Un fardello sporco di fango e polvere…
- piccolo mio…sarai salvo…-
Una notte fredda, gelida…
Una donna stringeva, singhiozzando, le mani al petto.
Piangeva come non avrebbe mai immaginato si potesse piangere…lasciò un ultimo
caldo bacio sulla guancia del bambino che giaceva nascosto nel fardello.
Occhi piccoli e scuri la osservavano... come lame sottili e implacabili le
laceravano l’anima…
Un rintocco di campana…
- forse qui…sarai al sicuro…-
la donna si voltò per l’ultima volta…il monastero…questo avrebbe potuto
serbare suo figlio da tanto dolore…
Corse via tra la neve e i ghiacci di quella stessa terra che si sarebbe
macchiata del sangue della propria dannata stirpe.
- il palazzo è in fiamme…corra via Regina!- la donna non badò loro correndo
con sempre maggiore foga verso la sala del Trono…lo sentiva… il Re era lì…
Le scale le sembrarono interminabili…sentì uno sgradevole sapore di sangue
invaderle la bocca e un dolore lancinante perforarle il petto…ma doveva
salire…doveva salire ancora…
La porta scardinata…sangue, sangue ovunque…
Un corpo.
Un corpo che lei sapeva riconoscere.
Un corpo che lei aveva amato.
Un corpo con cui lei giaceva da tre anni nello stesso talamo nuziale.
Il Re.
Silenzio attorno a lei.
Raccolse furibonda la spada che il cadavere stringeva ancora tra le
dita…avrebbe combattuto…avrebbe affrontato qualsiasi nemico.
Silenzio.
Ancora dannato silenzio.
Un leggero battimano…una risata feroce…
La Regina sentì la schiena pervasa da mille lame…poteva lei, la regina di un
popolo di fieri guerrieri, avere…paura?
Si voltò lentamente.
La spada le sfuggì tra le dita.
Fissò, stordita, il voltò del proprio nemico.
- non ho proprio capito nulla…sono stata una vera stupida…- sorrise la
Regina.
- è vero…ma grazie del regalo…- rispose la voce ironica del Nemico, fredda e
metallica.
Sorrideva la Regina…sorrideva mentre si gettava sulla spada del proprio
compagno…
Sorrideva la Regina…sorrideva mentre si dava la morte.
Il Nemico si avvicinò al corpo esanime della fanciulla.
Lo superò, calpestando indegno il suo sangue puro.
Si chinò accanto al corpo del Re raccogliendo da terra un anello…raccogliendo
da terra…il proprio anello vescovile.
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