C'è
un gufo alla finestra.
Era
un qualcosa colmo di amara ironia. Lei era lì, con quelle rughe sul
viso stanco e circondato da ciocche di secchi capelli bianchi. Una
vecchia, così vicina al resto del mondo, quel mondo fatto di risate
allegre e giornate vissute all'insegna della spensieratezza, e dal
quale stava per essere irrimediabilmente separata.
C'era
la mano di Alice che stringeva la sua, c'erano gli occhi colmi di
disperazione e l'incarnato pallido della donna davanti a lei. Il
bisbiglio conciato dei suoi parenti, i singhiozzi di due donne. Non
era bello, ascoltare quei singhiozzi, le faceva male.
Eppure,
in quel frangente, nella sua mente c'era ancora un pensiero fisso,
che faceva spuntare un amaro sorriso sulle sue labbra. Nonostante la
consapevolezza di star per morire, nonostante l'evidente dolore e le
lacrime di tutti coloro che, per l'ultima volta, si erano radunati
nella sua stanza, riusciva ancora a pensare a quella frase.
“Per
una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande
avventura.”
Se
si fosse voltata verso le donne che singhiozzavano alle sue spalle e
avesse spiegato loro a cosa stava pensando, avrebbero capito. Non
avrebbero scosso la testa, pensando che la morte imminente l'avesse
resa un po' matta.
E,
adesso, non c'era più tempo. Non riusciva a controllare il suo
respiro, ma ripetersi mentalmente quella frase le donava
tranquillità, quasi sicurezza.
“Per
una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande
avventura.”
Chissà
cosa stavano pensando gli altri, del suo sorriso mesto. Ma non le
importava, adesso tutto era finito e avrebbe affrontato la morte, con
la sua mente ben organizzata.
Chissà
quale avventura la attendeva.
-Sta
per... per...
La
presa sulla sua mano si fece più salda. Ricambiò la stretta di
Alice ma, quando tentò di ispirare a fondo, non ci riuscì. Sentì
un'oppressione al petto, e i suoi occhi si aprirono per un attimo,
scorgendo le figure intorno a lei che continuavano a muoversi.
I
contorni della sua visuale si fecero più sfocati, le sembrò di
sprofondare, nonostante il suo corpo fosse adagiato su una poltrona.
Vide
comunque un paio di occhi scuri, appannati dalle lacrime. Riuscì ad
accennare un sorriso, debole ma sincero, mentre una donna minuta e
dai capelli grigi le si avvicinava, le labbra tremanti.
Il
suo sguardo guizzò un attimo di lato, prima di tornare a posarsi su
di lei. La donna sembrò deglutire, poi la sua espressione si fece
più ferma e disse: -Marta... c'è un gufo, lì, che ti sta
aspettando alla finestra. Ha una busta di pergamena tra le zampe.
Se
prima era stata semplicemente malinconica, adesso il suo animo sembrò
riempirsi di una gioia incontenibile. Il suo sorriso si fece persino
più largo, il cuore sembrò battere appena più forte, spinto dalla
felicità.
Sì,
l'aveva scoperto in punto di morte, ma non si era ingannata. C'era
davvero un gufo per lei, ad aspettarla, alla fine.
Prima
di chiudere gli occhi, fece appena in tempo a notare un'ultima
lacrima che scivolava lungo la guancia della donna. Poi su di tutto
calò il buio e un silenzio ovattato, e lei morì con la felicità e
la soddisfazione che le riempivano il cuore e l'anima.
Note: L'ho
scritta per un'amica, un'amica che sarebbe felice se, in punto di
morte, le dicessero che c'è un gufo fuori alla sua finestra.
Ne parlavamo su messenger e ne è uscita questa cosa. Dedicata a te,
Lilith.<3 (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=96517)
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