CAP.1) UNA VISITA INASPETTATA
La nebbia in Privet Drive persisteva ormai da un po’ più
d’un anno e tutti i suoi abitanti, come il resto dello stato, si domandava con
sempre maggior preoccupazione che fine avesse fatto il sole. Stavano tutti
seduti in salotto a rimpiangere l’afa e il caldo d’un tempo con una strana
sensazione che imperniava fino alle ossa. Solo una famiglia in tutte quelle
villette aveva il piccolo dubbio che quel tempo avesse a che fare con qualcosa
che non facesse parte del loro mondo; con qualcosa di anormale che loro
conoscevano da ben 16 anni e che in quel momento era in camera sua al piano di
sopra.
In effetti, di tutta Privet Drive, Harry Potter era l’unica
persona che fosse assolutamente a conoscenza di quel che accadeva e, certamente,
non era mai stato considerato un ragazzo normale.
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Erano passate due settimane dal suo ritorno da Hogwarts e
mai era stato così occupato e perso dai propri pensieri da non accorgersi
neanche del tempo che passava. Nel suo cervello c’era un continuo mescolarsi di
ricordi dolorosi, progetti per un futuro incerto, misteri da risolvere e
oggetti da ritrovare. La profonda tristezza che lo assaliva veniva scacciata
prepotentemente dall’intensa voglia e decisione di compiere la propria
missione. Missione che aveva iniziato l’anno precedente con l’ormai compianto
caro preside Albus Silente e alla quale era destinato da tutta una vita. Solo
l’anno prima aveva iniziato a ripercorrere la vita del mago Oscuro più potente
dei secoli per poterne capire, insieme al preside, il modo da renderlo
nuovamente immortale. Avevano scoperto così che Lord Voldemort si era creato
degli Horocrux, oggetti che contenevano un frammento dell’anima e rendono
immortale un mago. Da allora si erano imbarcati in un viaggio pericoloso per
entrarne in possesso e distruggerli ed ora era deciso ad adempire al proprio
destino per lui e per tutte le persone care che aveva perso in quella maledetta
guerra. Si, perché di guerra si parlava proprio nel mondo magico ed era così
distruttiva che si ripercuoteva con gravissime perdite anche nel mondo babbano.
- Vernon caro, hai sentito che orrore?
- Sì Petunia, di ragazzi disturbati al giorno d’oggi ce ne
sono sempre più; dovrebbero essere tutti chiusi in un ricovero, aggredire i
propri genitori e poi uccidersi!
Mentre all’interno
del numero 4 di Privet Drive si discuteva delle notizie del telegiornale
all’esterno si fermò una macchina da cui uscì un uomo corpulento con il capo
coperto da una bombetta verde acida e due uomini che gli si misero ai lati come
guardie del corpo volgendo occhiate guardinghe per tutta la via. I tre uomini
iniziarono a procedere decisi verso la porta mentre il ragazzo all’interno
della propria stanza si accostava alla finestra per vedere fuori. Il suo
sguardo cambiò d’un tratto da pensieroso a duro e determinato e con una punta
di curiosità si accinse ad uscire dalla propria camera per andare, per la prima
volta in quelle settimane, di sotto in salotto.
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Harry Potter si alzò dal proprio letto deciso ad uscire di
casa per prendere la prima boccata d’aria fresca in quelle due settimane a
Privet Drive. All'improvviso lanciò un’occhiata fuori dalla finestra, e quello
che vide, lo fece rimanere attonito al suo posto.
“Non è possibile che dopo tutto quello che mi ha fatto passare
ha la faccia tosta di presentarsi qui, a casa dei miei zii per di più, ma
perché diavolo è venuto?” E deciso a scoprirlo uscì dalla porta e rimase in
ascolto sul pianerottolo.
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- Buon giorno ragazzo, sono venuto qui per parlare con Harry
Potter, è in casa? Potrebbe chiamarlo?
Harry si immaginò il faccione di Dudley terrorizzato e dai
passi che sentiva si era precipitato dai suoi genitori.
Infatti subito dopo
sentì la voce tonante di zio Vernon dire: - Lei chi è? Che cosa vuole?
- Sono Cornelius Caramell ex-Primo Ministro della magia ora
consulente del nuovo Ministro Rufus Srimgeour e sono venuto per parlare con il
signor Harry Potter.
Harry sentì la voce di Caramell e vide l’espressione di zio
Vernon diventare da stupita, per l’importanza della persona che aveva di
fronte, a furiosa con il suo solito colorino rosso e la vena che pulsava sempre
più mentre rispondeva sgarbato. - Cosa ha combinato di male questa volta quel
disgraziato?
Caramell con un
espressione stupita per lo sfogo del signor Dursley rispose. - Non ha mai fatto
niente di male il ragazzo.
- Strano Signore, non mi sembrava proprio che dicesse questo
due anni fa. - intervenne Harry a quel punto con espressione risoluta.
- Harry sono felice di vedere che stai bene; sono venuto qui
in veste ufficiale per consegnarti una lettera da parte di Silente. - iniziò
Caramell con il tono soave e cauto di una volta come se quei due anni non
fossero esistiti. - Fa parte del poco che abbiamo trovato riguardo al suo
testamento. - aggiunse con una punta d’irritazione e ironia allo sguardo
stupito del ragazzo.
- Del suo testamento? - disse una voce terrorizzata dalla
fessura aperta della porta di cucina. - Si_si_silente, Albus Silente è
mo_morto? - continuò zia Petunia aprendo la porta e mettendosi al fianco di
Harry.
- Sì - confermò Caramell con voce triste. - È stato
assassinato quasi tre settimane fa. - continuò mentre Harry guardava sua zia
che sembrava capire esattamente cosa esso comportava e aveva un’espressione
d’orrore dipinta in volto.
- Grazie Signore - intervenne Harry con voce dura
riprendendosi dal comportamento della zia. - Allora può darmi la lettera e
togliere il disturbo.
- Ragazzo, non ci si rivolge in questo modo agli adulti! -
sbottò zio Vernon che sembrava quasi aver accettato la presenza di un mago
siccome si vedeva chiaramente che il nipote non lo voleva.
- Non fa niente, me lo merito. - disse Caramell con una
falsa dolcezza cercando di trattenere la collera. - Prima però devo riferirti
delle cose importanti da parte di Rufus Scrimgeour.
- Non voglio aver niente a che fare con voi!!! Mi sembrava
di essere stato chiaro con il Ministro al funerale di Silente! - esclamò Harry
esasperato. - Che cosa c’è ancora?
- Harry devi capire! - disse risoluto Caramell. - La
comunità magica è andata ancora più nel panico dopo la morte di Silente, il
ministero non sa proprio più che cosa fare per cercare di tenere tutto sotto
controllo, inoltre nessuno a parte te sa cosa stava facendo Silente negli
ultimi tempi; dove continuava a sparire e dove siete andati poco prima che
morisse. - Caramell aveva iniziato a parlare a raffica e non sembrava aver
nessunissima intenzione di smettere. - Basterebbe un piccolo aiuto da parte
tua, anche solo un piccolo accenno al giornale che il lavoro al ministero
procede bene, che la comunità magica si calmerebbe un po’ e per quanto riguarda
la tua collaborazione con il ministero basta che accetti due auror come
protezione e tutti saranno più tranquilli sapendoti al sicuro ora che non c’è
più Silente a vegliare su di te.
- Silente veglierà sempre su di me! - esclamò Harry
infuriato. - E l’ho già detto a Scrimgeour che non ho nessuna intenzione di
diventare la mascotte del ministero ne tanto meno dire alla comunità magica che
approvo il vostro lavoro quando non lo penso minimamente; e per quel che
riguarda i due auror preferisco difendermi da solo.
- Ma Harry
tu_sai_chi è pericoloso! E sei solo un ragazzo non puoi difenderti da
solo!
- Me la sono cavata per quattro volte da solo contro di lui
e chi si è intromesso è stato ucciso! Voldemord vuole uccidermi personalmente e
non saranno certo due auror a fermarlo!
- Perché puoi fermarlo solo tu? Il prescelto? È questo che
vuoi dire?
- Io non voglio dire proprio niente… adesso posso la mia
lettera? Vorrei andare a leggerla grazie! - disse Harry con un tono così fermo
e risoluto che Caramell non potè fare a meno di prendere la lettera dal
taschino e metterla nella sua mano tesa. Vedendo scritto il suo nome, con la
conosciuta grafia obliqua sulla pergamena sigillata con lo stemma di Hogwards,
Harry non riuscii a trattenere la profonda tristezza che lo pervase e impedire
ai suoi occhi d’inumidirsi.
- Mi dispiace veramente Harry per la perdita che hai subito,
che abbiamo subito tutti, lo so che voi due avevate un legame profondo e
speciale ma devi anche capire che noi stiamo solo facendo il possibile per
proteggere tutta la comunità magica e babbana e abbiamo bisogno il tuo aiuto. -
disse Caramell con voce di nuovo calma, rassegnata.
- Ci penserò - rispose Harry girandosi e tornando in camera
sua.
Intanto gli zii erano ancora immobili, con stampata in
faccia un’espressione sbalordita e gli occhi fuori dalle orbite, cercando
d’assimilare tutto quello che avevano appreso su loro nipote in quella strana
conversazione e non si resero nemmeno conto dell’uomo con la bombetta verde
acida in testa che usciva di casa affiancato da quelle che sembravano due
guardie del corpo.
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