Questa fan fiction è stata
scritta di getto, nata dopo la
terribile notizia della morte di un campione di appena ventiquattro
anni, Marco
Simoncelli.
Ho buttato al suo interno tutta la mia
rabbia e la mia
incredulità per una cosa così ingiusta, quindi mi
scuso in anticipo se vi
apparirà magari incoerente o troppo sentimentale.
Addio, piccolo uomo che giocava a fare
il campione, morire
per la propria passione è un po’ come un delitto,
ma la morte e il buio non
fanno paura a chi brilla di luce propria.
Baby,
don’t cry
Mi hanno detto che sei morto.
Mi hanno detto che non ce
l’hai fatta.
Mi hanno detto che hai combattuto,
con onore, al massimo
delle tue possibilità, ma non è bastato.
Te ne sei andato.
Sei scomparso in mille pezzi.
E mi hai lasciata qua.
Quando Goku lo ha annunciato, su, al
palazzo del supremo, io
non ho pianto.
Sono rimasta immobile, mentre il
mondo crollava e Chichi
sfogava la sua frustrazione di madre.
Poi ho chiesto di andare al bagno.
Non ho corso.
Non ho avuto fretta.
Senza rumore, ho chiuso la porta con
le spalle e sono caduta
giù, per un tempo infinito, finchè le piastrelle
non hanno interrotto la corsa.
Ho chiuso le palpebre.
Se me ne stavo lì,
tranquilla, tutto sarebbe andato per il
meglio, giusto?
Se non lo dicevo ad alta voce, se mi
impegnavo a ricacciare
le lacrime, indietro, non era detto che fosse successo davvero, no?
No?
Forse saresti venuto tu stesso, prima
o poi, con la tua voce
profonda e il tuo sguardo stanco, a rimproverarmi di aver creduto ad
una cosa
così stupida ed io ti avrei abbracciato, grata, mentre tu ti
saresti
irrigidito, giusto un po’.
Forse, se avevo pazienza e continuavo
a pregare dentro, tu
saresti apparso al mio fianco e mi avresti detto come sempre, come mai:
“Torniamo
a casa.”
O forse ancora, se ero fortunata,
qualcuno gentile mi
avrebbe scosso la spalla e piano avrebbe sussurrato soltanto:
“È finito,
signora, il mondo è tutto finito. Ora se ne può
andare…”
Perché?
Perché mi hai fatto questo?
Perché ti sei preso la
responsabilità di essere il senso
della mia vita, se poi sapevi che mi avresti abbandonato?
Non ricordo nemmeno quando ti ho
baciato l’ultima volta…
Mi sto sforzando te lo
giuro…
Sto ripercorrendo tutta la mia vita
alla ricerca di
quell’ultimo bacio, ma non lo trovo, non lo vedo…
Aiutami!
Vieni qui!
Sto cadendo a pezzi!
Mi sto sgretolando!
Sto piangendo!
Vieni qui!
Ti prego!
Non te ne puoi andare senza che io mi
ricordi l’ultima volta
che ti ho baciato, per favore…
Così non ho speranze,
così non ho un appiglio, mi distruggerò
se non lo fai, ti prego…
Ti prego…
Torna da me…
La tua mancanza mi
annienta…
Torna da me…
“Le
promesse sono infrante, come pioggia su di noi
Le parole sono
stanche, ma so che tu mi ascolterai.
Aspettiamo un altro
viaggio, un destino, una verità.
E dimmi
come posso fare, per raggiungerti adesso…”
(Gocce di memoria,
Giorgia)
Lalledy
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