Ҙ
DOVE ARRIVA QUEL CESPUGLIO Ҙ
“Ho immaginato tante volte il modo in
cui mi avresti chiesto di sposarti, ma non avrei mai pensato che
sarebbe stata un'affermazione!” rido.
“Beh, non ci vedo niente di male.
Ormai stiamo insieme da molto tempo e se ho deciso di prendere un
impegno con te non vedo perchè non portarlo fino in fondo”
rispondi con semplicità.
Passeggiamo, mano nella mano, in una
delle tante gite fuori porta. L'aria porta con sé il sapore
dell'autunno imminente e le foglie gialle sui rami lo confermano.
“Pensavo che me lo avresti chiesto
mentre eravamo fuori a cena, magari per il nostro anniversario, mi
avresti preso la mano dall'altro lato del tavolo e avresti detto
frasi del tipo ''Ti amo dal primo momento che ti ho visto, vuoi
sposarmi?'' mettendomi un anello costosissimo all'anulare” mimo la
scena gesticolando eccessivamente in mezzo alla strada.
Mi guardi perplesso continuando a
camminare e rispondi che le frasi da film non si addicono alla realtà
e l'anello costosissimo, per l'appunto, costa!
“Nemmeno un anellino piccolo piccolo?
In fondo è il gesto che conta!” seguito.
“Appunto! Sono i fatti che contano!
Le parole sono vane, si perdono e si può sempre mentire, i fatti
restano” dici.
D'un tratto ti fermi e senza parlare
acceleri il passo andando nella direzione opposta.
“Dove stiamo andando?” ti chiedo,
cercando di starti dietro un po' ansante.
Ripercorriamo il viale alberato
all'indietro e torniamo verso casa tua. Mi dici di aspettarti fuori
che hai dimenticato una cosa, ma ti vedo uscire apparentemente come
prima.
“Cosa dovevi prendere?” domando
curiosa.
“Niente” esclami sorridendo
enigmatico.
“Dai, dimmelo!” insisto.
“Non preoccuparti, lo scoprirai tra
poco”
Alzo le spalle e mormoro un “bah”
continuando a camminare al tuo fianco.
Finalmente giungiamo alla meta: il
palazzo in centro paese ereditato dai tuoi nonni. Entro con te
pensando che probabilmente siamo qui per salutare tua nonna, invece
sali di un altro piano.
Estrai la chiave dalla tasca del
giubbotto.
“Ecco qui” esclami, spalancando la
porta.
Guardo te, poi l'appartamento vuoto,
poi ancora te. “Non capisco” dico grattandomi la fronte.
“Se tutto va bene questo appartamento
potrebbe essere la nostra prima casa” replichi “Vieni, te lo
mostro”
Come un cicerone mi mostri le stanze
ipotizzando come le potremmo utilizzare.
“Questa stanza rimarrebbe vuota, ma
potremmo usarla per quando inviteremo gli amici, per i
nostri figli, insomma per quello che vuoi!” dichiari concitato.
In questo momento mi sento come una
bambina eccitata e anch'io mi lascio coinvolgere immaginando le
disposizioni di mobilio e persone in quella casa.
Ti abbraccio, felice. Sfreghi il naso
con il mio e mi baci. Con quei baci che mi sono famigliari, ma a cui
non mi abituerò mai.
Non è ancora sera ma il sole già
tramonta. Restiamo lì a baciarci e guardarci negli occhi ancora un
po'.
“Andiamo nella nostra camera” dici.
Infagottiamo una vecchia coperta che
abbiamo trovato e ci sdraiamo sopra.
Mentre mi carezzi le guance mi
sussurri: “Tu sei la mia migliore amica, la mia confidente, la mia
amante. Vorrei che diventassi anche mia moglie”
Ed ancora i tuoi baci, le tue carezze,
il tuo corpo.
E, di nuovo, è come se ti conoscessi
da sempre ma ti scoprissi per la prima volta.
Spazio Autrice
Scritta in un momento di particolare
felicità :)
Se vi interessa sentire la canzone
citata ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=JZEHQ07JIt0
Per me è una delle canzoni più belle mai scritte. Ringrazio tutti quelli che si sono fermati a leggerla :)
Patty
|