MVP - Bentornato

di Lolindir
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Il mio nome è Michael Ian Van Patrick, e sono morto.
Giaccio in un misto di cubi proteici freddi rosa, metà della mia testa è stata vaporizzata poco tempo fa. Non posso muovermi, il mio corpo è paralizzato dalla morte.
Mio nonno era Abraham Erskine, il creatore del siero del supersoldato. La mia adolescenza è una merda: non posso fare sport, tutti mi credono un drogato per quel fottuto siero. Nessuno mi crede, e il mio sangue è pulito. Solo ora so perché.
Sono “l’essere umano perfetto”, ha detto il dottor Von Blitzschlag. Ha analizzato il mio sangue, è normale. L’avevo detto che non ero un drogato!
Sono tanto perfetto, dice, che mi ha clonato. E ci è riuscito.
Michael.
Van.
Patrick.
Michael Van Patrick.
Loro quattro sono me. E io sono loro. Siamo legati da un sottilissimo filo, un sentimento tanto flebile che solo io ne sono conscio. Loro sono legati da una empatia tale da volersi un bene fraterno, ma non sanno quanto è radicato.
I primi tre sono rimasti vicino al dottore, sono diventati i Ragni Rossi. Scarlet Spider.
Un corpo segreto di vigilanza dell’Iniziativa.
Van e Michael sono morti. Uccisi dal quinto clone. Ian.
KIA.
Killed In Action.
Doveva essere un essere più vicino a me, la sua mente più incontaminata dal condizionamento. Ma è stato avvicinato ad un’arma aliena, il Tactigon. Noi sembravamo essere in grado di usarla al pieno delle sue potenzialità, una volta tolta ad Armory.
Lo fece impazzire.
Uccise tante persone, uccise i nostri fratelli. E fu ucciso da un dei fratelli.
Gli scaricò i ricordi, i nostri ricordi tanto da friggergli il cervello. Il mio progetto venne accantonato.
E qui torniamo a me. Io sono la fonte. E sono morto.
Per ora.




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