c. 1 nuova rin
Cosmos: i guardiani dell'
equilibrio
Talia
era uscita di casa di gran carriera, come ogni mattina era in un
mostruoso ritardo. La campanella sarebbe suonata nel giro di dieci
minuti e lei non poteva entrare ancora alla seconda ora. Per fare
più in fretta decise di passare per il parco.
Varcò i
cancelli e si ritrovò investita in pieno dall' odore delle
foglie bagnate e da quello del muschio, la notte prima doveva aver
piovuto
parecchio o almeno così le aveva detto suo padre ma lei
tanto quando
dormiva non sentiva nulla. Avrebbero potuto far scoppiare bombe a mano
che tanto lei non si sarebbe svegliata. Si guardò intorno
notando con sgomento che a quell' ora c' era solo lei e
iniziò a
correre e correre, un po' per la paura del luogo deserto, un po' per
cercare di arrivare a scuola in orario. Aveva percorso appena
qualche metro quando udì il frusciare delle foglie alle
sue spalle. Si fermò alzando la testa verso l' alto,
dannazione,
non c' era un filo di vento. Sentiva il cuore battere forte nel petto.
Tum, tum, tum, sembrava un battaglione dell' esercito in corsa. Dio,
che paura! Era terrorizzata, non era mai stata particolarmente
coraggiosa in effetti. Antares le dava sempre della fifona. Fifona lei!
Sì, in effetti Ann non aveva tutti i torti.
Ricominciò
a correre più veloce che potè. Le
facevano già male i piedi e la schiena perchè lo
zaino
era pesante e le gambe e giurò persino di non avere
più
aria nei polmoni. Sentiva il tum-tum del suo cuore impazzito e i
respiri corti che le uscivano dalle labbra. Possibile che qualcuno la
seguisse? Voltò appena la testa mentre una vocina dentro di
sè le urlava che no, Talia, non devi guardare dietro. Lo sai
che
le protagoniste dei film poi muoiono se guardano indietro. Talia si
voltò e sospirò di sollievo non vedendo nessun
maniaco,
mostro, fantasma che volesse la sua testa. Si fermò
poggiandosi
una mano sul petto e aspettando di tornare a respirare normalmente.
-Caspita, che dolore
alle gambe!- si lamentò girandosi verso l' uscita del parco.
I suoi occhi azzurri
si sgranarono mentre un urlo le usciva violento
dalle labbra. Si sarebbe volentieri messa a piangere, a invocare
pietà. Era troppo giovane per morire, pensò. Si
diede
della stupida, se solo non fosse passata per il parco, se solo si fosse
svegliata puntualmente... se solo, sospirò nella sua testa.
Era
sempre stata una ragazza fantasiosa, più persa nel mondo dei
sogni che in quello reale. "Terra chiama Talia, Terra chiama Talia", la
prendeva in giro Sophia e lei in risposta sospirava beata pensando all'
ultimo manga che aveva letto. Ma non avrebbe mai creduto davvero che
certe cose potessero esistere. Si ritrovava di fronte a un mostro. O un
alieno? Era un qualcosa di orrendamente brutto. Femmina o mashio, si
chiese. Sembrava femmina. Una donna? Una donna dalla pelle chiara,
talmente chiara che Talia giurò di intravedere le vene e i
muscoli, una pelle chiara e all' apparenza fragile, pronta a rompersi
al minimo urto, era sorprendentemente magra. No, scheletrica era il
termine giusto, le labrra erano rosse e carnose e lasciavano
intravedere i denti aguzzi di un carnivoro. Sembravano quelli di un
T-rex, si disse la ragazza rabbrividendo. L' avrebbe mangiata?
Strappata a morsi magari? Ma ciò che le faceva
più
ribrezzo erano i serpenti. Serpenti tra i capelli e che le strisciavano
sulle braccia.
Talia mosse qualche
passo indietro chiedendo aiuto al nulla, gridando
che c' era un mostro. Un mostro. E se era davvero così chi
sarebbe stato l' idiota che l' avrebbe salvata?
- Vedo che brilli di
una luce particolare, ragazzina- affermò la
donna con una voce bassa sibilando proprio come un serpente.- potresti
essere chi cerco- aggiunse prima che dei serpenti apparissero all'
improvviso circondando la ragazza bionda.
-Aaaaaaah! Che schifo,
che schifo! Sciò, sciò....
aaaaah... aiuto!- Talia iniziò a tremare, portandosi le mani
alla bocca. Provò a uscire da quel
cerchio
muovendosi di qualche passo ma i serpenti si issarono minacciosi.
Aveva perso le
speranze quando finalmente udì una voce che la
chiamava. Non conosceva quella voce che le imponeva determinata di
voltarsi. Quando Talia lo fece non vide nessuno.
-Guarda in basso. Sono
qui!
Un gatto?!
Un gatto che parla per
l' esattezza, si corresse. Ora era anche pazza.
Il pelo del micio era
di colore scuro, sulla fronte una bella mezzaluna faceva sfoggio di
sè.
-Prendi!- disse la
gatta tirandole uno strano oggettino arancione.
-Che... e che dovrei
farci?- domandò osservando quello scettro in miniatura.
-Quello ti
servirà per traformarti in Sailor Venus! Sbrigati! Devi
dire...-
Talia
lasciò per dopo le domande ribadendosi che o stava
sognando o era decisamente, irrimediabilmente impazzita. Non
lasciò che la gattina finisse di parlare e tentò
da sola
alzando in alto la penna arancione:- Potere di Venere vieni a me!
Si sentì
avvolta in un abbraccio rassicurante, serena e in pace
con sè stessa mentre avvertiva prepotente e delicata la
forza
della luce che la circondava, la invadeva in ogni muscolo e in ogni
cellula donandole un' energia mai sperimentata prima. La luce
toccò la mente, toccò il cuore, si
istallò nell'
anima cambiando, manipolando il suo essere e lasciandolo allo stesso
tempo inalterato.
In quegli stessi
istanti ad alcuni chilometri più in là
Atena si alzò all' improvviso dal suo scranno correndo
giù lungo le gradinate dei templi.
-Secoli, sono passati
secoli. Dei del cielo, è giunto il
momento?- la sua mente si contorceva, confusa in mille pensieri. Uno si
sovrapponeva all' altro, si confondevano, si inseguivano mentre
scendeva veloce le grandi scale. Doveva correre,
voleva fare in fretta, sapere. Sapere, sapere, sapere, si ripeteva col
cuore in gola e la speranza più viva che le scuoteva l'
anima.
"Terra",
pensò chiudendo gli occhi.
Talia si
ritrovò un fuku ben conosciuto addosso e una nuova
sicurezza data dalla coscienza che adesso poteva difendersi. La
paura non era sparita, la sentiva ancora nei battiti furiosi del suo
cuore, ora però la controllava, ora era di meno
perchè
non era inerme.
Spiccò un
salto verso l' alto, così in alto che si
domandò se non avesse le molle ai piedi o se non avesse
iniziato
a volare. Poteva? si domandò al settimo cielo. No, forse non
poteva perchè atterrò immediatamente pochi passi
più indietro rispetto a dove era prima.
-Lo sapevo. Sei una
senshi, avevi una luce troppo brillante per non
esserlo- sibilò il mostro lanciandosi contro di lei e
colpendola
allo stomaco.
Talia si
toccò la parte offesa piegandosi su sè stessa.
Quel coso era dannatamente veloce. La vide correre nuovamente verso di
lei.
-Attenta Sailor
Venus!- le urlò Luna- i serpenti ai tuoi piedi!
I serpenti salirono
intorno alle sue caviglie e Talia iniziò a urlare
istericamente.
Si ritrovò
la donna a pochi centimetri dal viso, la bocca
aperta e i denti ben in vista. Non c' era un Milord anche per lei?
Milord no, ma Luna
sì. La gatta saltò sul mostro
artigliandogli la gamba e mentre l' altro si dimenava per il dolore
sbalzando via la gattina Talia si liberò urlando con tutta
la
rabbia che aveva il primo colpo che le venne in mente.
-Catena di Venere!
La catena luminosa
avvolse la donna e più Talia si arrabbiava, più
la catena si stringeva.
-Hai attaccato una
ragazza innocente, cioè me, hai fatto del
male a Luna... non la passerai liscia. Io sono sailor Venus, la bella
guerriera dell' amore e ti punirò nel nome di Venere!
Talia strinse
ulteriormente la presa gongolando per avere realizzato il
sogno, forse infantile, di pronunciare quella frase alla veneranda
età di quasi diciotto anni suonati. Era convinta che se ci
fosse
stata Antares l' avrebbe guardata con aria di sufficienza, Febe no, le
avrebe regalato un tenero sorriso mentre Sophia si sarebbe fatta
una risata di tutto cuore ricordandole che sì, va bene
Talia, ma
non sarebbe il caso di mettersi a studiare?
Infine il mostro
divenne polvere sotto ai suoi occhi. Non seppe come ma
la trasformazione si sciolse ed andò immediatamente a
soccorrere
Luna.
-Luna non dovevi- la
rimproverò con un sorriso triste prendendola in braccio-
come stai?
-Sto bene, sono finita
su quel cespuglio- affermò la gattina indicando il cespuglio
alle sue spalle.
-Bè...
penso proprio che dovremmo salutarci- disse seria Talia- credo di stare
per svegliarmi.
-Eh?!
-Ma sì,
devo andare a scuola e sarò di certo in ritardo.
-Talia questo non
è un sogno, è tutto reale.
La ragazza la
guardò sbalordita e si diede un pizzicotto, che
sì fece parecchio male e dunque no, non stava sognando.
-Quindi-
sussurrò piano- quindi sono uscita fuori di banana!
-Oh benedetta ragazza!
-Sto parlando con un
gatto!
-E con questo che
vorresti dire scusa?- si indignò Luna
-Che i gatti non
parlano
-Dalle mie parti
sì. A proposito, vengo dal futuro. Ora andiamo-
affermò saltando per terra- troviamo le altre guerriere. Mi
auguro che non sia difficile.
E Luna dovette
ringraziare la sua buona stella quando nel pomeriggio Talia
incontrò le sue amiche.
-Grazie al cielo non
vi siete separate!- disse guardandole ad una ad una
-Parla?- chiese Antares
-Oh grazie Dio! Non lo
sento solo io!- esultò Talia alzando le
braccia al cielo- oppure è una follia collettiva-
ipotizzò sfegandosi il mento col pollice e l' indice.
-Ragazze mie-
esordì Luna con cipiglio- ascoltatemi bene
perchè è giunto il momento che voi combattiate la
vostra
prima battaglia di quest' era.
-Io non voglio
combattere- pigolò Febe
-Nemmeno io. E'
già un miracolo che non mi sia spezzata un' unghia questa
mattina- rincarò Talia.
-Se è per
salvare una principessa buona annulla, passo, grazie-
affermò Antares con indifferenza.
-Tu... passi?- chiese
titubante la gattina.
-Esatto. Non vedo
perchè proprio noi dovremmo farci carico di un peso
così grande. Che se la sbrighi qualcun altro.
-Antares- la riprese
Febe- non credi di essere egoista? Suppongo che se
siamo state scelte proprio noi debba esserci un valido motivo.
-Ragazze-
sembrò ripensarci Talia adocchiando il manga che aveva
sul comodino- forse... insomma, forse non sarebbe tanto male.
-E' pericoloso-
sbuffò Antares intrecciando le mani dietro la
testa- e poi rischieresti di romperti un' unghia, non ci pensi?
-Starò
attenta!
-Luna- intervenne
Sophia pacatamente- potresti spiegarci tutto quanto con calma?
La gattina
osservò con aria preoccupata le sue nuove protette.
Possibile che si fosse sbagliata? Ma del resto nemmeno Bunny e le altre
in apparenza sembravano esattamente il prototipo ideale di paladine
della giustizia. In realtà le quattro ragazze che aveva
davanti
la preoccupavano parecchio. Avevano la giusta maturità per
affrontare le battaglie che le attendevano? Inoltre le precedenti
senshi avevano una bontà innata, una ferma fede nei valori
dell'
amore e dell' amicizia, un' inclinazione al sacrificio che era
straordinaria. E loro? E loro possedevano tutto questo? A sentire
Antares avrebbe detto di no.
Fece apparire le penne
per la trasformazione in senshi che si disposero
ordinatamente ciascuna di fronte alla inner di appartenenza.
Luna quando aveva
visto Talia al parco era stata sicura che quella
poteva essere la nuova Sailor Venus, la ragazza si era agitata e la sua
energia di senshi voleva esplodere, bisognava semplicemente premere il
bottone giusto, in quel caso la penna di Venere. A Talia era andata
dunque la
penna di Venere, a Sophia, notò sollevata Luna intuendo il
carattere della ragazza, quella di Mercurio, a Febe quella di Marte e
ad Antares quella di Giove. La gattina dovette ammettere che le ultime
due la preoccupavano parecchio. Febe non emanava l' energia che da
sempre aveva contraddistinto Rei, nè tanto meno sembrava
possedere la sua forza o la sua testardaggine. A vederla
così, il visetto rotondo incorniciato dai capelli neri e
ondulati, il fisico minuto, sembrava decisamente deboluccia. Antares
invece sembrava mancare di interesse. E dolcezza. Decisamente, convenne
Luna. Come poteva essere la guerriera della protezione se era stata
chiara nel dire che non aveva intenzione di combattere per niente e
nessuno?
-Sarà dura-
sospirò afflitta
-Chi vuole i biscotti
al cacao?- chiese Febe all' improvviso.
E Luna era
assolutamente convinta che sì, quelle ragazze avrebbero
rappresentato una montagna di guai.
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ANGOLO AUTRICE: Ciao a
tutti, questa storia si propone di essere una riscrittura e un vero e
proprio rifacimento di "Rinascere", già come vedete per chi
avesse letto la precedente ff l' incontro tra Luna e le guerriere
avviene in maniera completamente diversa e in effetti la cose che
cambieranno rispetto alla precedente versione saranno parecchie, nei
nemici, in alcuni rapporti tra i personaggi ecc..., volendo si potrebbe
considerare un' altra storia sebbene altre cose rimarranno inalterate,
ad esempio il carattere dei nuovi pg (magari mettendo in evidenza certi
aspetti che mi sono accorta erano appena accennati). Infine vorrei
tentare di filtrare buona parte della storia dal punto di vista dei
gold un po' come sto facendo con Vetri, dunque diciamo che le "voci" si
alterneranno. Spero di ricevere i vostri pareri, come sapete sono una
spinta per scrivere tanto, tanto e tanto. Un saluto,
Haru.
DISCLAIMER: Saint
Seiya e i suoi personaggi non mi appartengono così come
Sailor Moon e i suoi personaggi che sono comparsi o eventualmente
compariranno e/o saranno citati. La storia non è scritta a
scopo di lucro.
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