CAPITOLO 13.
E da quella volta, David è passato a trovarmi nel mio
ufficio tutti i santi giorni.
E io ho sempre fatto in modo che Eddie, Gladys, ma anche il vecchietto
strambo che ha l'ufficio accanto al mio, facessero in modo di mandarlo
via.
Dopotutto io lo odio e l'ho dimenticato.
Ha provato a mandarmi anche dei bigliettini, ma io mi sono limitata a
metterli nel mio cassetto, senza mai leggerne nessuno.
E per quanto riguarda Edgar, sta migliorando nell'inventarsi scuse. E
ora ho la mania di scrivermele tutte, o almeno le più belle.
Questa volta
è andata a salvare il mondo, ma ha usato la porta, non la
finestra.
L' ultima volta che è andata a salvare il mondo, il suo
succinto vestitino in acrilico da super eroina si è
sgualcito e ora lo sta riparando.
Il Signore del Male l'ha presa in ostaggio.
E' uscita a pranzo con Batman.
E' uscita a pranzo con Robin per fare un dispetto a Batman.
E' a farsi un giro sulla spider dell'Uomo Ragno.
E' andata insieme a Bono degli U2 a trovare il Papa.
Wonder Woman e Cat Woman l'hanno chiamata per una riunione fra colleghe.
Mi dispiace, ragazzo. Ma la nostra Anne è fuggita alle
Bahamas con il suo nuovo fidanzato superdotato.
Questo può essere considerato il "meglio" delle
assurde scuse di Edgar Hoffmann, ho anche pensato che potrei pubblicare
un libro con queste scuse. Sarebbe sicuramente un best-seller!
-Ma perché non vuoi parlargli?- mi domanda Gladys,
l'ennesima volta che le chiedo di allontanare David
-E' una lunga storia, Glad...- rispondo
-Ma avete litigato?- mi chiede ancora, con un tono fra il curioso e il
preoccupato
-Eccome...- mormoro io
-E' un vero peccato, sai... Eravate così affiatati, voi
due!- esclama, con la sua voce roca e tremolante
-Se lo dici tu...-
Questa donna è capace di farmi venire dei tremendi dubbi
esistenziali!
Oggi è il quarto giovedì di Novembre.
E New York è splendida in questa stagione, le foglie si sono
tinte di tantissime sfumature di marrone, di giallo e di arancione.
Central Park è semplicemente fantastico.
Ma oggi è il Giorno del Ringraziamento.
E c'è una stramaledetta festa a casa di Carrie, e io ci devo
andare.
L'appartamento di Carrie, al mio arrivo, è già
strapieno; ci sono tutti i suoi amici e le sue amiche urlanti.
E come sempre, vengo accolta da Carrie, che mi ficca subito una
bottiglia di birra in mano.
-Divertitevi!- urla lei, mettendosi poi al centro del suo salotto.
Il mio sguardo si posa da una persona all'altra, finché non
lo vedo.
Non vedo lui, David.
E' seduto su una poltrona, l'aria imbronciata e annoiata; alza la testa
e intercetta il mio sguardo.
Mi sorride, come se fosse estremamente contento di vedermi.
Distolgo subito lo sguardo e mi allontano, poi mi metto tranquilla sul
divano, con la mia birra.
-Ciao, Bambola!- Joshua, il fratello di Carrie, mi si siede accanto
-Ehm, ciao...- farfuglio imbarazzata
-Non mi sono mai piaciute le Inglesi, sai?- mi dice
-Beh, questo è un bene...- mormoro, sarcasticamente
-Ma conte te è diverso...- mi sussurra avvicinandosi
pericolosamente.
Oddio, mi sta venendo un conato di vomito.
-Ti aspetto fra cinque minuti nella camera da letto di Carrie...- mi
sussurra ancora, nel disperato tentativo di apparire sexy.
Ho un assoluto bisogno di prendere un po' d'aria!
Detto, fatto. Nel giro di due secondi sono già sul balcone,
che guardo la città... lontana da quella immonda bestia di
Joshua.
-Ciao- la voce di David mi raggiunge
-Ciao...- gli rispondo asciutta
-Come va?- mi domanda timidamente
-Bene, a parte il tentativo di violenza da parte di quel maniaco di
Joshua...- rispondo.
David sorride, sembra molto divertito.
-Perché ridi? E' successo anche a te?- gli domando
-No, per fortuna. Ho sentito che non va matto per gli Inglesi!- mi
risponde
-Ma con me ha fatto un'eccezione!- dico io, con lo stesso tono di voce
di Joshua.
David ride e, dopo tanto tempo, lo faccio anch'io.
-Ma cosa ci fai qui?- mi chiede lui
-Perché?- rispondo io, incuriosita dalla sua domanda
-Ti credevo alle Bahamas, con il tuo nuovo fidanzato superdotato...- mi
spiega lui, con un ghigno
-Storia vecchia!- esclamo, sorridendogli.
David mi si avvicina, ma non dico niente.
-Sai cosa mi manca di più, da quando sono qui a New York?-
gli chiedo
-No.-
-Londra, in questo periodo... ma soprattutto Londra a Natale. E'
eccezionale.- mormoro
-Hai ragione...- si limita a rispondere lui -Anche se credo che
sarò costretto a rimanere qui, a Natale...- aggiunge
-Anch'io...-
-E sai qual è una cosa che manca a me, invece?- questa volta
è lui a chiedermelo
-No.-
-Tu.-
Questa sua risposta mi spiazza completamente, arrossisco.
-G-grazie...- mormoro
-Tieni...- mi dice, porgendomi una cartellina
-Cos'è?- gli chiedo, curiosa
-Sono le prime pagine del mio libro... Mi piacerebbe che tu le
leggessi...- mi risponde
-D'accordo...- dico io, ancora un po' fredda
-Grazie.- e detto questo, mi da un bacio sulla fronte e si allontana.
Sono seduta sulla mia poltrona bitorzoluta, e sto cominciando a leggere
la prima parte del nuovo libro di David, ormai la festa a casa di
Carrie è finita. Ho sempre trovato inutile il
Ringraziamento, in Gran Bretagna nemmeno lo festeggiamo!
Dopo la festa ho ricevuto anche qualche insulto da quel bradipo di
Joshua, che è rimasto molto offeso dal fatto che io non
l'abbia raggiunto in camera da letto.
Ho finito di leggere, mi continuo a chiedere il motivo per cui David ha
voluto farmi leggere in anteprima il suo libro finché non
noto la dedica, è lì, sulla terza pagina:
Ad Anne, indubbiamente,
l'unica persona che mi fa sentire a casa
anche se sono a New York.
Una lacrima mi scorre lungo la guancia, e non penso che si possa
piangere per una persona che si odia.
O non sto realmente piangendo, oppure io non odio David Greene...
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