Come amano i bambini

di lisolachenonce
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Come amano i bambini



 

Giada. Di lei ricordo solo il nome, ormai, e quel profumo di marca che non ho più ritrovato. I contorni della nostra storia li ha cancellati il tempo, e i suoi segni la pioggia.
Lei era il mio primo amore, e ai miei occhi era bellissima. Non ho più l'immagine del suo volto, ma ricordo le parole che scorrevano nella mia mente, come sassi sul letto di un torrente.
"Giada, di nome e di fatto. Hai gli occhi chiari e preziosi, e così verdi..."
Suppongo di essere stato davvero innamorato, per dire così.
"E le tue labbra, Giada, sono così morbide come le immagino? Ho tanta paura di baciarti..."
Avevamo dieci anni, forse undici, impazienti di ribellarci ai vestiti ridicoli e di andare a scuola da soli. E lei giocava a fare la grande, coi tacchi bassi dei suoi stivaletti, le collane troppo lunghe di sua
mamma e gli anelli con le pietre enormi e fintissime che fanno sentire le bambine delle regine.
Ho impresso, invece, più ancora che i pensieri, il foglietto piegato in quattro con cui mi chiese:



Ed io risposi di sì non perchè l'amassi, non ancora, ma perchè era "la più bella della classe", il che, alle elementari, significa "la più bella del mondo". E poi era brava a scuola, e a me serviva aiuto.
Poi mi sorprese, all'uscita di scuola, la cartella pesante e i guanti in mano. Felice della mia risposta mi baciò sulla guancia.
"Di' un po', Giada, hai rubato i raggi al Sole per fare i tuoi capelli?"
Non ricordo il suono della sua voce quando tifava per me nelle partite di calcio per strada. Non ricordo le sue parole quando mi disse, in lacrime, che si trasferiva. Ricordo le unghie mangiucchiate con cui
aveva tentato invano di ferirmi, dopo che l'unica cosa che ero stato capace di dirle era "Ciao."
Non ricordo niente ma ricordo tutto, perchè più si è vecchi e più si ritorna ad essere bambini. Si ritorna ad amare come amano i bambini.





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