Scelte
Se fossi
un’altra persona, adesso
non sarei qui. E invece mi sto sposando con Ernie Macmillan, sebbene il
mio
cuore sia rivolto al testimone.
Justin
Finch-Fletchley. Il grande
assente. Non si è presentato e lo capisco.
Ma mi sento
vuota. Pensavo che
questo matrimonio fosse la cosa migliore, ho finto anche
felicità alla
richiesta di Ernie.
E invece
sento solo vuoto.
Non amo Ernie.
Immersa in questi pensieri, non mi
accorgo che tutta la
chiesa sta aspettando me.
Non avendo
parenti prossimi, è il
padre di Ernie ad accompagnarmi all’altare.
Vedo nei suoi
occhi tutta la gioia
e l’aspettativa. Mi fa sentire come se avessi un incudine
sulle spalle.
Pian piano i
preamboli volano via e
si arriva al momento cruciale.
“E tu, Susan
Bones, vuoi sposare Ernie
Macmillan e amarlo e onorarlo per tutta la vita...”
Tutti
aspettano il sí.
C’è tensione palpabile. Vogliono qualcosa
che non saró capace di dar loro.
“No.”
Dico, e mi levo dalla testa
quella sottospecie di coroncina che ha voluto Ernie e che imprigionava
la mia
treccia.
“Perdonami,
Ernie”dico guardando il
mio amico di sempre che ha la mascella a terra.
“Ma
non posso, capisci?” Mi volto
per uscire. Mi levo le scarpe col tacco. Sempre odiate. Corro fuori
dalla
chiesa, i capelli che corrono liberi, sotto lo sguardo accusatore di
tutti.
Ma so che
è stato giusto cosí.
***
Giro per la
cittá a piedi nudi,
inciampo, cado mi rialzo, rido... Sono finalmente di nuovo me stessa,
non un
robot.
L’unica
cosa è questo vestito da
sposa, mi fa sentire un confetto. Ma non mi importa,
sono talmente
felice che salterei.
Ho scelto di seguire il cuore e adesso sará lui a guidarmi.
So dove
trovarlo. Devo trovarlo.
Ho un amore
da far fiorire.
Corro ancora.
Cado di lungo. Mi
rialzo .... giusto in tempo per vederlo
sparire.
“JUSTIN!
JUSTIN!”
“Cosa
vuoi da me, signora
Macmillan?!”dice lui con un tono di voce aspro.
Gli ficco
praticamente il dito
nell’occhio.
“Vedi
una fede qui?!”
“Hai
abbandonato il tuo sposo
all’altare? Ma che stronza sei?”
“L’ho
fatto per un motivo!”
“E
sentiamo, quale sarebbe?”
“JUSTIN
FINCH-FLETCHLEY.”
Non risponde.
“Tutta
la cerimonia, fino al sí,
non ho fatto altro che pensare a te, Just.
A noi. Ho capito all’improvviso che
senza di te
non sarebbe stata vita.
Come facevo a stare tutta la vita con Ernie? Vivere insieme, avere dei
figli,
fingere...
Non sarei stata capace. L’unica persona che avrebbe reso
tutto
questo speciale e degno di essere
vissuto eri
tu, Justin. E se non mi sposerai
tu... Beh, non mi sposerò mai piú.”
Detto questo,
mi volto. Lui non mi
ferma.
È
troppo tardi, forse?
***
Sbuffo.
Maledetto aggeggio babbano.
Non
imparerò mai ad usare una
caffettiera.
È
passato un anno da quel
matrimonio mancato. Un anno solitario, in un monolocale babbano. Un
anno ...
bello. In un
certo senso.
Non speró piú
nel ritorno di nessuno, ormai. L’unica
persona che mi ha capito è stata Han, che si
sposerà con
Neville tra
pochi
giorni.
Loro hanno
trovato la loro strada.
Io, invece...
Il campanello
babbano interrompe i
miei pensieri. Mi alzo e vado alla porta.
“Tu..
vivi qui?”
“Non
ti piace?”
“Vieni
da me.”
“Perché
dovrei, Finch-Fletchley?”
“...
perché ti amo.”
Susan sorrise.
“Anch’io.”
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