Exile
It takes your mind
Quando
riapri gli occhi sei a terra, strozzato in una nube di veleno e
lacrime.
Diversi
secondi di panico ti spingono ad accorgerti che non sei morto. O
almeno, non ancora, non se l'aria sarà per sempre verde
marcio e i
rantoli
che invocano aiuto da ogni dove rimarranno inascoltati.
La
tua mente è annebbiata e la voce metallica ti scivola
addosso,
scorrendo tra i cadaveri stesi al tuo fianco.
Devi
rimanere lucido – lo sai e per non perderti strisci sulle
linee del
pavimento, aggrappato all'unica idea nitida che possa salvarti la
vita.
La
porta cigola e si spalanca sul vuoto; dalla neurotossina precipiti
nel buio, tra i vapori bollenti dei macchinari, dove l'aria
è
stantia di secoli ma innocua.
Per
oggi, almeno per oggi, respiri ancora.
Does
it feel like a trial?
Non
è stato difficile ignorare la sua voce. Per quanto
sgradevole, la
sardonica compagnia di GLaDOS lascia intravedere prospettive
interessanti – alla fine, senza saperlo, lei stessa ti ha
dato
l'idea che firmerà la sua condanna.
Per
fortuna, l'intelligenza umana conosce vie ancora ignote ai computer.
I
lumi del tuo senno vacillano da diversi giorni, ma sono ancora
sufficienti per questo. Nonostante il tuo sguardo nervoso, la
schermata si spegne fluidamente, confermandoti che – per una
volta
– le macchine ti sono amiche.
Le
tue dita smettono di tremare. Chell ne sarà capace, deve
esserlo –
le traccerai il destino sui muri delle stanze, finché, da
quel
momento in poi, sarà lei la tua guida.
Ce
l'hai fatta. Non ti resta che continuare a fuggire.
Does
it trouble your mind the way
you
trouble mine?
Stai
strisciando nei condotti da giorni e muori di fame. Sono le uniche
due certezze a balenarti davanti – e perdi finalmente
coscienza,
spezzando la grata marcia contro un muro lurido.
Quando
lo svenimento si dissipa, sei in una topaia scavata intorno a un
palo. Il lume del faretto ti mostra una camera test nuova di zecca,
ancora al buio, dotata di pareti lisce e sane.
Mentre
ti abitui alla luce dorata, dopo tante ore di rosso accecante, gli
occhi ti si sgranano di sollievo davanti al mucchio di lattine e
taniche accatastate nell'angolo.
Acqua.
Cibo.
E, dall'ombra, una solida forma
lucente ti porge il tutto, senza rabbia
né inimicizia.
“E
tu chi sei?”
La
sagoma ti scruta. È un cubo, un grazioso cubo di metallo,
con un
gran cuore. Così diverso dall'asettica geometria di questo
posto
folle.
Sembra
quasi, come dire, mansueto.
“Sono
il tuo migliore amico”.
“E
come me lo spieghi?”
Nonostante la tua domanda, senti la
diffidenza, la condizione perenne del tuo animo, diradarsi di colpo.
Lo
ami già, e lui ama te – è tutto
così semplice, non c'è nulla di
complicato in lui.
“Sono solo, come te. E sono nato per te”.
Non
sai cosa rispondere. Ti limiti a vuotare la tanica d'acqua, ammaliato
dai riflessi dell'acciaio. Domandarsi da dove venga è
inutile, ormai
– tutto ciò che conta è che sia qui, e
che non se ne andrà. Mai.
“E
sappi che non ti pugnalerò mai alle spalle. Puoi starne
certo”.
“Amico”
singhiozzi. “Dimmi come ti chiami”.
Ti
avvicini lento, per udire tu, e tu soltanto, il suo sussurro. Il suo
nome è dolce come l'acqua e la luce, ti cancella la fame e
ti
restituisce il sonno.
“Companion
Cube” sorridi, stringendo in un abbraccio il metallo liscio.
“Sono
felice ora”.
Rimani
a lungo, tracciando sul muro parole di pace e quiete. Ti sposterai un
altro giorno.
It takes your mind
Again
Ti
risvegli in un quadrato di penombra. Lo sbuffare dei pistoni si fonde
al gocciolio e il bagliore rosso si spande sul metallo oleoso.
Odi
vivere in quest'antro buio, intriso di umidità fino al
midollo.
Eppure non ti arrendi ancora – lei non può
sopravvivere senza
segnali, e tu strisci ad orientare i fari, a sgombrare i sentieri dai
detriti di ferro rugginoso. Ti arrampichi ai cavi, lasciando tracce
sanguigne di minio dove hai potuto scavarti un passaggio.
Le
frecce, la corsa, la salvezza.
Escape.
“Non
andare oltre” geme il tuo amico ogni volta, riflettendo le
luci di
sangue delle tue scritte.“È pericoloso”.
Tu,
irrefrenabile, ti limiti a sorridere e lo accarezzi piano,
accoccolato contro un palo.
“Ma
è necessario. Non devi temere, se la
caverà”.
“Perché
dovrebbe?”
“Perché
è lei” annuisci. “È
Chell”.
Oh,
you meant so much
Have
you given up?
Il
tempo è vicino.
Lei
sta per arrivare e, nonostante tutto, non la abbandonerai –
il percorso è quasi
completo.
Così
vicino alla meta, gli spazi angusti ti opprimono e la melma ti si
abbarbica addosso, unta e viscida; ma, devi riconoscerlo, va molto
meglio da quando GLaDOS tace e finge di non sapere dove sei.
Sopra
il canale fangoso si schiude una stanza altissima, e serrande scure
ti scrutano con tondi occhi arancioni. Una mano ti strizza il torace;
sai benissimo in quale forma il pericolo ti attenda là
dietro.
Non puoi affrontarlo. È arrivato il momento di
fermarti.
La
luce azzurrognola là in alto ti fa allegare i denti. Sono
spazi a te
preclusi, oramai – ciò che si cela oltre le
passerelle appartiene
soltanto a due esseri singolari, due guerriere ugualmente combattive.
Mormori versi monchi di poesie e,
passo dopo passo, ti lasci guidare a uno dei tuoi
antri.
Il
Companion Cube sospira di sollievo. È sempre più
cauto di te, ma
non ti preoccupi – anche nelle tenebre, che si addensano in
rapida corsa, la tua mente ha tracciato i
giusti passi.
Now
you're thinking too fast, you're like
marbles
on glass
Per
fortuna ci sono le finestre.
Le
parole sconnesse e i disegni ti crescono intorno sui muri, tra ore di
memoria cancellata – eppure,
in certi momenti, guardi in alto e ti senti persino felice. La tua
schiena si adatta al muro morbido di anni, gli occhi, tesi al
soffitto, si bagnano di luce, il colare dell'olio e i miagolii delle
macchine si fondono in una sinfonia dorata. La speranza filtra
nell'abisso, come i raggi del sole che, da lassù, si
mostrano in un
frammento di bianco.
Per
fortuna ci sono le finestre.
Did
you fall for the same
empty
answers again?
Il
nero. Insopportabile.
Il
canto delle torrette, bianco e rosso. The cake is a lie,
attenta – menzogne e null'altro.
The
cake is a lie.
The
cake is a lie
The
cake is a lie
Le
frasi di lei sarcastiche e vuote, come il vecchio incubo, da quando
lui è andato perduto. L'acido l'ha ingoiato ai piedi del
palo, e non
speri di rivederlo ancora. Amico.
La
tua tana è fresca e ventilata, ma la tua mente ribolle.
Ed
ecco, ricordi una sola parola. Scritta in terra, con il tuo sangue.
Help.
Vilify
Don't
even try
Finalmente. Lei non ti guarda
più; il cubo è tornato, scivolando dalle
viscere dell'oscurità.
Sì,
è tornato, con il tuo sorriso; ma tace e si mostra inquieto,
talvolta ti prega
di non abbandonarlo.
Non
puoi tornare indietro. Le pastiglie splendono nella tua mano
– il
giorno è arrivato e tu non temi nulla.
Le
tue parole sono impresse a fuoco sulla pietra; narrano di salvezza e
oblio, di un sentiero bianco teso su un abisso buio.
Oggi,
però, le tenebre non ti faranno paura. Non ha senso
lamentarsi,
mormori, che tutto andrà per il meglio. Per te, per lei, per
lui.
La
voce di GLaDOS si desta e il tumulto della tua ragione, a lungo
assopito, si risveglia.
E
mentre i passi metallici di Chell consumano i metri, le lampade al
neon piovono sui muri nascosti, rischiarando per lei le mappe nere e
rosse che hai lasciato.
Over
here
Un
mare di luce.
Cosa
ti dicevo?
She
did it.
_______
Saaalve a tutti. Vi parla una
povera fan che - di nuovo - è caduta nell'irrecuperabile
vortice del fangirlaggio e si dispera perché i suo computer
non le permette di giocare Portal 2. XD
Sapevo fin dall'inizio che avrei scritto su Doug Rattmann e che avrei
voluto riprodurre il fascino della sua pazzia con uno stile
frammentario e poco chiaro. Spero di essere riuscita nell'intento,
specialmente nell'ultima parte.
Il materiale su cui scrivo viene dallo spettacolare fumetto citato in
introduzione, uno spin-off di enorme interesse che non può
che accrescere la mia sconfinata ammirazione per Valve. La fonte di
ispirazione è qui,
just beyond words - video basato sulla storia di questo affascinante
personaggio di cui si sa così poco. Ringrazio Crim e Shari,
come al solito, perché avere due consigliere così
straordinarie è una fortuna rara, e Ranieri per essere il
mio fedele compagno di scleri videoludici. Mi sopporti anche fin
troppo, Rani. XD
Un grazie a tutti i miei fedeli lettori, e un grazie sentito al mondo
dei videogame, così ricco, così creativo e pieno
di risorse.
Elisa
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