Capitolo 5: A spasso per Atene
La mattina successiva Anya si svegliò verso le otto.
L’appuntamento con Jesse era solo verso le dieci, ma voleva avere abbastanza
tempo per prepararsi come si deve. Si fece una doccia e affrontò l’eterno
dilemma che affligge tutte le ragazze ogni mattina: come si sarebbe vestita?
Anya si era portata dei vestiti comodi e freschi per visitare Atene di giorno,
ma non aveva di certo potuto immaginare che lo avrebbe fatto in compagnia di
Jesse McCartney! Si diresse verso l’enorme finestra del salone, l’aprì e uscì
sul balconcino: era una bellissima giornata e il sole picchiava forte. Vestirsi
elaborata era fuori discussione, si sarebbe squagliata in pochi minuti; poteva
mettersi la gonna, ma la prospettiva di scarpinare tra i sassi dovendo far
attenzione che quella non si alzasse non era molto allettante. Ci pensò ancora
per dieci minuti, poi finalmente decise: avrebbe indossato dei calzoncini corti
e una canottierina, proprio come aveva deciso a Roma. In fondo, aveva pensato,
il loro non era un appuntamento galante, Jesse voleva solo visitare la città,
quindi non c’era bisogno di agghindarsi più di tanto. Per di più non voleva
dare l’impressione di “scodinzolargli” dietro, Jesse ne doveva avere fin sopra
la testa di gallinelle stupide che cercavano di fare colpo su di lui. Scelse
comunque l’abbinamento più carino, si mise un filo di trucco e si legò bene i
capelli: se c’era una cosa che non sopportava era il calore che facevano i
capelli sulle spalle nelle calde giornate estive. Anya guardò l’orologio:
mancavano dieci minuti alle dieci. Dalla valigia tirò fuori un piccolo
zainetto, in cui mise tutto ciò che le sarebbe servito per la “gita”, e scese
giù nell’atrio, dove si doveva incontrare con Jesse. Il ragazzo la stava già
aspettando vicino la reception. Anche lui aveva optato per un abbigliamento
casual, indossando dei semplici pantaloni a tre quarti e una t-shirt. Anya gli
si avvicinò e lo salutò. Lui rispose calorosamente e disse:
-
Ehi, sembri proprio la classica turista!-
-
Bè siamo qui per questo no?- rise lei
-
Si hai ragione! Andiamo!-
Uscirono dall’Hotel e per prima cosa visitarono il centro
della città, che era proprio lì vicino. Passeggiando per il corso videro
moltissimi negozi e intanto parlavano. Anya gli raccontò della sua famiglia,
della scuola e di come fosse una vita normale da 17enne. Jesse era molto
interessato alle sue parole. Infatti, come lui stesso raccontò alla ragazza,
lui era entrato nel mondo dello spettacolo da piccolo, facendo l’attore. In
seguito aveva fatto parte di una band ed ora, a soli 19 anni, era un cantante
solista affermato e recitava anche nel telefilm “Summerland”. Non aveva mai
avuto una vita normale e in cuor suo invidiava un po’ Anya. Essendo Jesse il
suo idolo, lei ovviamente sapeva già queste cose, ma non glielo fece notare.
Era felice che il biondino si stesse aprendo con lei e ormai non provava
neanche più imbarazzo. Anzi, si trovava talmente a suo agio che, se non fosse
stato per alcune ragazzine che corsero verso Jesse urlando per chiedergli l’autografo,
si era quasi scordata di essere in compagnia di una rock-star internazionale.
Dal centro della città si spostarono nella periferia,
dirigendosi verso la collina dove sorgeva il Partenone. Il monumento antico era
imponente e sovrastava tutta la città. Fecero non poca fatica per arrampicarsi
fino a su(Anya si congratulò con se stessa per la scelta dei vestiti), finché
non si trovarono proprio davanti l’ingresso. Sia Anya che Jesse erano
affascinati da quella visione.
-
è bellissimo vero?- disse Jesse
-
Splendido- confermò Anya
-
Sai, uno dei rimpianti che ho è di non aver potuto studiare
Storia dell’arte a scuola-
-
Davvero?- Anya era sorpresa- Io l’ho cominciata proprio
quest’anno! Se vuoi posso farti da guida e parlarti un po’ di questa
meraviglia!-
Anya stava scherzando, ma Jesse la prese sul serio:
-
Lo faresti? Mi piacerebbe molto!-
-
Cosa?! No dai, stavo giocando!-
-
Io no! Per favore…- e assunse l’espressione del bambino che
supplica.
Anya non riuscì a resistere e scoppiò a ridere. Anche Jesse
rise e chi li vedeva da lontano poteva pensare che fossero una coppia. Alla
fine Anya si calmò e alternando una frase seria ad un sorriso parlò a Jesse del
Partenone, dicendogli tutto quello che riusciva a ricordarsi. Mentre Anya
parlava, Jesse la ascoltava e la osservava contemporaneamente. Era
completamente stupito da quella ragazza. Sapeva che era una sua fan, l’aveva
capito dalla sua espressione la prima volta che si erano incontrati, ma non si
comportava come tale(per esempio non gli aveva chiesto l’autografo) e di questo
le era grato. Nonostante l’avesse appena conosciuta si trovava bene con lei e
sentiva di poterle parlare liberamente. Jesse non vedeva i suoi vecchi amici da
tanto tempo e gli mancavano molto, ma in compagnia di Anya riusciva a
dimenticarsene.
Il resto della giornata passò in fretta. Mangiarono dei
panini seduti su un prato, continuando a ridere e scherzare. L’autista di
Jesse, poi, fece fare ai ragazzi un giro completo di tutta la città, passando
per le vie e le piazze più famose, e fermandosi ogni volta che uno dei due
vedeva un bel negozio. Comprarono entrambi molte cartoline e si divertirono
pensando a cosa scrivere su ognuna di esse che non fosse uguale. Anya comprò un
regalo per Matteo: un braccialetto fatto di fili colorati che formavano la scritta
“Ti voglio bene” in greco.
Erano ormai le sette di sera e l’autista si diresse verso il
loro albergo. Prima di andare ognuno nella propria stanza Jesse chiese ad Anya:
-
Domani ti va di andare al mare? Potremmo affittare una barca e
accostarci ad uno degli isolotti che circondano la costa-
-
Mi piacerebbe, si! Però… ecco vedi io non mi sono portata
molto denaro, perché Hank mi aveva detto che era tutto spesato e…- ed ecco di
nuovo l’imbarazzo.
-
Ma scherzi! Tu non devi tirar fuori un soldo! Penso io alla barca,
tu pensa al costume, all’asciugamano e alla tintarella!-
Sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi Anya ringraziò
Jesse. Si misero di nuovo d’accordo per l’orario del giorno seguente, poi si
divisero. Anya salì nella sua stanza e appena entrò si buttò sul letto. Era
esausta, ma contenta: aveva passato una delle più belle giornate della sua
vita. Prima di chiamare il servizio in camera per la cena(era troppo stanca per
cambiarsi e scendere di sotto), prese il telefono e chiamò Noemi, raccontandole
tutte le splendide cose che erano successe. |