In ritardo clamoroso faccio
gli auguri ad Ian ù_ù che spero che non li
vedrà mai ahahaha x°D
Questa è dedicata alla mia Spence perché le avevo
promesso una Ryden ma ho un brutto rapporto con quella coppia,
così ho ripiegato su questa ù_ù
Doveva essere qualcosa di serio, ma alla fine il cazzeggio ha preso
parte della mia mente ed ecco quello che ne è uscito.
<3
I need a hero to save me now.
« Crawford! Il sole
è alto nel cielo ed i canguri sono in calore, è
un ottimo giorno per festeggiare il tuo compleanno! Alzati. »
Ian aveva grugnito qualcosa di incomprensibile, girandosi di schiena e
continuando a dormire.
Brendon aveva squittito qualche altra frase priva di senso
prima di aprire la serranda. I raggi solari avevano illuminato
completamente la piccola stanza d'albergo, colpendo il povero Ian
direttamente negli occhi.
« Luke, spegni
quella spada laser! » aveva mugolato prima di coprirsi gli
occhi con uno dei tanti cuscini che giacevano sul letto.
Brendon glielo aveva sfilato dalle mani, prima di usarlo come arma,
colpendo il corpo del povero ragazzino.
« Ian... Ho
preparato la colazione con le mie manine, non puoi non assaggiarla! »
aveva commentato con tono lamentoso prima di continuare a colpirlo.
Ian si era voltato alzando un sopracciglio ed osservando scettico il
cantante.
« Okay... forse non
l'ho proprio cucinata io... ma ho
seguito passo per passo la preparazione dei croissant e
delle varie tortine. Ti prego, Ian! »
« Brendon Boyd Urie!
» aveva detto con tono fermo e deciso « Non sono
dell'umore giusto per ascoltare le tue lamentele e soprattutto per
mangiare roba zuccherosa! »
Brendon si era seduto al suo fianco. Ian aveva capito di essersi
fottuto con le proprie mani non appena aveva ascoltato il ritmo
incessante delle domande del ragazzo.
« Perché
non sei dell'umore giusto? Oggi è il tuo compleanno devi
essere per forza dell'umore
giusto, non può essere altrimenti! Tutti sono felici il
giorno del loro compleanno è nella loro natura! Un giorno
scopriranno che nel cervello esiste un ormone della felicità
dovuta al compleanno! Ne sono sicuro, tu no? Mi dici perché
sei così di cattivo umore? Sai il giorno del mio
compleanno... »
Avrebbe voluto usare il filo della corrente del fon per strozzarlo o
impiccarlo da qualche parte, sicuramente
lo avrebbero rinchiuso in una galera ma persino la galera
era meglio degli sproloqui mattutini di Brendon.
« Brendon, fammi
parlare cazzo! » aveva urlato « Volevo passare il
mio compleanno con la mia famiglia. »
Brendon lo aveva abbracciato.
« Sei con la tua famiglia, Ian!
Ohana significa famiglia e noi siamo la tua ohana! »
credeva che la voce normale del cantante fosse la cosa più
fastidiosa che avesse mai sentito, ma dopo aver sentito la
sua voce alla Stitch aveva dovuto ricredersi, c'era sempre qualcosa di peggio.
« E.... non
è solo quello... »
Brendon si era proteso in avanti per sentire il resto della frase che
Ian gli aveva sussurrato all'orecchio.
« Oh! Non
preoccuparti, Papà Brendon farà tutto per il
piccolo Ian! Vedrai che avrai il miglior compleanno della tua
esistenza! Ora vestiti che andiamo a fare colazione, ti aspetto
giù in sala da pranzo. »
Ian aveva scosso la testa, pensando a quanto fosse credulone quel
ragazzo. Si sarebbe bevuto qualsiasi cosa. Certo un po si sentiva in colpa,
si stava prendendo gioco di un povero mentecatto, ma
l'alternativa era il carcere...
(....)
« Quindi ripeti il
tuo piano, Brendon. Non credo di averlo capito. » aveva
commentato Dallon mentre Spencer si faceva il segno della croce, i
piani di Brendon finivano sempre in due modi : Una nottata nelle
peggiori celle oppure in una figura
di merda colossale.
« Dallon
è semplice, devi solo uscire dall'albergo e Zack ti
accompagnerà in questo posto... ho già lasciato
disposizioni, tu non devi far altro che prendere il pacco e portarlo
qui. Ian non si accorgerà nemmeno della tua assenza e se
dovesse succedere diremo che sei al telefono con quella santa donna di
Brez! Poi non appena arrivi qui fai uno squillo sul mio telefono, ma
prima lascia il pacco in camera, okay? »
Dallon aveva fatto cenno di sì, ma l'espressione persa
dipinta sul volto lasciava presagire il contrario.
« Bene, vai da Zach.
Torna in tempo per le undici. »
« Perché
le undici? »
« Perché
c'è lo spettacolo del miniclub! Ci sono i canguri parlanti e
non voglio perdermelo! » aveva spiegato serio Brendon ormai
calatosi perfettamente nel ruolo di "agente segreto".
« Ma cosa ci avrò mai
trovato in te? » aveva chiesto Dallon prima di
sparire dietro alla porta girevole dell'albergo.
« Ed ora veniamo a
te... mio caro! »
Un lungo brivido gelato era corso sulla schiena di Spencer. Il cuore
gli si era fermato e le vene si erano congelate all'istante. Era in
quei momenti che rimpiangeva
di aver creato una band con Brendon.
(...)
Ian era sceso nella sala da pranzo, si aspettava di trovare i suoi
amici seduti al tavolo che lo aspettavano, ma la sala era completamente
vuota.
Si era immaginato quella scenetta con la scritta "Forever Alone" e la
sua faccia disegnata a mò di Troll, ma aveva scacciato
prontamente quell'immagine da nerd per dedicarsi ai dolci che giacevano
incustoditi sul tavolino. Che c'era di meglio della cioccolata per il
suo umore depresso da emo fallito?
Aveva sempre creduto che i chitarristi
dei Panic! fossero maledetti all'interno.
« Ian, buon
compleanno! » aveva commentato Spencer facendo il suo
trionfale ingresso nella sala da pranzo.
Ian si era voltato e gli aveva sorriso.
« Grazie Spence,
pensavo che Brendon si fosse dimenticato di avermi spedito qui.
» aveva commentato chiudendo gli occhi mentre Spence lo
abbracciava.
« Non è
ancora così cretino, tranquillo. » aveva
risposto « Anche se ora come ora vorrei
ucciderlo. »
Lo sguardo duro
e vagamente incavolato di Spencer lo avevano impaurito come sempre.
«Che ha fatto
stavolta? » aveva chiesto mentre assaggiava il
tiramisù con le dita.
« Nulla. »
« Ma oggi
è il mio compleanno devi dire e fare tutto quello che voglio. »
Spencer aveva alzato un sopracciglio, ignorando l'ultima affermazione
del piccoletto e concentrando le sue attenzioni sui vari dolci presenti
nella stanza.
Ne aveva mangiati un paio, parlando e scherzando con Ian. Ne avrebbe
mangiati anche di più se solo Dallon non lo avesse
trascinato fuori dalla sala con una scusa banale.
« Spence, Petey
vuole parlare con te di quel progetto... »
« Quale progetto?
»
« Spencer... quel progetto! »aveva
calcato sull'ultima parte della frase incenerendo con lo sguardo il
povero batterista che non capiva.
Quando aveva sentito l'urlo di Brendon, aveva capito che era ora di
alzarsi dal tavolo e di fare quello
che l'amico gli diceva.
« Ma l'aria
dell'Australia vi fa male? » aveva chiesto Ian sconsolato « Brendon aveva
detto che avremmo passato la mattinata insieme.. »
Dallon aveva preso il primo cortello - dalla punta arrotondata, visto
che destinato a Brendon- e lo aveva avvicinato al suo collo.
« Non vorrai mica
rubarmi il mio scopamico, vero? »
« Ma cosa ti dice la
testa? Giusto un cretino come te può stare con Brendon senza
incorrere in un esaurimento nervoso! »
« E allora con chi
volevi stare? No perché se non volevi stare con Brendon
volevi stare con tutti e quattro e magari anche Zach, no? Oppure solo
con Brendon, ma hai detto di no quindi è da scartare, forse
volevi stare con me? Perché sennò volevi stare
con Spencer oppure Zach. O magari con una cangura, o forse un koala...
si insomma con chi volevi stare, Ian? Dillo a Dallon.... ohhhh!!! Ho
fatto un gioco di parole, quanto sono forte? Allora? Con chi volevi
stare, Ian? Suuuuuu, dillo a Dallon! »
Più passava del tempo con il bassista e più
capiva perché lui e Brendon si erano messi insieme. Erano uguali, spiccicati, tutti
e due maniacalmente petulanti.
« Smettila, okay?
» aveva grugnito il più basso « Dimmi cosa mi
state nascondendo. »
Dallon aveva piegato la testa di lato sorridendo.
« Cosa ti stiamo
nascondendo? Nel senso che ti stiamo nascondendo qualcosa? Oppure che
abbiamo qualcosa da nasconderti? Perché le cose cambiano,
no? Perché se ti nascondiamo qualcosa tu devi contare fino a
venti per andarla a cercare, mentre se abbiamo qualcosa da nasconderti
allora dovresti seriamente preoccuparti perché i piani di Brendon finiscono in
tragedia. Ma visto che non ti nascondiamo nulla puoi
benissimo dormire sogni tranquilli, no? Cosa dovremmo mai fare il
giorno del tuo compleanno? Non di certo una cosa che ti possa piacere,
come che ne so? Portarti qui Yoda in persona o in animale o in
chissà quale essere strano e marrone sia mai quello? Si,
insomma, siamo puliti noi. Non nascondiamo mai le cose, certo giusto io
nascondo qualcosa a Brez e Brendon a Sarah, ma a te non nascondiamo
nulla! Tranne il fatto
che Brendon vuole adottarti, ma Hey, lui sarebbe la madre! Don't worry.
»
Ian si era alzato dal tavolino camminando a passi svelti verso le scale
che conducevano alla camera da letto di Brendon.
A nulla erano serviti i tentativi di Dallon di fermarlo.
Era entrato nella stanza del cantante che aveva - accidentalmente-
lasciato la porta accostata.
Non c'era nessuno dentro, ma solo un biglietto.
Ian lo aveva aperto.
« Vai in camera
tua! »
Ian era arrivato nella sua camera in pochi secondi. Aveva spalancato la
porta osservando dentro. Non c'era nessuno, solo un ammasso di coperte
che si muovevano da sole.
« Ma che cazzo?
» aveva esclamato prima di togliere le coperte e scoprire il
volto paonazzo e semplicemente
imbarazzato di Spencer.
Ian lo aveva fissato prima di scoppiare a ridere.
« Ma come sei
conciato? » gli aveva chiesto girandogli attorno per poterlo
vedere meglio.
« Come sono
conciato? » aveva urlato Spencer in preda ad una crisi
isterica « La colpa
è la tua, hai detto di volerne uno! »
Ian si era portato una mano sul volto, mentre cercava invano di
reprimere qualche risata.
« Luke Skywalker non
è un fottuto eroe! »
Spencer si era tolto la giacca bianca di quel maledetto costume
d'Halloween con un gesto stizzito.
« Ma l'hai chiesto
tu, o no? »
Ian gli aveva sorriso
scrollando la testa.
« No, ho chiesto, io
ho chiesto un eroe. Perché hai dato retta a Brendon?
»
« Perché
mi ha detto che tu gli hai detto che fin da piccolo volevi che qualcuno
piombasse al tuo compleanno vestito da Luke Skywalker. »
« Ma non ho mai
detto una cosa simile! Io gli ho semplicemente detto che avevo bisogno
di un eroe! »
« Quindi non hai mai
voluto che qualcuno piombasse al tuo compleanno vestito da Luke?
»
« No. »
aveva commentato Ian prima di continuare a ridere.
Spencer si era offeso.
La prima cosa che faceva quando si offendeva era affondare le mani
nelle tasche e sbuffare. Ma, quando, aveva messo le mani nelle tasche
aveva trovato un biglietto.
« Si, non ha detto di volere Luke, ma
di volere un eroe. » Spencer lo leggeva ad alta
voce tra uno sbuffo e l'altro « Ma quello che pensiamo che lui
voglia realmente sei tu.
HappyBirthday Ian. »
Ian aveva nascosto, nuovamente, il viso tra le mani, forse per
nascondere un sorriso o forse l'imbarazzo.
Spencer aveva buttato a terra il bigliettino.
« Ma va
là! Che idee che gli vengono in mente a Brendon e a
Dallon... insieme sono pericolosi... davvero.. si cioè, non
che da soli non lo siano, ma insieme è anche
peggio.. »
Spencer aveva cominciato a sproloquiare come faceva solitamente quando si trovava in
situazioni ad alto imbarazzo.
Ian gli si faceva sempre
più vicino, fino a quando i loro corpi non si sfioravano.
« Ed il tuo regalo?
» gli aveva chiesto a pochi centimetri dalla bocca.
« Io...
veramente.... il regalo... è questo... »
Ian gli aveva sorriso malizioso.
« Ma.. io non vedo
la spada laser... »
Spencer aveva capito la
valenza di quella frase solo dopo trenta
piacevoli minuti.
*Prego depositare i pomodori nel cestino a terra. Ogni lancio
d'ortaggio sarà severamente punito con un pianto ed uno
sproloquio alla Brendon Urie.
Vi ringrazione se siete arrivate fin qui e aspetto la Frikey dalla
Spencer ù-ù*
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