Risveglio

di Glimma
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La mano di Russ batteva pesantemente sulla porta producendo non il solito *toc toc* che avrebbe fatto una mano normale ma un *tum tum* come se volesse abbattere la porta da un momento all ' altro; dopo un paio di quei colpi se ne andò con un grugnito e si diresse verso la stanza di Stu.
Era il nostro segnale per la sveglia.
Voltai la testa e strinsi più forte il corpo della piccola Noodle che ancora dormiva beata nonostante il fracasso prodotto da quello scimmione di Russ.
La sentivo respirare stretta a me, separati soltanto dalla stoffa azzurra e leggera del suo pigiama; la sera prima era entrata (come spesso accadeva ultimamente) di soppiatto in camera mia, evitando gli altri e ,mentre io ero seduto sulla mia comoda poltrona di pelle a guardare fuori dalla finestra e a bere birra, lei si era piazzata sul letto con le gambe incrociate ed era rimasta li mezz'ora immobile e in silenzio finché io non mi ero alzato per gettare via la bottiglia vuota e l' avevo vista.
<< Che ci fai qui?>>
<< Lo sai.>>
Mi diressi verso il letto matrimoniale, mi sedetti davanti a lei e le presi la mano.
Le nostre mani aperte in mezzo a noi, i palmi che si toccano, le ginocchia si sfiorano, la mia mano rozza e con unghie poco curate poggiata contro la sua, morbida, pallida, le unghie piccoli ovali neri con striature rosse.
Allontano le nostre mani allacciate, mi sporgo verso di lei e la bacio, un bacio dolce, lento e appena mi stacco la vedo sorridere.
<< E se lo scoprissero gli altri?>> chiesi.
<< Perché mai dovrebbero saperlo?>> mi rispose sorridendo e saltandomi al collo per abbracciarmi.

Mi chinai sulla sua testa, illuminata da un raggio di sole mattutino che filtrava attraverso le tende,  la baciai  e sentii il profumo  fruttato del suo shampoo, tutto di lei profumava.
Sentii che si stava svegliando.
Alzò la testa, mi guardò un attimo con occhi assonnati e si strinse a me ancora più forte.
Rimanemmo li per un tempo che sembrava infinito, sotto quei raggi di sole di  fine estate , lei stretta a me, io ad accarezzarle i capelli ad occhi chiusi.
Volevamo rimanere così, congelare quel momento e farlo nostro per sempre, viverlo all’ infinito gustandone ogni attimo ma gli altri si aspettavano di vederci uscire dalle reciproche stanze per andare alle prove e noi non potevamo certo deluderli.






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