Titolo storia:
Tattoo.
Pacchetto: Hachibi (con Killer Bee come
forza portante, mentre il sentimento da trattare è
l'amicizia ).
Eventuali altri personaggi: Samui, Karui e
Omoi (allievi di Killer Bee).
Genere: Generale, commedia.
Rating: verde.
Avvertimenti: one shot, (leggero) OOC.
Prima
classificata a pari merito nel contest Jinchuuriki
e Bijuu (come stai dentro di me?) indetto da Dreamwolf91
Bee
aveva sempre odiato i tatuaggi e, fin da quando aveva memoria,
ricordava d'averli considerati una sorta di deturpazione della pelle;
cosa che spesso e in più occasioni l'aveva indotto a
chiedersi con curiosità chi diavolo potesse effettivamente
trovare attraente la colorazione chimica dell'epidermide.
Oltretutto
a parer suo non c'era mai limite al peggio, andando indietro nel tempo,
ricordava infatti di una volta in cui, andando per strada, aveva avuto
modo d'incontrare un uomo con il volto tatuato -aveva un fulmine giallo
che partiva dalla tempia e proseguiva per tutto l'ovale volto-. Ebbene
in quell'occasione era rimasto tanto infastidito e scioccato, che non
aveva potuto evitare di contrarre le labbra in una smorfia e lasciarsi
andare a commenti poco convenienti.
Perché
dovevano essere aboliti, tal genere di riti, aveva avuto il
coraggio di gridare allo sconosciuto.
Eppure,
nonostante questo suo odio profondo e questo continuo manifestarsi
d'insofferenza nei confronti di ogni pratica attinente il mondo dei
tattoo, anni dopo, il famoso jinchuuriki aveva avuto il coraggio di
sfoggiare sul proprio volto abbronzato un appariscente quanto colorato
tatuaggio.
Esattamente:
lui, proprio lui che odiava i tatuaggi e che ridicolizzava chiunque ne
avesse uno, si ritrovava ad avere due grandi corna blu dipinte sulla
guancia sinistra, due corna che mai l'avrebbero abbandonato se non nel
momento in cui la nera morte avesse bussato alla sua porta.
Ad
ogni modo fu proprio per il motivo sopracitato, il suo profondo odio,
che, quando i suoi allievi lo videro per la prima volta con quelle due
corna, non riuscirono a trattenersi dallo schernirlo per una settimana
buona, sbeffeggiandolo e deridendolo di gusto. C'è da dire
però che, se solo quei ragazzini avessero saputo il motivo
che aveva spinto Bee a tatuarsi la tanto sacra guancia sinistra, forse
non l'avrebbero coperto di sarcastiche battute, ma si sarebbero
semplicemente fatti una sonora risata.
Perché
solo il loro sensei avrebbe potuto fare una scommessa così,
su due piedi, per poi perderla in maniera tanto clamorosa.
In
ogni caso, ecco dunque per quale strano motivo il jinchuuriki si
ritrovò obbligato a deturparsi il viso e a fare il primo
tatuaggio (perché ce ne fu anche un secondo, di tattoo).
Quando
quella mattina Bee aveva estratto il proprio taccuino nero, su cui
s'impegnava ad appuntare ogni parola che gli pareva avesse particolare
musicalità, e aveva cominciato a mettere per iscritto parte
dell'illuminante termine che gli ronzava in mente da più una
mezz'ora, non si sarebbe mai aspettato la piega che la sua azione
avrebbe dato alla giornata. Nel momento esatto in cui scrisse
“male”, parola che aveva risvegliato in lui
parecchia attenzione data la spiccata armonia delle consonanti e
l'interessante significato, l'Hachibi riempiendogli la testa,
canzonatorio, si fece infatti sentire.
Ma, Bee, ma non la smetti
mai di pensare a quel maledetto rap?
Questo
il demone ebbe il coraggio di rinfacciare, con sommo sdegno del suo
interlocutore, il quale, sebbene oltraggiato, non si lasciò
sfuggire l'occasione per dar mostra per l'ennesima volta del proprio
particolare slang.
Perché
nessuno, nemmeno l'ottacoda poteva permettersi di criticare il suo
lifestyle.
Hachibi dei miei stivali,
non rompermi i genitali,
io "reppo" quanto voglio
perché ne ho l'orgoglio.
La
fiera risposta del jinchuuriki avrebbe dovuto terminare la
conversazione, avrebbe, appunto.
Perché
fu proprio in quel momento che accadde; che, fatale, venne mosso il
primo passo verso il mondo dei tattoo.
Scommetto
che non ce la faresti mai a lasciare da parte il rap per 24 ore.
Sarebbe più forte di te, vero Bee?
Chiara,
forte e impertinente la provocazione del bijuu era stata lanciata. Il
demone sapeva d'aver stuzzicato l'orgoglio dell'amico e altro non
aspettava che vedere la reazione dell'umano in questione. Era davvero
curioso di scoprire cosa sarebbe successo. D'altronde Bee era un umano
davvero particolare.
Demone di malaffare,
con chi credi d'avere a che fare?
Saranno ventiquattro ore
lo giuro, mano sul cuore.
Ma la posta in gioco
non dev'essere da poco.
A
quelle parole il demone sorrise. Sì, ora ne era certo,
sarebbe stato più divertente del previsto, pensò
ilare.
Bene, se prima di
ventiquattro ore a partire da adesso pronunci una sola rima, vinco io e
di conseguenza dovrai eseguire un mio ordine casuale. Se invece vinci
tu, viceversa, farò io ciò che vuoi.
Affare fatto?
Le
labbra di Bee si incresparono, mentre mentalmente terminava la
conversazione. Affare fatto.
_________
“Bee-sensei, che
allenamento facciamo oggi?”
Si
morse il labbro inferiore tentato di rispondere a ritmo di rap.
Perché, sebbene la scommessa fosse cominciata da neanche due
ore, già avrebbe voluto ritirarsi. Era più forte
di lui, era una tortura resistere a quella passione che gli animava le
vene.
Maledetto
Hachibi, sussurrò quindi un Bee più
serio del solito, prima che, mani ai fianchi, puntasse gli occhi su
Karui, la quale non aveva fatto altro che esporre un normalissimo
quesito. Poi, gettato uno sguardo anche sugli altri antistanti,
s'impegnò a rispondere in prosa.
“L'allenamento
di oggi prevede l'apprendimento della tecnica della sostituzione, che,
vi ricordo, abbiamo già provato ieri. Quindi Omoi, Karui e
Samui almeno oggi preparatevi a dosare perfettamente il
chakra.”
Detto
ciò, portatosi al centro del prato verde dove ogni
dì allenava il suo team, il jinchuuriki unì le
mani e cominciò a comporre i vari sigilli e a sussurrarne il
rispettivo nome.
“Pecora,
cinghiale, bue, cane, serpente.”
Subito,
terminata la sequenza, un tronchetto prese il suo posto: la tecnica
della sostituzione era stata effettuata, ora i suoi allievi avrebbero
dovuto imitarlo. Così, mentre la sua figura scompariva nel
fumo e ricompariva pochi metri più in là innanzi
alla faccia stupita dei suoi allievi, rimase leggermente interdetto
alla vista dei ragazzi intenti a mangiar mosche.
“Ragazzi
vi muovete a comporre i sigilli? O vi siete incantati davanti alla mia
ammaliante avvenenza?”
Sempre molto modesto, Bee.
Gli
venne istintivo ringhiare a quel punto. Sta' zitto,
maledetto ottacoda.
“Ragazzi
allora... Perché state lì imbambolati?”
“Bee-sensei,
lei sta parlando normalmente!”
Rimase
a bocca aperta. Non credeva che i propri allievi potessero sconvolgersi
e stupirsi per così poco, ma vedendo Karui che entusiasta si
lodava per il pensiero appena espresso, mentre Omoi e Samui annuivano
convinti e le davano corda, si ricredette: erano proprio degli
ingenuotti i suoi ragazzi. Appena terminato il pensiero dovette
però nuovamente rcorreggersi, dato che il picco di maggior
stupidità fu raggiunto nell'esatto momento in cui Omoi
ritenne d'obbligo dover infierire per la seconda volta.
“Già,
sensei, oggi sta parlando proprio come ogni altra persona
normale.”
Fu
a quel punto che Bee da stupito divenne completamente basito, mentre la
mascella cominciava a dolergli tanto era spalancata. Non poteva credere
che i suoi allievi notassero una cosa tanto insignificante, ma non
riuscissero ad ascoltarlo per più di due minuti quando
spiegava loro qualcosa.
“Adesso
o componete quei sigilli o vi mando dritti dal raikage per farvi
assegnare un nuovo sensei.”
L'aveva
quasi gridato in modo tale che nelle loro zucche vuote almeno qualcosa
venisse inculcato, poi, incrociate le braccia e alzato il mento, li
osservò .
Dopo
pochi secondi i tre ragazzi si davano da fare e finalmente tenevano
unite le mani in procinto di comporre i sigilli.
Dopotutto
erano solo ragazzini, si disse Bee, continuando ad esaminarli
criticamente, da bravo insegnante qual era.
_________
Circa undici ore erano passate
dall'inizio della scommessa. Relativamente poco tempo dunque, ma
chissà per quale surreale motivo a Bee quelli sembravano i
seicentosessanta minuti più lunghi della sua vita.
Mai
da quando aveva cominciato a parlare a ritmo di rap, era stato tanto
senza rime. Questo pensava rassegnato in quel momento il jinchuuriki,
mentre con le bacchette si portava alla bocca l'Udon appena servitogli.
“Sensei,
si dimentica sempre di augurare buon appetito. E' maleducazione,
sa?”
Alzò
gli occhi e guardò sconsolato quella precisina di Karui per
poi sorriderle di rimando, infine, inghiottito il boccone,
parlò.
“Buon
appetito.”
I
suoi allievi risposero in coro con un cortese grazie.
Cosa,
peraltro dovuta, dato che stava offrendo loro la cena nel miglior
ristorante della Nuvola dopo un allenamento a dir poco penoso: l'unica
dei suoi tre allievi che era riuscita a portare a termine una
sostituzione decente era stata infatti Samui, quell'adorabile ragazza.
Pensava
queste cose Bee, mentre porgeva la brocca dell'acqua a Omoi.
“Mi
passi anche il sale?”
Di' al ragazzo che
mangiare alimenti troppo salati fa male alla salute.
Inspirò,
Hachibi, adesso ti preoccupi della dieta dei miei allievi? Non ti sei
rammollito un po' troppo?
E
con questo il jinchuuriki chiuse la conversazione, non prima
però di notare l'invitante rima che si era appena proposta:
male, sale.
Come
poter resistere a una rima tanto sfacciata? Come?
Non
si poteva.
Dimentico
della scommessa, non esitò quindi a dar aria ai propri
pensieri.
“Omoi,
non per farti la morale
ma
una dieta con troppo sale
non
può far che solo male.”
Subito
se ne accorse, si accorse che aveva sbagliato, aveva erroneamente
parlato. Così, stringendo leggermente i pugni, diede una
manata al tavolo prima di alzarsi e defilarsi dal ristorante.
Perchè
se n'era subito reso conto d'aver perso.
“Sensei,
dove sta andando? Si sente bene?”
Era
sull'uscio del ristorante, quando girandosi rispose.
“Omoi,
cosa vuoi che abbia?
Vado
a prendere una boccata d'aria.
E
il sale non mangiarlo
sennò
sarà per te un tarlo.”
Dopodiché
uscì, desiderando solo un po' di tranquillità per
riflettere sulla schiacciante sconfitta.
Una
volta fuori, l'Hachibi non attese però oltre per farsi
spazio nella mente dell'uomo.
A quanto pare avevo
ragione.
Bee
si morse le labbra.
Che faccia tosta,
scommetto l'hai fatto apposta.
E dimmi, dannato millantatore
quale sarà la mia
afflizione?
Un bel tatuaggio. Due
corna per essere precisi. Tanto per ricordati ogni giorno del fatto che
io, Hachibi-sama, vinco sempre.
A
quel punto, non senza motivo, il jinchuuriki non riuscì a
trattenersi dall'alzare un sopracciglio. Aveva sentito bene?
Fratello, stai scherzando, vero?
No, però se
vuoi ti do un'ultima possibilità. Siccome sei mio amico ti
permetto di ritirarti dalla scommessa.
Si
corrucciò, chidendosi come quel simpatico fetente si
permettesse di dirgli una cosa del genere. Perchè lui, il
grande Bee, mai si sarebbe tirato indietro.
Affatto mi ritiro
perché indietro non mi
tiro.
E questo stupido tatuaggio
sarà per te un omaggio,
in segno d'amicizia.
Come
sei orgoglioso, Bee. Comunque
non posso che rallegrarmi del fatto che mi dedicherai parte del tuo
viso.
Non
rispose, ma con uno strambo sorriso, sebbene avesse appena perso e
dovesse tatuarsi due corna oscene sul viso, Bee alzò la
testa e guardò il cielo sopra di sé.
Prima
di sussurrare, più a se stesso che al demone, un serafico te
la farò pagare.
Ad
ogni modo il giorno seguente alla stessa ora due splendide corna blu
svettavano impertinenti sulla guancia sinistra dell'uomo, mentre un
bjuu particolarmente cordiale conversava con il proprio jinchuuriki.
Quell'umano era davvero uno
spasso, ora non aveva dubbi al riguardo.
L'altra
prima classificata di questo contest è Freedom
di Panda
chan, one shot di cui consiglio la lettura data la bellezza
della fanfiction.
A Panda chan: cara, sei stata
bravissima. Sono contenta di dividere il podio con te.
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