Dangerous game

di Girl_in_Blu
(/viewuser.php?uid=132128)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Premessa: ma da quanto tempo sono assente in questo fandom? Direi da tanto, troppo XD. Non ho molte spiegazioni su questa fan fiction, spero solo vi possa piacere.
Buona lettura, Jo.


 
















Dangerous game




 

Aveva le labbra rosse, come una ciliegia non ancora matura.
Quell’insolito colore acceso che copriva il rosa naturale della sua carne, aveva destato l’attenzione di Damon.
Era ancora più bella…

Ma quando aveva baciato quelle morbide e setose labbra, aveva avvertito il sapore ferroso del sangue.
Vita per la vampira, morte per la sfortunata preda.

Il cuore del soldato si era bloccato un istante, pietrificato da quell’amara consapevolezza, per ricominciare poi a pompare più forte che mai.
Avvertiva ogni palpitazione che, come se fosse un pugno sferrato dall’interno, gli faceva dolere il petto.

Erano momenti come quello a fargli capire che forse quell’amore lo avrebbe condotto, non alla morte della quale era certo, ma sull’orlo di un baratro che gli avrebbe risucchiato la sua umanità.
Rabbrividiva al pensiero che stesse assaporando la linfa vitale di un altro, eppure non riusciva ad allontanarsi.

Anzi, spingeva la sua lingua contro quella della donna, con passione e desiderio, in una danza in cui i movimenti talvolta erano fluidi, per indicare l’amore e il trasporto di un sentimento per lui puro; altre decisi, rivelando la natura di entrambi: determinati e vogliosi l’uno dell’altra.

Che quei baci, al sapore della morte, fossero un presagio di ciò che lo avrebbe aspettato in futuro?

Se lo chiedeva spesso, confuso e intimorito, ma sapeva che se nella sua esistenza ci fosse stata Katherine, allora –anche da morto- sarebbe stato felice.
Convincendosi che grazie a quell’amore avrebbe conservato anche la propria umanità.

Voleva sperare che tutto sarebbe andato bene, ma ciò che più odiava era sentire l’odore di suo fratello sul corpo della donna, come in quell’istante.
La rabbia lo accecava, come se quel profumo penetrasse attraverso le narici nei polmoni e, insieme all’ossigeno, fosse trasportato al cervello, offuscando la ragione.

Aveva accettato tutto di Katherine, ma non sopportava dividerla con Stefan.
Non gli importava ricevere baci al retrogusto di sangue, non gli interessava che la sua amata fosse una vampira, quasi come se la natura inumana della donna fosse una semplice caratteristica distintiva, come una qualità da ricordare.

No, semplicemente odiava dividerla con il fratello, poiché aveva compreso la sua bramosia e, soprattutto, che Katherine avrebbe sempre cercato qualcun altro con il quale saziarsi.
Una sete prepotente e incontrollabile che invadeva le membra morte, come una scarica elettrica che le ridonava la vita.

Damon non voleva essere uno dei tanti, ma l’unico.
Ogni qual volta ci ripensasse, scacciava via ogni dubbio e affanno, rimproverandosi d’essere geloso.

L’avrebbe amata, poiché non sapeva fare altro.
Si sarebbe donato completamente, perché questa era la sua dote speciale: il bene dell’altro al di sopra del proprio.

Così, anche in quell’istante, aveva scacciato ogni preoccupazione, baciandola con veemenza, quasi a voler imprimere su quelle labbra il suo possesso, la propria unicità.
Le aveva procurato un piccolo taglio sul labbro inferiore, dal quale era uscito una goccia di sangue.
E vedendo il sorriso di Katherine, aveva continuato quel gioco, in bilico tra la vita e la morte, consapevole che se fosse morto in quell’istante, sarebbe rinato come un vampiro.



























 
 
 
 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=861295