2
- Qualunque
La seconda
volta che ti
vidi,
eri una
ragazzina
qualunque.
Un buon medico. Quando un dottore poteva definirsi
bravo?
Mamoru rimuginava sul concetto da un paio di giorni.
Quella mattina, in aula, il professore aveva sgridato un suo
compagno
di corso che sbadigliava a lezione.
«Lei, là in fondo ! Faccia attenzione!
Per esser un
buon
medico Istologia è indispensabile!»
In quanto all'apprendimento di nozioni, Mamoru non aveva
dubbi: fosse
dipeso unicamente dall'impegno, lui sarebbe stato un
ottimo medico, tra i migliori. Ma la sera prima - dopo quattro
ore di studio - aveva visto
una scena
interessante alla tv. In un telefilm un dottore aveva comunicato una
diagnosi fatale a un paziente. Il dottore era stato preciso,
non si
era lasciato travolgere
da pericolosi sentimentalismi. Se fosse crollato, d'altronde,
che ne
sarebbe stato del malato? Il medico si era
preso persino delle responsabilità per non aver individuato
prima il tumore
diagnosticato. Al paziente non era importato: aveva accusato
il dottore
di essere privo di cuore e spietato.
«Me lo dice con quella faccia?"»
Mamoru ricordava con esattezza le parole.
Il
telefilm non gli aveva permesso di capire chi tra i due avesse ragione.
La domanda sottointesa era stata lasciata aperta
di proposito, per permettere a chi guardava di farsi un'idea
propria sulla faccenda.
Lui non se l'era fatta, continuava a porsi la stessa domanda:
come si
comportava un bravo dottore? Era necessario essere
compassionevoli a tutti i costi?
Empatici?
A
lui il cuore non mancava. Aveva qualche difficoltà a
mostrare che ne
aveva uno, ma voleva diventare medico perché gli piaceva
l'idea di essere d'aiuto nei momenti più
disperati. Un essere umano
non poteva essere più generoso di un medico.
Chi altri
prestava
la propria
vita ad anni di studio, con totale abnegazione, per
imparare i più intricati dettagli di un corpo
umano? Tutto
per riuscire ad operare bene o per aiutare un paziente sofferente con
la
diagnosi esatta.
Il corpo umano a volte non sosteneva la vita, la
tradiva senza pietà. Tumori, immunodeficienze, problemi
mentali...
La sua perdita di memoria non era stata considerata una vera e
propria
malattia, ma per lui lo era. Voleva
una soluzione a quel mistero.
Nel frattempo avrebbe ridato speranza ad
altri,
guadagnandosi la loro salute. Non gli interessava la gratitudine, gli
sarebbe bastato sapere che aveva fatto qualcosa per migliorare delle
vite.
... questo, supponeva, faceva di lui una persona che poteva
diventare
un bravo medico.
Portò la tazza alla bocca e terminò di
bere il
caffé. Pausa finita, era ora di tornare a casa e
rimettersi sui libri.
Alle quattro del pomeriggio la sala del Crown era gremita: gli
studenti
delle superiori facevano la coda per sedersi davanti
ai videogiochi.
Cercò Motoki tra la gente e non lo trovò.
Qualcuno aveva rovesciato un milkshake su una console. Motoki
doveva essere andato nel retro del negozio a prendere un panno per
pulire.
«Ecco, così, bravo!»
Si voltò. Da dietro un cabinato spuntavano due
piccoli
ammassi di capelli biondi.
No, due odango
biondi.
«Bravissimo, ora tira un megacalcio!»
Testolina a Odango. Lo scopo della vita di lei era chiaro:
incitare il
prossimo a vincere ai videogiochi. Molto utile.
«Noo! Ti ha ucciso! A me è successo ieri,
sai?»
Mamoru sospirò.
Perché
era sarcastico nei confronti di quella ragazzina? Lei era solo una
tredicenne - quattrodicenne? - come tante altre. Non le piaceva lo
studio, si divertiva a passare il pomeriggio sui videogiochi...
Probabilmente trascorreva ore davanti allo specchio, a elaborare
pettinature insensate.
Eppure, un giorno lei poteva diventare una persona
di valore. A suo modo era compassionevole: sorrideva al ragazzino
che aveva perso, incoraggiandolo.
Forse da adulta Testolina a Odango avrebbe potuto fare la
maestra d'asilo. Nah, anche per un lavoro simile ci volevano
competenze che
andassero
oltre un 30 su 100 all'esame di inglese delle medie.
Si alzò dal tavolo e si diresse all'uscita.
Bah. Impegnati
con lo
studio, ragazzina.
Suppongo che
non ci
vedremo mai più.
2 -
Qualunque -
FINE
NdA:
secondo
episodio. Aanche
questa volta mi sono tenuta breve perché siamo ancora ai
primissimi pensieri di Mamoru su Usagi. Questo sarebbe un momento
inventato da me, ambientato tra il primo e il secondo episodio di
Sailor Moon.
Se avete l'impressione di un Mamoru leggermente
snob o antipatico...
è una cosa voluta :) La sto
estrapolando
dal contesto dell'anime, che sto provando a rendere più
corposo
e realistico in questa rappresentazione di Mamoru. Cioè, se
lui vuole capire come si comporta un bravo medico, io
cercherò
di capire perché un ragazzo come lui poi passi il suo tempo
a
prendere in giro una ragazzina come Usagi. Secondo me le ragioni
cambiano col passare degli episodi.
Anche in questo caso, sarò felice di
sapere cosa ne pensate
:)
ellephedre