Ma ciao! Lo so, ho detto ke mi
sarei presa un periodo di vacanza … ma l’ispirazione non vuole proprio
lasciarmi in pace! Così ho scritto qst piccola oneshot!
Riguarda i pensieri di Akito, ke
sta insieme a Sana da due anni, durante una delle tante assenze della ragazza
per lavoro. La canzone ke farò cantare a Sana è “Volevo dirti che ti amo” di
Laura Pausini.
Ditemi cosa ne pensate! J Daisy J
Volevo dirti che ti amo
Sei partita … di nuovo …
Sei partita da più di una settimana ormai, e non tornerai prima di
un mese …
Ormai non ce la faccio più. Sono due anni che andiamo avanti così.
Ogni volta che siamo finalmente insieme, che proviamo a vivere una normale
relazione come dovrebbero fare tutte le coppie, ecco che con una chiamata del
tuo manager te ne vai, lontana da me … New York, Parigi, Roma, Vienna … sempre
dall’altra parte del mondo, a volte con quell’insopportabile Naozumi di mezzo!
Una volta, al telefono, mi hai fatto una scenata, dicendomi di non essere
geloso, che il tuo lavoro ti obbliga a stare con quella femminuccia, che non
vuoi rinunciare alla tua carriera solo per un mio capriccio … e tutto perché io
avevo semplicemente chiesto “C’è anche Kamura?”. Certo, va bene, forse il mio
tono non era stato completamente calmo o indifferente, ma cavolo! È l’ennesima
volta che ti vedo salire su un aereo con quel damerino accanto, quando al tuo
fianco dovrei esserci io! Dopo quella telefonata, che mi hai fatto due minuti
prima di partire giorni fa, non ci siamo più sentiti. Ormai è diventata un’abitudine:
mi chiami, mi dici che hai un volo che ti aspetta di lì a dieci minuti, che Rei
ti ha già preparato tutto quindi non devi nemmeno passare a casa a prendere la
roba, e te ne vai. Non posso nemmeno darti un ultimo abbraccio prima di vederti
partire, baciarti un’ultima volta prima del tuo ritorno … l’unico addio è un “ti
amo” privo di significato pronunciato per abitudine nella cornetta del
telefono. E ora non ce la faccio più. La nostra non è una vera relazione. È un
infinito tira e molla. Sono anni che la nostra non si può definire “relazione”.
Prima, da ragazzini, non riuscivamo ad esprimere i nostri sentimenti, quando
uno di noi due capiva finalmente di essere innamorato dell’altro si metteva di
mezzo qualcuno, prima Naozumi, poi Fuka, ed eravamo di nuovo daccapo, a
sfuggire ai nostri stessi desideri per paura di ferire l’altro, quando in realtà
ci facevamo ancora più male di quanto pensassimo. E quando finalmente ci siamo
dichiarati, invece, quello che si è messo di mezzo è stato il tuo lavoro.
Innamorati, ma distanti, ecco cosa eravamo e cosa continuiamo a essere. Appena
sembra che tutto vada per il meglio, appena ti ho tra le mie braccia, dopo una
tua lunga assenza, dopo aver fatto l’amore tutta la notte, felici di essere
finalmente uno accanto all’altra, tu distogli lo sguardo dal mio, e io già so
cosa stai per dirmi … un’occasione imperdibile, un’offerta irrifiutabile, un
lavoro prestigioso … e di nuovo hai un volo prenotato che ti aspetta tra pochi
giorni. E così anche l’ultimo tempo che ci rimane da vivere insieme lo
sprechiamo a litigare. Lo so, ma proprio non ce la faccio a starmene zitto e
guardarti partire in silenzio ogni volta! Non ce la faccio più …
E ora è più di una settimana che sei partita e che, per via di quell’ultima
telefonata, non ci sentiamo nemmeno. Non so se voglio continuare ad aspettarti …
è una vita che lo faccio, ormai non riesco più a continuare così. Ho bisogno di
averti accanto, di poterti amare veramente, non attraverso il televisore, dove
ormai scorgo la tua immagine più che nella realtà. Io ho bisogno di te, e se tu
non lo capisci … be’ … allora forse è meglio se ci lasciamo … perché io non ce
la faccio più! Potrò sembrare egoista, ma dopo tutti questi anni che metto da
parte le mie necessità per lasciare che tu continui a fare il tuo lavoro, forse
è il momento di pensare anche a me!
Ora sono sul divano di casa nostra … anche se forse dovrei chiamarla
casa mia, perché tu non sei mai qui … guardo la televisione, sdraiato
sui cuscini che tu sessa hai comprato qualche mese fa. Faccio zapping, non
molto interessato a tutti i programmi che vedo. Poi decido di andare sui canali
stranieri, sperando di trovare te … ormai compari sempre più spesso su quei
canali che su quelli giapponesi …
E dopo un po’ eccoti apparire, accanto ad una presentatrice
americana. Sei bella come sempre, forse perfino più bella di quando sei a casa …
no, questo è impossibile … non sarai mai più bella di quando ti vedo alzarti la
mattina dal nostro letto, struccata e con i capelli in disordine, ma con un
bellissimo sorriso sincero che non ti ho mai visto esibire in tv …
Ho imparato abbastanza l’inglese da capire cosa sta dicendo la
presentatrice. È un programma musicale, e sembra che tu ti stia per esibire con
un nuovo pezzo che hai realizzato da poco.
“E ora, Sana Kurata ci canterà in anteprima mondiale il suo nuovo
singolo, che non uscirà prima di una settimana … si intitola ‘Volevo dirti che
ti amo’, e sembra che l‘abbia ideato solo pochi giorni fa … eccola!” ti
annuncia la donna.
Uno scroscio di applausi precede la tua esibizione. Strano, non hai
mai cantato in televisione. Di solito promuovi i tuoi album solo in radio, e
nemmeno personalmente. In ogni caso, non cambio canale, rimango ad ascoltarti
cantare, un’altra cosa che sai fare perfettamente, quasi quanto recitare:
“Dal rumore del mondo
Dalla giostra degli attimi
Dalla pelle, dal profondo
Dai miei sbagli soliti
Dal sorriso che ho dentro
E dal mio orgoglio inutile
Da questa voglia che ho di vivere”
La tua voce è bellissima, mi ero quasi dimenticato di quanto potesse
essere melodiosa …
“Volevo dirti che ti amo
Volevo dirti che sei mio
Che non ti cambio con nessuno
Perchè a giurarlo sono io
Volevo dirti che ti amo
Perché sei troppo uguale a me
Quando per niente litighiamo
E poi ti chiudi dentro te
Da ogni mio fallimento
Dal bisogno di credere
Da un telefono del centro
Dalle mie rivincite
Dalla gioia che sento
E dalla febbre che ho di te
Da quando mi hai insegnato a ridere
Volevo dirti che ti amo
Volevo dirti sono qui
Anche se a volte mi allontano
Dietro ad un vetro di un tassì
E questo dirti che ti amo
È la mia sola verità
Tu non lasciarmi mai la mano
Anche se un giorno finirà
Da ogni angolo dell’anima
Dalla mia fragilità
Da un dolore appena spento
Da questa lettera
Volevo dirti che ti amo
Volevo dirti che sei mio
Che non ti cambio con nessuno
Perchè a giurarlo sono io
Volevo dirti che ti amo
Volevo dirti sono qui
Anche se a volte mi allontano
Dietro ad un vetro di un tassì”
E mentre in sottofondo il coro continua a cantare il ritornello, ti
vedo guardare in camera, un bellissimo sorriso sul viso … i tuoi occhi mi
catturano, sembra quasi che stiano fissando i miei … e sento la tua voce
parlarmi … ti stai proprio rivolgendo a me, e dici:
“Questa canzone è per te, Akito … spero tu stia guardando, perché …
Volevo dirti che ti amo …”
E così si conclude la tua esibizione. La musica sfuma, finché la tua
voce non si spegne. Gli applausi si scatenano di nuovo, mentre la presentatrice
ti affianca chiedendoti petulante a chi ti riferissi pochi secondi fa … mentre
io rimango lì sul divano, il telecomando in mano, a guardarti rapito …
E finalmente capisco … capisco che posso ancora farcela. Posso
sopportare in eterno il tuo lavoro, posso sopportare il fatto che tu ti debba
allontanare, posso sopportare il fatto di vederti per un lungo periodo solo in
tv … posso farlo perché so che prima o poi tornerai. Che anche se sarà per poco
sarai di nuovo tra le mie braccia … Perché so che mi ami, come io amo te, e il
tuo lavoro non è un ostacolo, è semplicemente un lavoro … innocuo, di fronte
al nostro legame …
THE END - Daisy