Sono
tornata.
Credo.
Sono
tornata.
E
vorrei piangere
perché mi ha fatto male “stare lontana”.
Sono
tornata, non
come avrei voluto, certo, ma sono qui. :’)
Per
voi<3
nali
Cento
Conta,
James. Conta. E’
l’unico modo. Probabilmente ti sveglierai al cinquantadue,
come al
solito.
Forse
sfiorerai appena l’undici
stavolta, chissà. Ma conta. Conta.
“Uno…”
Socchiudi
gli occhi,
imitandola, fino a serrarli definitivamente; eppure continui a
vederlo, il suo viso oltre le palpebre calate.
Accaldato,
bellissimo.
Le
sue dita stringono con forza
una porzione della tua camicia e tu le circondi i fianchi con le
braccia.
“James…”
La
ignori. Devi farlo. Non puoi
cascarci. No.
“Due.”
Una
carezza. Dolce, lieve,
calda.
Come
il mantello che ti scivola
addosso durante le scorribande con i tuoi compari.
“Tre.”
Il
naso ad una spanna dal suo.
Piccolo, sporco, all’insù.
Sporco
sì, macchiato da
centinaia, migliaia di efelidi scure.
Lo
hai sempre adorato, anche
quando massicci tomi polverosi lo nascondevano per diverse,
odiosissime ore al giorno.
“Dieci.”
Ciuffi
ramati tra le dita, un
sorriso.
Avresti
detto fossero roventi;
un tempo credevi che addirittura scottassero. E invece sono freschi.
Freschi come il profumo d’albicocca che l’impregna.
“Diciotto.”
“James…”
Zitta,
Evans. Zitta.
Vorresti
dirlo, ma perderesti
il conto.
Il
tuo respiro nel suo, il suo
dentro di te.
Ed
è bellissimo sentirla così.
È spaventoso ed incredibile averla tanto vicina.
“Trenta.”
Ti
fermi e aspetti. Gli occhi
chiusi, serrati, come facevi da bambino.
Aspetti
lo schiaffo. Quello che
un tempo sarebbe arrivato seguito da un potente schiantesimo, quello
che non arriverà. Non ora.
“Cinquantadue.”
Lo
sussurri.
Lo
mormori, spaventato quasi,
lasciando che la tua voce si mischi al silenzio.
Lo
sussurri e non sai più
niente.
Perché
non puoi saperne più
niente.
L’ossigeno
è andato via.
Labbra
su labbra. Ancora e
ancora.
Il
suo sapore mischiato al tuo.
“Settantotto.
Ottanta...nove.”
Un
altro bacio e la stringi a
te. Non t’importa di farle male. Sai solo di non volerla
lasciare,
sai solo di aver superato…l’ottanta?
Al
diavolo.
“Novantadue”
E
la baci, la baci ancora.
La
tua lingua intrecciata alla
sua, e poi basta.
Aria.
Aria di cui non hai
bisogno, o forse sì?
“Novantacinque.”
E
hai paura, hai paura che
finisca. Così.
Ansimi
incredulo, ma gli occhi
non li apri. Non vuoi svegliarti. Non di nuovo.
Il
suo respiro accelerato sulla
pelle. Quello lo senti.
Vorresti
poterlo conservare in
un ampolla, come prova, vorresti poterne conteggiare le emissioni al
minuto, ma perderesti il tuo di conto.
Non
parli, non guardi, non
respiri perché i sogni fanno così,
così…schifo, Merlino!
“James..”
Conta.
Conta, dannazione! Fra
un po’ Codaliscia ti salterà addosso
perché la sveglia l’hai
ignorata di nuovo.
È
solo questione di tempo.
“Novant-“
“Ti
amo.”
Tum-tum.
Lo
senti.
Uno
svolazzio velocissimo ed
impaziente nel petto.
E
fa male, quasi.
Tum-tum-tum.
E
non pensi che dovresti
fermarlo.
Si
uccide lì tra le costole,
scalpita; e vorresti finirla lì quella stupida conta, ma hai
due
occhi splendidi a portata di sguardo, il suo sorriso ad una spanna da
te e non puoi permetterti altre illusioni.
Tum-tum-tum-tum.
Perché,
sì, gli occhi li hai
aperti, finalmente, come lei.
“Ti
amo.”
Lo
ripete e non può essere un
sogno. Non può.
Lei
è lì.
Ha
appena parlato. Ancora.
No,
non è un sogno.
Non
lo è, anche se ha appena
ammesso di amarti.
Perché
cazzo! Non puzza di
cane bagnato e Remus non ti farebbe mai una cosa del genere. Mai.
Continua
a sorridere e tu non
parli.
Ti
ama, porca Morgana!
Lily
Evans ama te.
E
la guardi.
La
guardi come se potesse
sparire da un momento all’altro e lei, lei guarda te.
Decisa,
sicura, felice.
Innamorata.
“Cento.”
Glielo
imprimi sulle labbra, lo
lasci lì assieme al tuo sapore. E va bene così.
Perché
è tutto vero; vero e
luminoso come il sorriso che ti si apre sul viso.
Va
bene così.
“Oh,
no.” Sussurri.
Le
sue sopracciglia s’inarcano
e le lasci un bacio in fronte.
“Oh, no
Evans.” Continui
sorridendo per la confusione che è iniziata a dipingersi su
quel
viso splendido.
Glielo
prendi con delicatezza
tra le mani e non allontani il tuo sguardo dal suo, nemmeno quando
l’enorme punto di domanda che vi scorre dentro prende a
mischiarsi
all’irritazione.
La
tua dolce, impaziente Evans.
“Sono io che ti
amo, Lily.”
Sussurri infine ghignando.
E
torna così il silenzio,
ricopre tutto come pochi istanti prima, finché lei non
scoppia a
ridere. Felice.
Ride,
ride in modo buffissimo
Lily.
Si
contorce tutta e lacrima in
maniera assurda. Ma è bellissima, come sempre,
più di sempre.
E
ride per te. Ride di te, di
voi, per voi.
Ed
è tutto vero, James. È
reale.
“Cento”.
Cento,
quanti i baci che
vorresti darle, tanti quanti quelli che le darai.
“Cento”.
Quante
le volte che le
sussurrerai il tuo di amore.
Quante
le volte che non potrai
ripeterglielo.
Cento.
Lily
ama te, e tu ami lei.
Cento.
Cento.
Tutto
quanto fermo a voi…
NOTE
Qui,
per forza.
Mi
ha salvata**
“ora
conterò cento,
piano.”
“tutto
quanto fermo a te…”
GRAZIE.
nali
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