Capitolo
2
La quiete prima
della tempesta.
“Mi hai fatto chiamare, padre?”
Il tono di Trunks era quasi tremulo. Cercava di
darsi un contegno ma non
stava riuscendo bene. Se c'era una cosa che conosceva del padre, era
che egli
detestava con tutto sé stesso i deboli.
Tossicchiò debolmente per alzare il
proprio tono di voce, odiava mostrarsi fragile dinnanzi al padre.
Il Re dei Saiyan era di spalle, intendo ad
osservare la città attraverso la
grande vetrata a destra. Finse di non sentire, restando in quella
posizione
mentre Trunks iniziava a sudare freddo. Era sempre un’impresa
parlare con lui.
Fin da quando era nato, Re Vegeta aveva mantenuto una rigorosa
lontananza dal
figlio.
Il principe non ricordava un segno
d’affetto da parte dello scorbutico
padre. Solo grugniti o magari sgridate. A Re Vegeta ciò che
interessava era che
si allenasse e che divenisse un ottimo guerriero. E puntualmente si
irritava
scoprendo che il figlio aveva decisamente altri grilli per la testa.
“Trunks” la voce
risuonò nella sala. Il ragazzo deglutì un blocco
alla gola.
La voce non sembrava delle più irritate, ed era negativa
come cosa. Più il
padre era calmo più nascondeva al suo interno una grande
irritazione. Abbassò
lo sguardo. “Si padre?”
“Ho saputo che ti sei rifiutato di andare
in missione a Pah38.”
Lo stomaco del giovane si aggrovigliò di
colpo. Ecco, l’aveva scoperto. Era
stato il giorno prima, quando aveva detto a Valia di sentirsi poco bene
per
restare a letto, evitando così la sanguinaria missione. Ma a
quando pareva il
Re non ci aveva creduto.
“Ma… non mi sentivo bene!
Altrimenti sarei andato!”
Fu allora che Vegeta si girò. Il volto
era livido di rabbia, gli occhi
emanavano lampi di energia nera ed oscura. “Non dire idiozie,
Trunks.” La voce
risuonava come ingigantita alle orecchie del povero malcapitato.
“Noi Saiyan
non ci ammaliamo mai, soprattutto noi guerrieri di prima
classe!”
Il principino si ritrovò quindi ad
osservare il pavimento. Iniziava a
sentire caldo, il sudore gli imperlava la fronte. Detestava far
irritare il
padre. Non avrebbe voluto dargli tutte quelle delusioni, ma cosa poteva
fare?
Lui non era come il Re. Non era crudele e sanguinario, detestava andare
a
conquistare e distruggere i pianeti. Non disse nulla mentre sentiva le
gote
infiammarsi di vergogna. Non avrebbe mai retto lo sguardo assassino del
padre.
“Non sei degno di far parte della prima
classe.” Infierì il Re, osservandolo
truce. “Dopotutto, vedendo le compagnie che frequenti, si
capisce il perché tu
sia cresciuto malsano.”
Strinse gli occhi, il principe, ferito
nell’orgoglio. Ciò che stava sentendo
lo faceva innervosire. Il padre disprezzava il suo migliore amico,
Goten,
figlio di Kakaroth, guerriero appartenente alla terza classe. Erano
amici da
tempo immemore ma non era stato assolutamente influenzato da
ciò. Al contrario,
Goten amava combattere molto più di lui, ed era piuttosto
forte.
Serrò la bocca, evitando di rispondere
al padre. Sapeva che se avesse
parlato, difficilmente sarebbe uscito vivo da quella sala. Rimase
così,
impietrito sull’uscio, con lo sguardo basso. Incapace di far
nulla. Sentiva i
passi del padre, si stava avvicinando. Provava già il dolore
che di lì a poco
avrebbe sentito, era sicuro che l’avrebbe colpito.
E invece si sbagliava. Vegeta di fermò
ad un palmo dal figlio costatando,
con irritazione, che era già più alto di lui.
“Apri gli occhi, Trunks, smettila
di fare il moccioso.”
Il ragazzo seguì il consiglio sperando
di non adirare ulteriormente il Re.
“Domani andrai in missione sul pianeta Earth. Ora vattene, ho
altro a cui
pensare che ad un moccioso viziato come te.” Disse con
rabbia, allontanandosi.
Trunks rimase in silenzio, stordito da quelle parole. Piano si
voltò, posando
la mano sulla maniglia. “Ah, ragazzo.”
Davanti al richiamo si voltò nuovamente.
Vegeta gli dava le spalle,
nuovamente vicino alla finestra.
“Se mancherai anche a questa missione, te
la vedrai con me.”
Minacciò chiaro e coinciso. Come al
solito Re Vegeta non usava mezzi
termini. Trunks annuì desolato e uscì da quella
stanza. Appena la porta si
chiuse vi si poggiò contro, tirando un lungo e profondo
sospiro di sollievo.
L’aveva scampata, per il momento.
^^Spazio piccino
picciò!^^
Allora, spero vi
sia piaciuto questo capitolo.. ci vuole un pò prima di
entrare proprio nella storia ^^
Correggetemi le
imperfezioni, sicuramente ci saranno, anche se l'ho riletto
ç_ç
Alla prossima :*
PS: Che il
pianeta si chiami Earth non è mica un caso u.u e mi ritiro,
non voglio dirvi nulla.
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