Unshed Truths and Ugly Tears
Giurava di aver sentito la sua presenza ancor prima del 'ding'
dell'ascensore.
C'era sempre stato qualcosa di karmico nei loro incontri.
Già scritto. Già vissuto. Quasi come se in una
vita passata avessero avuto il privilegio di non essere materiale
autodistruttivo. Forse quella vita aveva concesso loro un lieto fine.
Forse, sicuramente, i frammenti di quest'ultima li avrebbero scheggiati
in eterno.
Ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo, ogni frammento.Tutto aveva una
sua singolare importanza. Si erano sempre ritrovati nel riconoscere
l'importanza dei dettagli.
Chuck e Blair, coloro che non davano niente per scontato, si erano
persi in un mare di dettagli.
Quegli stessi Chuck e Blair che credevano di poter manipolare,
controllare, i propri destini, erano stati beffati dal fato. "Se due persone sono destinate a
stare insieme, alla fine si ritroveranno."
Erano stati ingenui nel loro amore.
Chuck Bass non era un romantico, era solo un uomo innamorato. Non
credeva nel fato, ne tantomeno ai lieto fine. Ciò a cui
credeva era il suo amore per Blair, perchè per quanto
distorto ed incompreso, era l'unica verità che avesse mai
conosciuto. In quanto abile bugiardo, la falsità gli
appariva lampante. Il suo mondo era farcito da scintillanti bugie che
lo rendevano vuoto; lui in prima persona era stato cresciuto a forza di
menzogne, imboccato d'aria. Le bugie che gli altri bambini mandavano
giù come caramelle, che saziavano alcuni mentre risultavano
indigeste ad altri, non facevano che lasciare il piccolo Chuck a
stomaco vuoto.
Playboy, giovane, ricco e festaiolo. Un Clichè?. Schiavo del
sistema?. Probabilmente uno dei pochi ad aver capito la natura fallace
di quel sistema. Rassegnato?. Forse.
Si dice che Adamo ed Eva furono felici nell'Eden finchè non
ebbero la consapevolezza di essere nudi.
La sfortuna di Chuck Bass? Essere sempre stato consapevole di essere
vuoto. Nessuno si era mai preso la briga di riempirlo, quindi Chuck si
era rassegnato. Sarebbe rimasto vuoto come il mondo in cui era
cresciuto.
Così, quando aveva incontrato Blair, incontrata davvero, si
era avventato su di lei come una bestia, un animale privato del
sostentamento, si era aggrappato a lei e aveva divorato ogni briciola
dell'amore che aveva da dargli. L'aveva prosciugata goccia per goccia,
avido di quell'affetto che non aveva mai ricevuto. Una volta riempiti i
buchi nel suo cuore, si era reso conto di non essere ancora sazio, ed
in quel momento, seppe che l'avrebbe amata per sempre. Che avrebbe
sempre avuto bisogno di lei. Che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
"Noi non potremmo mai
essere noiosi" "Tu dici così, ma io ti conosco. Tu sei Chuck
Bass" "Non sono Chuck Bass senza di te".
Blair lo aveva reso un cinico romantico e, la consapevolezza che era
rimasta con lui, gli suggeriva che i loro cuori battevano all'unisono
solo perchè lei aveva deciso di condividere il suo con lui.
Blair era andata via, e aveva portato con se il suo cuore. Il tutto che
lo lasciava con niente. Ora di quel cuore era rimasto solo il rumore.
C'era un brusio in lui che gli ricordava di essere vivo. Un agrodolce
brusio. Nostalgico. Come il brusio di una vecchia cinepresa, in uno di
quei cinema per amatori, con quelle pellicole in bianco e nero e le
didascalie al posto delle parole, ma senza più musica dal
vivo.
Da quando non c'era più Blair, Chuck si sentiva come in uno
di quei cinema. La vita era un film in bianco e nero, senza ne musica
ne parole, e lui, piuttosto che viverla, la stava guardando da lontano.
Chuck non riusciva a sentire.
La sua vita era diventata un film muto.
Chuck non riusciva a sentire niente, ma sentiva lei. Sentiva il battito
del loro cuore.
Quasi come se la stesse aspettando, si era seduto su quello sgabello,
proprio di fronte l'ascensore, con il suo solito scotch davanti. Ed
aspettava.
I tacchi alti che battevano sul solido parquet erano come uno staccato
musicale. Ancor prima di girarsi, sapeva che era lei. Avrebbe
riconosciuto quella musica ovunque.
Chuck Bass sentiva di nuovo.
Un momento dopo Blair era dinanzi a lui, sottile, elegante, con un
vestito blu a fiori, la pelle baciata dal sole e gli occhi grandi ed
impauriti.
Alcuni agonizzanti minuti dopo, quel brusio si era trasformato nel
rimbombo di un tamburo, uno di quelli che ti lacerano il petto.
Guardando in orrida fascinazione le labbra di Blair formulare la sua
sentenza di morte, si rese finalmente conto di averla persa per sempre.
Forse fino a qualche minuto prima, una parte di lui ancora sperava.
Forse era solo in stanby, sul precipizio, aspettando qualcuno che lo
buttasse giù o che gli tendesse la mano.
Forse aspettava che Blair gli tendesse di nuovo la mano, invece era
venuta a buttarlo giù.
Stavolta, per quanto potente, il loro amore non avrebbe potuto
ricongiungerli. Ormai la scelta non era più nelle mani di
lei. Avrebbe sposato l'uomo del quale era incinta. No, non stava
più a lei.
Il destino aveva vinto e loro avevano perso. Destinati o Dannati?.
La risposta che non aveva voluto dare a se stesso, ora, gli bruciava in
gola. Ciò che un tempo era convinto potesse essere la sua
salvezza, era diventata la sua condanna. "Ti amerò sempre".
Condannati ad amarsi per sempre.
Eppure lui, senza neanche ammetterlo a se stesso, aveva sperato fino
alla fine. Cosa credeva, che avrebbe lasciato Louis all'altare e
sarebbe corsa da lui? Illuso.
Può sembrare perverso, ridicolo anche, ma quello che stava
sperimentando era un piacevole dolore, un dolore esilarante che
contrastava le lunghe settimane di torpore.
"Se c'è una cosa che so di Chuck Bass è che
diventare padre non rientra certamente nei suoi piani".
Avrebbe voluto contraddirla, ma da perfetto masochista qual'era, non si
concesse il lusso di una verità che avrebbe alleviato il
sapore del fiele.
Voleva solamente proteggere quel dolore, preservarlo e dargli
l'opportunità di distruggerlo.
Forse aveva ragione lei. Forse si era illuso di volere quel futuro;
forse voleva solo lei... e tutto ciò che avrebbe comportato
averla sua per sempre. O forse, più semplicemente, in questo
momento si stava illudendo di non volere una famiglia. Una famiglia con
lei. "Costruiremo il nostro futuro insieme".
"Una parte di me sperava che fosse tuo". Blair si voltò ed
uscì dall'attico. Adesso era solo, a fargli compagnia
solamente le sue taciute verità; verità che
sapevano di lei.
"Anche una parte di me sperava fosse mio". Sussurrò a
nessuno in particolare, dirigendo lo sguardo verso il basso. Alzando la
testa la vide davanti se. Gli rivolse un sorriso straziato mentre nei
suoi occhi brillava il fantasma del loro amore.
Chuck sapeva che Blair era andata via. Sapeva che di lei era
rimasto solo il profumo, ma fece tesoro dell'allucinazione proiettata
dalla sua mente.
"La parte di me che ti ama desiderava fosse mio" Le confidò.
"Considera che ti amo con tutto me stesso, e tira le somme".
Avrebbe dovuto rattristarlo dischiudere verità ad un
allucinazione come un pazzo, ma nella sua mente Blair continuava a
sorridergli e, in quel momento sospeso nel tempo, si sentì
in pace con il mondo.
Sentendosi leccare la mano, Chuck abbassò lo sguardo.
Monkey ricevette la prima carezza dal suo nuovo padrone e felice
cominciò a scodinzolare.
Chuck alzò lo sguardo e scoprì che la sua mente
aveva smesso di scherzare con lui. E adesso non c'era più
nessun dolce dolore accompagnato dal brusio. Adesso era un sordo dolore
a squarciargli l'anima.
Nessun battito. Solo un cuore. Un cuore inerme. Un cuore che fa male.
Dopo aver respinto l'amaro sapore dello scotch, Chuck era disteso sul
letto. Finalmente quel dolore era stato in grado di metterlo K.O.
Finalmente era caduto dal precipizio.
Un'aspra lacrima gli corrose il viso. Stringeva quel cagnolino a se
come fosse la sua ancora di salvezza.
Adesso aveva la certezza che non avrebbe mai costruito una famiglia per
conto suo, ma decise che avrebbe accudito quel fido pulcioso come fosse
suo figlio.
Avrebbe mai potuto quel cane alleviare il suo dolore? La risposta era
no, ma di certo si sarebbe sentito meno solo.
[A.N]
One-shot che risente dell'umore di quando l'ho scritta.
Martedì ero una fontana ambulante. Dallo scorso
Martedì ad ora non ho avuto tempo di lavorarci su quindi
è piuttosto grezza, ma mi premeva postarla prima della
prossima puntata, e dato che la guardo sempre di martedì
mattina era imperativo che la postassi ora. Scusate le imprecisioni.
Spero comunque che decidiate di farmi sapere cosa ne avete pensato.
L'immagine è mia. Do.Not.Steal.
L'ispirazione per questa shot l'ho avuta ascoltando questa versione
della meravigliosa canzone di Dolcenera Mai
più noi due - live
P.s: se per caso vi è mai capitato di leggere una una delle
mie due ff mi scuso con voi. Siete stati tutti carinissimi nelle vostre
recensioni e mi avete fatta felice, ma oltre ad essere la persona
più pigra dell'universo ho avuto anche dei problemi
personali.
Rallegratevi, ora si è risolto tutto xD, quindi aspettatevi
di essere annoiati dalle mie ff al più presto. GG si mette
sempre più in ridicolo e quindi ho bisogno di rifugiarmi
nelle ff e rivivere i bei tempi.
Io vado a piangere in un angolo, voi intanto recensite...
|