanda se la
odi. Se abbia paura. Rabbrividisce. L'uomo la stringe in un abbraccio. La
donna sente il suo calore che la avvolge. Mentre sprofonda nelle tenebre
si sente finalmente in pace.
Mi svegliai sdraiata sulla schiena, in mezzo a una fossa comune. Nel
cielo azzurro si rincorrevano le nuvole e l'aria era limpida e fredda.
Sono stata strappata dalle braccia della morte, ma mai più
vedrò il mondo con occhio umani. Ho ucciso mia madre e giaciuto con
mio padre.
Alto nel cielo vola il corvo, viene a prelevare la mia anima.
Da oggi e per sempre sono sua.
Uh... mi sono dimenticata di avvertire che tra poco comincerò la
pubblicazione di una nuova storia "Il corvo" nella sezione Horror. Anche
se è scritta in modo molto diverso, a livello contenutisco prosegue
la narrazione di "A nuova vita". Se vi siete interessati alle vicende di
Silenzio provate a leggerla!
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