Ed eccoci qua. Siamo arrivati a
"From a Friend's Eye.", il terzo capitolo della saga Shards and Shades.
Per chi sia nuovo di questa saga, vi ricordo che essa è
composta di quattro/cinque diverse storie parallele aggiornate a
rotazione.
Il
capitolo precedente lo trovate nella storia "Slices
of Life.", quello successivo lo troverete dopo il weekend in "Of
Dream and Desire.", mentre il terzo 'capitolo' di questa saga
è "Bottled
Up Inside.".
Spero di aver messo i link giusti ^^''''
Adesso vi lascio alle vostre letture! Ci risentiamo in fondo :D
12.
¡Te Queremos!, Enrique.
Annie’s
PoV
Non
ti ho mai vista così, Karen.
Sei…
euforica, stasera. E questa gioia pura, assoluta, spensierata,
è molto difficile da distinguere nei tuoi occhi. Solo ora mi
rendo conto di come questo tuo sorriso sia diverso da tutti gli altri
che ti ho vista esibire in facoltà.
È
bello vederti così, con un sorriso che a momenti ti arriva
alle orecchie, la macchina fotografica in mano, mentre ti giri verso me
e Fanny e ci chiedi se vogliamo farci una foto tutte assieme.
La musica del
concerto squassa l’aria, facendo vibrare ritmicamente il
terreno sotto i nostri piedi. Enrique Iglesias canta sul
palco, accenna qualche passo della coreografia, e sorride.
Sorride come
te, esaltato da tutto ciò che ci circonda: i fan, le casse
acustiche, i megaschermi, i flash delle macchine fotografiche, il coro
che sale dalla platea.
L’hanno
organizzato davvero bene questo concerto, in effetti. Ci è
costato un viaggio fino a Nizza, ma ne è valsa la pena.
Ci stringiamo
tutte e tre, e tu cominci ad armeggiare con zoom ed effetti fotografici
per riuscire a prendere sia noi che il cartellone a caratteri cubitali
che quasi strilla “Enrique Iglesias, le concert”.
Poi abbassi la
macchina e lasci che ti pesi al collo mentre balli a tempo con
“Push”.
E balliamo anche io e Fanny, ridendo della nostra stessa euforia.
Quante
risate che ci siamo fatte, trovando tutti i doppi sensi nascosti in
questi testi.
È
stata una vacanza meravigliosa, nonostante sia durata giusto qualche
giorno alla fin fine. Abbiamo fatto le stupide, criticato le pizze di
Nizza anche se in realtà erano abbastanza mangiabili, riso
fino alle lacrime come delle disperate. E ho anche imparato un
po’ di francese, sentendo voialtre parlarlo più o
meno esitanti.
E questa
è una serata splendida. L’aria è
fresca, il che è incredibilmente piacevole considerando
l’afa provocata dalla calca di spettatori, il cielo terso, e
il nostro cantante spagnolo sembra non volersi fermare mai. E non
saremo certo noi a lamentarsi!
Parte il
sottofondo di “Ring
My Bells”, e Enrique prende la chitarra per
suonarla in versione acustica. Noi tre strilliamo come delle perfette
cretine, ma in questo momento non ce ne frega niente di fare una figura
un po’ strana: ci stiamo divertendo troppo.
Vedo i tuoi
occhi farsi attenti, l’espressione un poco più
seria, mentre imbracci ancora la macchina fotografica e tempesti di
scatti quel gran bel pezzo di figliolo sul palco. E circa una
cinquantina di foto dopo, fatte tutte a raffica nel giro di un minuto
scarso, tendi le mani verso di noi.
Tutte e tre,
leviamo le braccia al cielo, cominciando a cantare a
squarciagola sulle note della canzone, accompagnando gli
accordi della chitarra, le nostri voci urlate che si mischiano
all’indistricabile coro che pulsa sotto le stelle pallide.
Il concerto
continua, io e te che squittiamo come due sciocche quando comincia
“On
Top Of You”, Fanny che scoppia a ridere quando
attacca “Tonight
I’m Loving You”. Io quasi mi commuovo
quando canta “Lloro
Por Ti”, mentre i tuoi occhi brillano alle parole
spagnole.
Hai sempre
sostenuto che diventi ancora più appetitoso quando canta in
spagnolo, e lo ammetto: c’hai ragione. Oh se c’hai
ragione!
E la serata
continua tra risate, cori, strilla, sorrisi, fotografie, luci
accecanti, musica alta, esplosioni di euforia…
E si conclude
con un ultimo, unico urlo, nella lingua di quel cantante che ha fatto
da passione comune, permettendo a noi tre di conoscerci: ¡TE
QUEREMOS, ENRIQUE!
E grazie a te,
Karen, per aver insistito tanto riguardo a questo concerto, per aver
trovato i biglietti all’ultimo minuto, per essere stata tanto
euforica da riuscire a trascinare anche me e Fanny, per questo sorriso
che mi fa sentire orgogliosa di averti reso così contenta
una volta tanto.
Te
quiero, amiga mía.
Angoletto!
Un
pezzo completamente diverso, che dà un'immagine direi quasi
opposta della Karen a cui siamo abituati. È un pezzo molto
particolare, visto dagli occhi di un'amica dolce che ha cercato di
starle vicina, ma entrambe hanno ceduto al peso dei giorni e alla
distanza, ed hanno finito per essere solo una compagnia occasionale,
per quanto infinitamente buona e affettuosa. Questa storia nasce per
salvaguardarne il ricordo, labile e breve, forse, ma sempre vivo.
È
anche un pezzo veramente, veramente molto corto, e per questo mi scuso:
non sono nemmeno riuscita ad approfondire decentemente il personaggio
di Annie, come non ho approfondito quello di Dalila e Melanie e come
non approfondirò quello di Juliet, che si
presenterà più avanti sempre in questa saga.
Spero
che questo mini-mini-capitoletto possa piacervi comunque!
Il prossimo, "Here.", lo
troveremo nella saga Bottled
Up Inside., dove ritroveremo la nostra
Karen-lagna... in un capitolo che però, devo ammetterlo
persino con me stessa, non mi dispiace affatto. Sarà on-line
molto presto, forse addirittura domenica o lunedì sera, per
farmi perdonare della brevità di questo capitolo.
I link alle canzoni
li potete trovare tutti nel testo. Per qualunque cosa, io sto sempre
qui:
DreamWanderer
~EFP
Un
grazie a chi legge, uno ancora più grande ai pochi che
recensiscono.
Un bacio a tutti voi
;*
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