cap 4
Finalmente è arrivato
anche questo terzo capitolo...felicità alle stelle! Ci ho messo un
pò a scriverlo,
causa scuola e una possibile febbre (di nuovo). Ho anche
rimesso una poesia della Merini, ne ho
trovate ben due che si rispecchiano nella mia fan fiction
(non a caso
lei è anche
la mia poetessa preferita). La prossima, ovviamente, nel
prossimo capitolo!
Spero tanto di non deludere le vostre aspettative.
Buona Lettura!
Yammi.
Non sai cosa vuol
dire un uomo piegato,
che cerca la sua zappa
per coltivare un amore spento.
Un amore che non vuol più vedere.
-Alda Merini
Quella notte era strana, e non si sapeva dire il
perchè. Il vociare allegro che
spesso si sentiva aleggiare nel palazzo era assente, la luna che
illuminava i corridoi era nascosta dietro strane nuvole,
lasciando quasi tutto al buio.
Queen Serenity avvertiva una strana sensazione, come di cambiamento,
mentre percorreva gli alti corridoi della propria reggia.
Come mai Endymion si trovava da solo a vagare per quell'ala del
castello e a quell'ora della notte? Serenity aveva sempre pensato che,
quando spariva, si trovasse nella grande biblioteca a divorare romanzi
e per questo non lo cercava mai, perchè sapeva che non gli
piaceva essere disturbato. Ma ora non poteva trovarsi lì. La biblioteca
si trovava dall'altra parte del castello e Small Lady l'aveva visto
qui, vicino alla porta che conduceva dalla Guardiana del Tempo.
Forse era andato a fargli visita? Ma non doveva, e lo sapeva bene.
Era da tempo che Queen rimuginava sui Tabù che aveva imposto
a Pluto. Erano forse troppo duri, anche per una guerriera forte come
lei? Erano forse ingiusti?
No.
Erano il prezzo da pagare per preservare il tempo; così
mutevole, così fragile. La Guerriera di Plutone aveva
accettato il suo destino con grande devozione ed era una cosa che Queen
sapeva con certezza. L'ammirava molto per questo.
Ma ora, che si trovava a vagare per quei corridoi così bui,
da sola, senza inibizioni non era più sicura di
ciò che stava succedendo. Forse erano semplici insicurezze,
semplici pensieri buttati all'aria,
Ma ciò li rendeva forse meno reali?
Girò un angolo, e un altro ancora.
I suoi passi rimbombavano senza affanni sulle mura di marmo bianco, che
ora sembravano di un inquietante blu scuro per via dell'ora tarda. Ogni
angolo sembrava più buio del precedente, come a nascondere
qualcosa di ben più minaccioso della semplice
oscurità.
Girò un angolo, e un altro ancora.
Ma dov'era, Endymion? Perchè non sentiva più la
sua presenza? Perchè gli sembrava così distante,
adesso?
"Forse non è
solo adesso che è così distante" si
sentì mormorare nella propria testa. "Sono sciocchezze. In questo
periodo ha molto da fare. Lui...lui è sempre qui, con me".
Cercò di cacciar via quei pensieri così
rapidamente che non badò a dove stesse mettendo i piedi,
fino ad urtare qualcosa, o qualcuno.
«Serenity, cosa ci fai qui a quest'ora?»
mormorò l'uomo con strana naturalezza. Passarono alcuni
secondi prima che Serenity rispondesse. Dietro alle spalle di Endymion
c'erano le porte che conducevano a Sailor Pluto ed avrebbe quasi
giurato di aver visto un paio di penetranti occhi rossi sbirciarli,
prima che le porte si chiudessero definitivamente.
«Potrei farti la stessa domanda» tagliò
corto lei, a labbra serrate. Non era in vena di assecondarlo, non
quella sera.
«Stavo semplicemente....»
«Hai fatto visita a Pluto, non è vero?»
quelle parole, così scoccate, avevano lasciato Endymion
senza fiato. Quindi sapeva? Aveva capito qualcosa? Lo aveva visto forse uscire
da quelle porte pochi minuti fa?
No, era impossibile. L'aveva incontrata quando ormai erano
giù chiuse.
«Ma no, cosa ti salta in mente. Stavo solo controllando la
situazione per i corridoi...lo sai che non infrangerei mai i
tabù che hai imposto a Pluto, anche se non li
condivido».
Serenity sapeva che mentiva, lo sapeva. Lo sentiva. Ma non
aveva prove. Nulla, se non insicurezze. Ma Endymion aveva appena
ammesso che non condivideva i tabù dettati a Pluto, una cosa
che non si era mai permesso di contestare. O almeno, fino ad ora.
«E com'è, la situazione?»
sospirò, abbassando le spalle in segno di resa verso se
stessa. Non aveva il coraggio di continuare su quella strada. Per paura
di ciò che avrebbe potuto trovare.
L'uomo le sorrise, come sollevato «Tutto normale.
Che ne dici di andare a cena? Altrimenti Small Lady non ci
lascerà più nulla da mangiare». La
precedette verso la sala da pranzo, continuando a chiacchierare, come a
voler far cadere il discorso. Camminava a testa bassa, immersa
nei suoi pensieri che, sapeva, si stavano annidando in lei.
Serenity rimase di proposito indietro. Camminava a testa bassa, con una mano sul mento, immersa nei suoi pensieri. Immersa in una decisione che non sapeva se prendere.
Scoprire la verità, oppure...continuare a mentire.
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Ed anche la sera
le sembrava bugiarda, immersa tra le sue profumate coperte di seta. La
luna non c'era, le stelle non c'erano. Solo il buio faceva da padrone
a quella sera.
Endymion era ancora in bagno. Uno dei suoi difetti era che ci metteva
sempre troppo tempo per andare a dormire, come a non voler far
terminare mai le sue giornate. Far finta che fossero eterne. Quando
uscì portò con se un odore di lavanda. Il
pigiama, del medesimo colore, gli donava molto. Serenity amava quel
colore, come amava la persona che lo portava.
Si, almeno di quello era sicura. Lei amava ancora.
Endymion si mise a rovistare nei cassetti del comodino, forse in cerca
degli occhiali per leggere. Serenity pensò che fosse
l'occasione giusta per metterlo alla prova.
«Endymion...» mormorò in un sospiro,
come quello di una persona che si sveglia da un lungo sonno
«Si?» lui non si girava, non la guardava. Era
così preso dal suo comodino...lei gli cinse il petto con le
braccia, appoggiò la testa sulla sua schiena. Poteva sentire
il battito del suo cuore...ora, così lontano «Ti
amo.»
Il cuore di lui mancò un colpo, forse due. Sperava che non
se ne fosse accorta. Non ce la faceva. Non ce la faceva a recare
così tanto dolore ad entrambi, inconsciamente. Eppure ci
riusciva. «Ti amo anch'io» si voltò,
incontrando gli occhi della persona che aveva amato una volta, facendo incontrare
le loro labbra.
"Menti"
pensava lei, mentre ricambiava il lungo bacio. Eppure sembrava tutto
così reale, tutto così tranquillo. Forse era
davvero tutto nella sua testa. Le cose andavano bene. La pace regnava
sovrana, il regno era prosperoso. Nel palazzo tutto andava per il
meglio.
Si, Serenity faceva male a preoccuparsi per nulla. Doveva imparare a
non dar più retta alle sue insicurezze. Erano cose del
passato, di una Serenity che aveva cercato di cambiare per farla
diventare una perfetta regina, una regina all'altezza del suo re.
Mentre si addormentava, nella sua mente aleggiava una tetra
verità che cercava di soffocare. Aveva fatto la sua scelta.
Mentire.
Il mattino dopo il sole si stagliava alto all'orizzonte. Il
cielo era di un azzurro profondo che si specchiava nell'immenso palazzo
di cristallo colorandolo di un azzurro altrettanto profondo.
La colazione era stata piacevole. Small Lady aveva mangiato tutto e
anche Serenity si era concessa di esagerare, per quella mattina. Si
sentiva molto bene. Endymion le aveva promesso di fare una passeggiata
con lei, l'altra sera. Non vedeva l'ora.
5...
10...
25...
30...
I minuti passavano lenti, Endymion ancora non si vedeva all'entrata del
palazzo. Forse era stato trattenuto? Ricominciò a cercarlo,
come l'altra sera. Però questa volta più
tranquilla.
Incrociò un cortigiano che stava trasportando una pila di
scartofie, quelle di cui di solito si occupava Mercury.
«Scusi, ha visto il re in giro?» chiese in tono
docile, raccogliendo perfino qualche foglio che era caduto al
malcapitato.
«Oh grazie, mia regina. E' sempre così
gentile...comunque il re ha detto che avrebbe passato la mattinata in
biblioteca e...»
Serenity non sentiva più
nemmeno la voce di quel cortigiano. I suoi dubbi, così celati, erano stati confermati. Endymion non avrebbe rimandato la
loro passeggiata per rintanarsi in biblioteca, a meno che...
«Grazie, ora so dov'è. Vado da lui.» si
diresse a passo svelto verso l'unico luogo in cui avrebbe potuto
trovarsi in quel momento, verso l'unico luogo in cui non si sarebbe
dovuto trovare.
«Mia regina, dove va? La biblioteca è dalla parte
opposta!»
Ma ormai Serenity aveva scelto, Nulla l'avrebbe più fermata,
nemmeno la sua vigliaccheria. Ormai, aveva deciso.
Verità.
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